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Cortina2021 Super G W: la legge di Lara Gut, l’oro è suo

Lara Gut-Berhami ha vinto il SuperG che ha aperto i Mondiali di Cortina2021. Era la favorita e non ha smentito il pronostico.

Dopo giorni di attesa, una partenza spettacolare, incastonata nello schuss in mezzo alle pareti delle Tofane, ha dato finalmente il via al SuperG femminile, gara che ha aperto i mondiali di Cortina 2021. Il tracciato, dopo la nevicata di ieri, è stato preparato al meglio con un lavoro straordinario di ben 16 gatti. Giovanni Feltrin, insieme a Ghidoni nel team dei tracciatori, ha disegnato un tracciato con 39 curve, non poche per agevolare le nostre atlete, e 45 porte. 2150 metri con un dislivello di 600 metri e la neve compatta. Temperatura di 7 gradi sotto lo zero e visibilità perfetta con un po’ di vento nella parte bassa della pista.

Cortina2021 Super G la cronaca

La polemica legata ai numeri di partenza si è rinnovata. La formula che impone ai primi 10 al mondo di scegliere pettorali dispari ha costretto Elena Curtoni a prendere il pettorale 17, ultimo rimasto. Brignone, Gut e Suter hanno scelto rispettivamente 9, 7 e 5. Vlhova il 15, Shiffrin, ultima a vincere sulle Tofane, il 4 mentre Marta Bassino ha confermato di volere onere e onore di aprire le danze con il numero uno.

Ore 10:58. Fermi tutti. Il cancellato è stato aperto da Lara Gut-Behrami, l’atleta da battere. Chirurgica nelle traiettorie ha pennellato le curve dall’inizio alla fine. Un missile tra le porte e pochissima neve alzata, sinonimo di grande efficacia. Non è apparsa soddisfattissima della sua sciata ma si sa, lei è molto esigente con se stessa e pretende sempre la perfezione. La perfezione non esiste, o se c’è oggi non l’abbiamo vista, in ogni modo la sciata «imperfetta» dell’elvetica è stata sufficiente per la vittoria. Rimarrà l’oro, la sua prima dopo due argenti e un bronzo, nella memoria e nell’albo, la discesa solo negli archivi.

Corinne Suter ha completato la festa elvetica. Ha sciato in modo ultra aggressivo sradicando una parta poco dopo la partenza. Come se niente fosse. Ha messo ancora aggressività senza però esagerare. La 26enne probabilmente avrebbe potuto interpretare la neve di oggi ancora meglio ma la Gut era difficilmente sfaldabile dal podio. Almeno da lei. Lo avrebbe potuto fare Mikaela Shiffrin che, seppur senza gare all’attivo, aveva buone sensazioni. Da grande campionessa ha confermato in pista quanto sentiva. Spianata dall’inizio alla fine è incappata in un errore grave nella diagonale di Rumerlo pagando con parecchi decimi una gara che probabilmente le sarebbe potuta valere la medaglia d’oro. Il suo distacco dalla Gut infatti è di 47 centesimi e sicuramente ne ha pagati ben di più nell’errore.

Ester Ledecka vincitrice a Val d’Isere, aveva il podio come obiettivo. Scalzare la Gut era decisamente difficile e un errore nella prima parte del tracciato, pagato con poco tempo perso, lo hanno reso impossibile. Ha lasciato andare a tutta nella parte finale ma non è riuscita a rientrare nella zona medaglie.

Le quattro azzurre

Marta Bassino la piemontese partiva con il pettorale uno. Nessun riferimento e neve perfetta, tutta da scoprire. Ha sciato in modo molto pulito sfruttando le sue doti di scorrevolezza nella parte tecnica del tracciato, la seconda. Ha fermato il tempo a 1:26,70 senza riferimenti precedenti. Alla fine sarà lontana dalle migliori senza probabilmente riuscire a spiegarsi il perché.

Federica Brignone è stata molto aggressiva tra le porte sin dalla partenza. Ha accusato da subito un ritardo sulla Gut e ha dovuto fare una gara tutta in risalita. È riuscita a far scorrere bene gli sci nella parte tecnica, proprio come la Gut, ma ha perso in tutto il resto del tracciato. Non gravi errori, più che altro sbavature che però in una gara secca si pagano caro.

Elena Curtoni aveva ritrovato il posto a Crans e nelle sue doti ci sono sempre state quelle della scorrevolezza. Come Marta Bassino ha sciato in modo pulito senza commettere grandi errori. In compenso troppo spigolo e poca scorrevolezza. Una prova che non può averla soddisfatta.

Francesca Marsaglia non puntava certamente alla vittoria ma le due top ten nella specialità lasciano sperare in una buona prova. Non è mai riuscita a fare velocità. Anche per lei nessun errore grave ma neanche i giusti sussulti. È come se fosse scesa con il freno a mano tirato.

Resta delusione nel clan azzurro. In una gara secca, sappiamo, può succedere di tutto. Nessuna aspettativa per la vittoria, qualche speranza per il podio sì. Vedere il Tricolore lontano dalle posizioni con oltre un secondo dalla vincitrice e mezzo dal podio non piò lasciare le atlete, in primis, lo staff, poi, e i tifosi. Le nostre atlete si sono trovate in difficoltà con questa neve aggressiva. Bisognerà trovare delle soluzioni perché nei prossimi giorni le temperature saranno ancora più rigide e bisognerà riuscire ad adattarsi.

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About the author

Andrea Ronchi

Andrea Ronchi è milanese di nascita e di cuore, rigorosamente a strisce rossonere. Ama lo sport in generale e da ragazzo si è cimentato in diverse discipline. Discreto tennista e giocatore di pallone, è rimasto folgorato dalle palline con le fossette in tarda età, o meglio, troppo tardi per ambire a farne una carriera ma sufficientemente presto per poter provare il brivido e la tensione dell’handicap a una cifra. La passione lo ha portato a fare del golf un lavoro e oggi, oltre a essere nel corpo di redazione della rivista Golf & Turismo, è prima firma di Quotidiano Sportivo e ospite fisso nella trasmissione televisiva Buca 9. Quando la neve copre i fairway prende gli sci, sua altra grande passione, e gira per le Alpi “costretto” dal suo ruolo di responsabile del turismo per la Rivista Sciare. È un duro lavoro, ma qualcuno le deve pur fare...