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Dalbello “Life Reskiboot”: dal vecchio nasce il nuovo!

Dalbello “Life Reskiboot”: dal vecchio nasce il nuovo! Nulla si crea, nulla si distrugge tutto si trasforma, anche gli scarponi Dalbello. Ebbene sì, perché, il marchio veneto in collaborazione con altri partner, dal 2020 ha attivato il progetto Life Reskiboot un vero modello di economia circolare che prevede il riciclo di scarpone usati e, utilizzando parti del vecchio scarpone, la costruzione di modelli nuovi e perfettamente sciabili.

Con un evento finale a Cortina d’Ampezzo, Dalbello ha chiuso il cerchio del progetto LIFE RESKIBOOT, finanziato dall’UE.

L’obiettivo generale di questo progetto LIFE è sviluppare, produrre e lanciare 1.000 paia di scarponi da sci di alta qualità e a costi competitivi utilizzando circa il 90% di materie prime secondarie riciclate ricavate da scarponi da sci post-consumo recuperati dai noleggi.

Oggi Dalbello raggiunge l’obiettivo di 1.000 paia grazie anche alla collaborazione con i partner del progetto. I nuovi scarponi torneranno ai noleggi entro la fine di febbraio 2024.

Questo approccio circolare e sostenibile non solo ha portato a ridurre del 56% l’impronta ecologica durante la produzione ma ha inoltre garantito che questi scarponi, che avrebbero dovuto essere scartati, abbiano una seconda vita sulle piste.

Come sottolinea Giuseppe Bianchini, Brand Business Director di Dalbello. «Ciò che a prima vista può sembrare insignificante è in realtà un grande passo avanti verso una produzione più sostenibile. Insieme ai nostri partner del progetto LIFE RESKIBOOT, non solo siamo riusciti a dare a quasi il 100% di uno scarpone da sci un nuovo ciclo di vita, ma anche a sviluppare un modello innovativo e sperimentale di economia circolare che può fungere da linea guida e base per l’intero settore e non solo. Siamo orgogliosi di svolgere un ruolo pionieristico nel settore con tutte le aziende coinvolte e attendiamo con impazienza i progetti che seguiranno».

Giuseppe Bianchini Brand Businnes Director Dalbello

Da settembre 2020 Dalbello, insieme a sei partner di diversi settori, è partecipante ufficiale al progetto LIFE RESKIBOOT.

L’obiettivo del progetto, cofinanziato dalla Commissione Europea, era ripensare il ciclo di vita di uno scarpone da sci in termini di sostenibilità e conservazione delle risorse e allo stesso tempo ridurre i costi per scarpone del 7%.

Concentrandosi sulle società di noleggio, l’obiettivo era quello di sviluppare un sistema di ritiro e riutilizzo che fornisse un’alternativa ai nove milioni di chilogrammi di rifiuti di plastica provenienti dagli scarponi da sci post-consumo inviati in discarica ogni anno.

Le «tappe» di questo processo, effettuate da tutti i partner che fanno parte del progetto sono:

1) il recupero degli scarponi raccolti dai noleggi (Rent&Go).
2) la macinazione e lo smistamento dei materiali (PlasticSort).
3) lo studio dei materiali e dei loro comportamenti.
4) l’eco-progettazione (Università di Bologna).
5) la realizzazione vera e propria dello scarpone (Dalbello + Grifone).
6) il calcolo di impatto ambientale.
7) la diffusione delle informazioni sul prodotto (Studio Fieschi + Epsi).

Rent&Go ha raccolto dai suoi punti noleggio vecchi scarponi ormai a fine vita e li ha inviati ai centri di disassemblaggio

Le sfide più grandi per quanto riguarda Dalbello e la parte di produzione industriale dello scarpone, a partire dal materiale recuperato dagli scarponi a fine vita, sono state proprio per via di questo mix di materiale, molto disuniforme e non caratterizzato come lo sono i materiali vergini.

Perciò è stato necessario studiare il comportamento non solo nei campioni di materiale ma soprattutto nella configurazione finale di scarpone. Questo per  ridurre la variabilità delle prestazioni ed uniformare il prodotto, affinché fosse altrettanto competitivo come gli altri «tradizionali».

