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Kathrin Zettel vince il gigante di Sölden

Kathrin Zettel ha vinto il gigante di Sölden, sarà dunque lei la Karbon della nuova stagione? Con ancora nella mente la seconda manche di Sölden in cui l’austriaca ha dato una lezione di grande sci, ci sbilanciamo rispondendo sì, ma è chiaro che tirare somme dopo appena una gara sarebbe sbagliato, oltreché insensato.

Non è un caso però che proprio Denise Karbon, passando a Kathrin il pettorale rosso che si era tenuta stretto per un anno intero, abbia mostrato preoccupazione e ammirazione per l’austriaca, dicendo che «quando lei è a posto fisicamente in gigante è davvero difficile da battere».

Che la piccola e timida ventiduenne che adora le moto avesse nella sua sciata qualcosa di speciale si sapeva da anni, con quel fisico minuto e quell’atteggiamento modesto solo un grande talento naturale può emergere nello sport di altissimo livello e Kathrin di talento ne ha da vendere.

Lo ha spesso messo in mostra su piste difficili e su nevi molto dure, non per niente a Sölden è sempre andata forte. Già, perché la pista del Rettenbach anno dopo anno si conferma fra le più ostiche del circuito femminile.

Non solo perché si trova a quasi tremila metri di quota, ma anche perché ricalca al 100% quella degli uomini, con il muro finale davvero ripido, anche se va detto che quest’anno lo era meno del solito, perché il tracciato è stato spostato più sulla sinistra (scendendo) e il cambio di pendenza sulla stradina era meno accentuato.

Della Zettel e della sua legittima aspirazione a puntare alla Coppa di specialità, di gigante ma anche di slalom, avremo ancora tempo per parlare, anche perché il prossimo gigante si correrà ad Aspen (29 novembre) su una pista con caratteristiche simili a quelle di Sölden: quota elevata, muri ripidi e piani brevi.

Sarà un test ancora più significativo del primo di stagione e sarà davvero l’occasione per capire quali saranno i valori in campo.

Sölden ha detto chiaramente che per andare forte servono sì forza, decisione e cattiveria, ma sono utili anche classe, scioltezza e continuità di movimento (interpreti di quest’arte sono Zettel, Karbon, Pietilae-Holmner, Worley, Mancuso).
Fenomeno Gut

Da sempre la gara di Sölden regala soddisfazioni e lancia giovani che partono con numeri sopra il 30. Ciò succede perché il sole (ammesso che sia una bella giornata, ma a Sölden quando arriva la Coppa fa SEMPRE bello!) comincia ad illuminare la pista verso le 10.45, cioè un’ora esatta dopo il via della numero 1.

Quest’anno l’apertura della stagione è stata un trampolino di lancio per Lara Gut, la ticinese molto attesa nelle discipline veloci (grazie alla Coppa Europa ha conquistato il posto fisso in Coppa in discesa, superG e supercombinata), ma non già a questi livelli in gigante, tanto che ha dovuto qualificarsi tramite selezione interna e che prima del via aveva detto «sarei felice di entrare nelle 30».

Lara, 17 anni compiuti ad aprile, nella sua carriera non ha mai (o quasi) fallito un obiettivo. In estate ha lavorato duramente per migliorare la sua tecnica (facendo tantissimo gigante) ed eccola subito protagonista: al via con il numero 37 ha chiuso al 4° posto la prima manche, perdendo poi solo una posizione nella seconda, a vantaggio della Fischbacher, che era quinta.

Un fenomeno. Di precocità, di freddezza, di maturità, un fenomeno che per via del suo team privato gestito dal padre ci fa pensare a Marc Girardelli e a Janica Kostelic, ma per saperne di più su Lara Gut e la sua vita vi rimandiamo al prossimo numero di Sciare.

Le italiane
Torniamo alla gara, a quella di Denise Karbon in particolare, che per soli 3/100 ha mancato il 14° podio della sua carriera (nella scorsa stagione le era sfuggito solo in un’occasione, alle finali di Bormio).

