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Erminio Sertorelli: un’idea per non perdere atleti per strada

“Buongiorno, sono Erminio Sertorelli, vorrei trasferire un’idea per non perdere atleti per strada”. Inizia così la cortese telefonata del maestro, allenatore e guida alpina di Bormio, primogenito della terza generazione della mitica stirpe Sertorelli.
Ve la racconto perché credo abbia bisogno di un palcoscenico per essere ascoltata, esaminata e valutata. Ma non mi interessa si sappia che è mia”.

E perché mai?
Perché poi salta sempre fuori qualcuno che ci vede qualcosa di storto dentro.

Scusa, ma tu sei Erminio Sertorelli
Certamente

Dunque, di che stiamo parlando! Fuori l’idea!
La questione riguarda un po’ tutte le categorie giovanili, specie quella dei Giovani dove i numeri sono davvero risicati per una serie di motivi che tutti ben conosciamo. E questo accidente che ci è capitato, secondo me, ci porterà verso il pericolo più grosso che è un grande numero di abbandoni.

Non si sa come e quando si potrà tornare a sciare. Lo sci estivo? Magari a un certo punto partirà. O forse no. Si arriverà quasi sicuramente a ottobre in crisi di astinenza o peggio ancora, di ansia. E allora tanti Giovani potrebbero arrivare a dire: “Lascio perdere la stagione!”.

Dopo questa logica deduzione mi si è accesa una lampadina quando il mondo dello sport olimpico ha detto: “I Giochi si faranno l’anno prossimo ma si chiameranno sempre Tokyo 2020”. Una soluzione può essere dunque quella di trasformare un problema in una opportunità.

Ovvero?
Ovvero, diciamo che siamo difronte a una stagione anomala, iniziata nel dicembre 2019 e che finirà nell’aprile 2021. Così facendo possiamo dire: “ragazzi, tranquilli, non avete perso nulla. Quando di potrà tornare a sciare proseguiremo la stagione agonistica laddove l’abbiamo fermata, con la differenza che questa volta ci sarà una conclusione”.

Mi vengono in mente i cuccioli che non hanno potuto fare i loro campionati regionali. I Ragazzi e Allievi hanno saltato regionali e Italiani. E così anche i Giovani non hanno potuto confrontarsi ai campionati nazionali di categoria e tantomeno agli Assoluti. Insomma, stiamo parlando di una mezza stagione. Dunque l’idea è quella di dire, bene, congeliamo le gare realizzate fino all’8 di marzo e tiriamo fuori tutto dal freezer il 1° di novembre.

Quindi stiamo parlando di una ipotetica stagione 2019/2021?
Esattamente. Significa punteggi bloccati, categorie ferme e da lì a salire. Tanto se un giovane ha i numeri per entrare in squadra lo puoi sempre portare su, non è certo questo un problema. Anzi, a dire il vero, il problema della Nazionale è forse l’ultimo di cui preoccuparsi, ovviamente in considerazione di questo disegno.

Significa che un Allievo che deve passare Giovane, rimane Allievo, e via dicendo?
Le categorie sulle quali ragionare sono proprio soprattutto quelle degli Allievi e dei Giovani. Più si scende e più riesci ad assorbirla questa stagione persa. Non è certo una tragedia se un bimbetto si è dovuto fermare.

Penso che queste misure sarebbero una forma di rispetto nei confronti degli atleti e degli sci club. Tutti avrebbero di nuovo un obiettivo ben preciso, dunque un segnale positivo, senza dover buttare via quello fatto e costruito nell’ultimo inverno.

L’iniziativa serve solo per evitare che i Giovani si stufino e abbandonino le gare?
Non solo. Una ripartenza del genere, farebbe un gran bene anche a tutto il comparto turistico. Per tutti il messaggio sarebbe: “Guarda che la stagione non è finita, riprenderà il 1° di novembre”. Certo, sono parole semplici che non risolvono quanto sta succedendo – e siamo solo all’inizio – al turismo, ma abbiamo anche bisogno di qualcosa che ci dia coraggio. Ricordiamoci che nello sci, l’agonismo è la punta dell’iceberg del turismo. Si scioglie il primo, si scioglie anche il secondo.

Sui circuiti non terminati però, riga sopra?
Certo, è chiaro che per quanto riguarda i circuiti, vedi il GPI, devono ripartire da capo, ma non cambierebbe nulla. Immaginiamo un povero Allievo dell’ultimo anno che viene sparato nella categoria Giovani, che già di per sé è un salto enorme –  e non potrà lavorare quest’estate. L’apertura dei ghiacciai? Per ora ci metterei un… anzi almeno tre punti di domanda.

Erminio, dunque la tua richiesta è di buttare un sasso nello stagno?
Mi hai tolto le parole di bocca, perché oggi questo è il nostro settore. Le nostre acque sono oggi completamente ferme! Federazioni di altri sport stanno cercando di valutare soluzioni. Quello che chiedo è che la nostra valuti ciò che propongo. Per carità, magari la Fisi ci ha già pensato, non lo so. In questo momento però credo sia importante aprire un tavolo di discussione e lavorarci su, perché il nostro ambiente ha bisogno di ricevere segnali.

Ti sei confrontato con altri?
Ovviamente ne ho parlato con altri allenatori e diversi sci club e devo dire che non ho trovato alcuna resistenza. Comunque non dico che la mia sia l’unica soluzione. Se qualcuno ne ha altre sarei ben felice di valutarle. Ma che qualcosa si muova però. E possibilmente che arrivi dall’interno del mondo dello sci.

Temi nuove regole valide per ogni sport?
In questa fase di incertezza assoluta non vorrei saltasse fuori una regola generale e comune applicata anche allo sci, ma totalmente fuori luogo. Faccio un esempio. L’Austria ha deciso quasi in maniera definitiva che i ghiacciai salteranno a piè pari l’estate e riapriranno a settembre.

Ebbene, mi è già arrivata all’orecchio una proposta capitolina, che anche lo Stelvio dovrebbe fare la stessa cosa. C’è un piccolo particolare. I ghiacciai austriaci vivono di fatto 365 giorni all’anno. La struttura è la stessa per tutte le stagioni. Possono fermare e rimettere in funzione gli impianti senza problemi. Aprire lo Stelvio a ottobre per poi chiuderlo dopo 30 giorni è invece una follia.

La tua idea dovrebbe essere condivisa a livello internazionale
È chiaro che debba essere un provvedimento stabilito dalla Fis. Ripeto, a mio avviso cambierebbe davvero poco, sarebbe una decisione applicabile con poco sforzo e non rischieremo di perdere atleti per strada. Una situazione eccezionale è ben in grado di tollerare una soluzione altrettanto eccezionale.

Erminio conclude la telefonata con un invito. “Quello che mi sta davvero a cuore è che si crei una discussione utile e si possa uscire prima possibile dalla totale incertezza, per quanto ci è possibile in questo momento. Un dibattito che coinvolga in primo luogo gli atleti, quindi le famiglie e naturalmente gli sci club. Quindi ti prego di coinvolgere più persone possibili del nostro settore. Altre teste, altre idee o iniziative.

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).