Stefano Prosdocimo Project Manager Life Reskiboot

Come conferma Stefano Prosdocimo, dipartimento di ricerca e sviluppo e project manager di LIFE RESKIBOOT presso Dalbello. «Il tentativo di utilizzare in modo efficace la multiplastica dura riciclata ha rappresentato una sfida importante.

La complessità intrinseca del materiale, caratterizzata da una conoscenza limitata della sua composizione e dell’età, ha richiesto un approccio metodico basato su tentativi ed errori. Attraverso questo processo, siamo stati in grado di ottenere la qualità desiderata dello scafo e di trasformarlo in un componente di alta qualità».

Ogni scarpone da sci è composto da più di 100 parti in plastica, materiali termoplastici, espansi e adesivi.

Fondamentale per questo processo è stata la cooperazione all’interno della rete e la condivisione del know-how dei singoli partner del progetto provenienti da diversi settori.

Ognuna delle sette aziende contribuisce al concetto generale con le proprie innovazioni. Il sistema di noleggio Rent & GO è il partner perfetto per il ritiro degli scarponi post consumo. Quando il prodotto arriva a fine vita  si divide nei suoi componenti, plastiche macinate, schiume e materiali morbidi e preparati per il ritrattamento da Plastic Sort S.R.L..

Tali materie prime secondarie, ottenute dal riciclo, sono il pezzo decisivo del puzzle e contrastano con i 9,4 milioni di chilogrammi di materie prime vergini che vengono lavorate ogni anno. Giusto per avere un’idea, emettono 33.800 tonnellate di CO2 equivalente nella produzione convenzionale di scarponi da sci.

Gli approfondimenti sulla progettazione per il riciclaggio arrivano da studi condotti presso l’Università di Bologna e hanno gettato le basi per l’ulteriore processo produttivo. Nello stabilimento Dalbello le parti in plastica dura vengono macinate finemente e reimmesse nel ciclo produttivo dello scafo, riducendo drasticamente l’utilizzo di materie prime vergini.

Attraverso speciali macchinari sono stati separati i vari materiali che dopo accurati test sono stati riutilizzati per la produzione dei nuovi modelli

Inoltre, le parti morbide selezionate dei rivestimenti sono macinate, ricompattate in blocchi e trasformate in rivestimenti riciclati presso GRIFONE S.R.L.. Altri partner cruciali, EPSI e Studio Fieschi, supportano il progetto in termini di una valutazione sistematica e completa degli impatti ambientali associati al prodotto durante tutto il suo ciclo di vita.

E a quanto pare, l’obiettivo tecnico è stato perfettamente centrato, in quanto i nuovi scarponi consegnati a Rent&Go sono già in pista e valutati positivamente dagli sciatori.

«I risultati, per quanto riguarda il prodotto sono stati molto soddisfacenti, – ci dice Alice Ballestra di Dalbello che ha seguito il progetto. Per quanto ci è stato riferito fino ad ora, gli scarponi stanno sciando bene e sono molto resistenti; l’utente inoltre non ha notato nessuna differenza rispetto ad uno scarpone normale».

Dopo il completamento iniziale del progetto, è in corso uno sforzo per far evolvere l’iniziativa in modo perfezionato. I processi sviluppati nell’ambito del progetto verranno applicati da Dalbello in un numero sempre maggiore di modelli. L’obiettivo è condividere questo successo con l’intero settore. Ed estendere inoltre, gli sforzi di collaborazione con nuovi partner di progetto per amplificare l’impatto ambientale positivo. La strada è quella di commercializzare scarponi da sci riciclati, portando a una riduzione più sostanziale del consumo di risorse, della produzione di rifiuti e delle emissioni di gas serra.

About the author

Geremia Vannetti

Capo redattore di Sciare, lavora per la testata dal 1986. Maestro di sci di fondo, è nato a Varese dove tuttora risiede. È responsabile di tutto il comparto attrezzatura e moda e gestisce la Guida Tecnica all’Acquisto oltre a organizzare tutte le prove materiali. Per la testata Sciare si occupa anche dell’Agonismo Giovanile

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