Turismo

Rifugi alpini della Valle d’Aosta: accoglienza in alta quota tra natura e storia

La montagna come rifugio, nel significato più autentico del termine. In Valle d’Aosta, la regione più alta d’Italia, i rifugi alpini non sono soltanto punti di riparo, ma vere e proprie mete d’alta quota per chi cerca un’esperienza immersiva tra natura, silenzio e autenticità.

Dalla protezione alla destinazione: l’evoluzione del rifugio alpino

Un tempo nati per offrire riparo da intemperie e pericoli, oggi i rifugi valdostani si sono trasformati in luoghi accoglienti, capaci di coniugare l’essenziale ospitalità alpina con una crescente attenzione alla sostenibilità. Se in basso i castelli medievali raccontano secoli di difesa del territorio, in alto sono i rifugi a custodire lo spirito della montagna: silenzio, rispetto e condivisione.

Queste strutture, che un tempo rappresentavano solo una tappa intermedia per alpinisti e trekker esperti, sono oggi sempre più scelte come destinazioni in sé, da raggiungere anche con la famiglia, magari per una giornata di escursione, un pasto genuino o una notte sotto le stelle.

Rifugi, bivacchi e posti tappa: un’accoglienza su misura

La Valle d’Aosta offre una rete articolata di rifugi, bivacchi fissi e posti tappa. I primi sono gestiti, spesso dotati di ristoro e camere condivise; i secondi, più spartani ma affascinanti, sono utilizzati soprattutto da alpinisti e amanti dell’avventura; i posti tappa, infine, offrono letti e cucina autogestita, perfetti per chi percorre lunghi itinerari a tappe.

Molti rifugi sono facilmente raggiungibili in circa un’ora e mezza di cammino, su sentieri, mulattiere o con l’aiuto di impianti a fune. Altri si trovano in alta quota, e richiedono esperienza e preparazione.

Dormire in rifugio: l’essenziale che basta

Le camere, generalmente condivise, sono fornite di letti a castello, coperte e piumini. Dove non previsto il sacco a pelo, i gestori offrono sacchi lenzuolo in cotone o monouso. Un gesto che riflette l’etica sobria e sostenibile di questi luoghi, dove ogni risorsa – dall’acqua all’energia – è preziosa e va usata con rispetto.

Per orientarsi al meglio, è disponibile una guida dedicata ai rifugi valdostani, utile strumento per pianificare le proprie escursioni.

Alcune mete simbolo

Capanna Regina Margherita (4.556 m)

Il rifugio più alto d’Europa, sul Monte Rosa, è un’icona dell’alpinismo mondiale. Costruito nel 1893 nella Valle di Gressoney e trasportato in quota da uomini e muli, oggi continua a essere meta di grandi ascese.

Bivacco Claudio Brédy (2.528 m)


Nel vallone di Vertosan, affacciato sui Laghi di Dziule, questo bivacco moderno ed ecologico ospita fino a 6 persone ed è raggiungibile in circa 2h30’ da Jovençan. Costruito nel 2021, è un esempio di sostenibilità e design alpino

Rifugio Quintino Sella (3.585 m)


Situato sul Monte Rosa, è base ideale per numerose ascensioni. Raggiungibile in circa 3 ore dal Colle di Bettaforca, con accesso facilitato dagli impianti di risalita.

Rifugio Vittorio Emanuele II (2.732 m)


Nella Valsavarenche, è uno dei rifugi più frequentati, porta d’accesso al Gran Paradiso. Dispone di ristorante, camere e un ampio dehor panoramico. 

Bivacco Giusto Gervasutti (2.870 m)


Una struttura essenziale e d’avanguardia sul versante del Monte Bianco, raggiungibile in 4 ore da Ferrachet. Rappresenta un riparo d’eccellenza per alpinisti esperti. 

Alpe Rebelle, Bionaz

Rifugio tranquillo e autentico nel cuore della Valpelline, tra pascoli e panorami incontaminati. Ideale per famiglie e amanti della quiete.

Rifugi a “portata di passo”

Per chi vuole vivere la montagna in una sola giornata, sono oltre 30 i rifugi della Valle d’Aosta raggiungibili con escursioni di massimo due ore. Alcuni sono serviti anche da impianti di risalita e offrono piatti tipici valdostani, ideali per un pranzo con vista dopo la camminata.

L’elenco completo è disponibile online, con indicazioni per località, tempi di percorrenza e servizi offerti.

In Valle d’Aosta, ogni rifugio è una storia da scoprire, ogni salita un’esperienza, ogni vetta un’occasione per sentirsi piccoli e grandi allo stesso tempo.

Per info, elenco completo e guida ai rifugi: www.lovevda.it

Foto di copertina @Carlo Pozzoni /invalsesia

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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