Denise non ha sciato male, anzi, ma non è parsa ancora così sicura da poter dare il 100%: le sue linee erano un po’ «disordinate», era come se non avesse preso bene le misure sul tracciato, qualche errore ci è scappato soprattutto nei tratti in piano.

Va detto che prima del via Denise era molto nervosa, anche un po’ spaventata per un dolore alla schiena comparso all’improvviso durante la sciata in pista della vigilia, ma che poi, con un trattamento fisioterapico, è fortunatamente sparito.

Il fatto di essere finita quarta senza sciare al massimo l’ha in parte consolata dalla delusione di perdere il pettorale rosso, che lei ha definito «un peso, senza il quale riuscirò ad attaccare di più, come piace a me».

E allora aspettiamo Aspen dove due anni fa Denise dimostrò di non essere un’atleta finita, facendo il secondo miglior tempo nella seconda manche e finendo 9a dopo aver chiuso la 1a manche 22a (partiva ancora con numeri alti…).

Una pista amata dunque, che si spera possa esaltare anche le altre italiane, a cominciare da Manuela Mölgg, che a Sölden è rimasta in pista per 30”, giusto il tempo per far scattare il primo intermedio, l’8°, a 31/100 dal migliore (Tanja Poutiainen) della prima manche.

Alla seconda manche sono approdate solo in 2, oltre a Denise: Camilla Alfieri, 15° a metà gara e 15° alla fine, e Nicole Gius, da 24° a 22° senza particolari errori. Delle altre 4 azzurre al via, Costazza e Nadia Fanchini non si sono qualificate, Gianesini e Curtoni sono uscite ma stavano sciando abbastanza bene e avrebbero potuto entrare nelle trenta.


FLASH
NADIA SCONVOLTA

Nadia Fanchini è arrivata a Sölden solo 24 ore prima della gara con un macigno sul cuore. Il giorno prima, giovedì 23 ottobre, la sorella Elena si era infortunata davanti ai suoi occhi durante una prova di superG a Hintertux.

Per lei stagione chiusa, si è infatti rotta il piatto tibiale e il legamento crociato del ginocchio sinistro, quello già dolorante per problemi alla cartilagine. Ad Elena un grande in bocca al lupo da Sciare.

MARIA RINATA
Un ritorno gradito a Sölden è stato quello di Maria Rienda Contreras, la spagnola che si era infortunata alla vigilia della stagione 2006/2007 (legamenti crociato e collaterale più menisco del ginocchio destro) e non era più riuscita a rientrare per i forti dolori che le impedivano di allenarsi.

Nonostante l’abbandono del suo allenatore Mauro Pini, ingaggiato dal team di Lara Gut, Maria non si è persa d’animo, si è fatta allenare dall’ex skiman Walter Ronconi e si è presa la bella soddisfazione di chiudere la prima manche al 7° posto (partiva con il n.33) per poi scivolare al 16° finale, comunque incoraggiante.

La classifica
SLALOM GIGANTE

Sölden (AUT), 25 ottobre 2008
Pista: Rettenbach – Partenza: 3050 mt. I Arrivo: 2690 mt. – Dislivello: 360 mt. – 1^ manche: 46 porte – 2^ manche: 47 porte

1.     Kathrin Zettel        AUT    2’22”99
2.    Tanja Poutiainen    FIN    2’23”97
3.    Andrea Fischbacher    AUT    2’24”47
4.    Denise Karbon        ITA    2’24”50
5.    Lara Gut            SUI    2’24”53
6.    M.Pietilae Holmner    SWE    2’24”56
7.    Anja Paerson        SWE    2’24”57
8.    Kathrin Hölzl        GER    2’24”84
9.    Lindsey Vonn        USA    2’25”16
10.    Chemmy Alcott        GBR    2’25”41
11.    Michaela Kirchgasser AUT    2’25”43
12.    Marion Bertrand    FRA    2’25”58
13.    Maria Riesch        GER    2’25”68
14.    Megan McJames        USA    2’25”76
15.    Camilla Alfieri    ITA    2’25”92

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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