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Max Blardone: il gigante di Naeba si deve affrontare così

Max Blardone: “Il gigante di Naeba si deve affrontare così”. Chi meglio di lui ce lo può descrivere nei dettagli? Terzo nel 2016, ultima volta in questa località di una gara tra le porte larghe, Max ricorda molto bene le caratteristiche della pista.

Pista che per i primi 15/20 secondi offre una media pendenza ed è fondamentale nelle prime sei porte trovare subito un buon ritmo e cercare la massima velocità. Dopo questo primo tratto il tracciato vira a destra, quindi ci si appoggia sul piede sinistro.

Lo rimarco perché è fondamentale trovare il giusto appoggio per affrontare una traversa che immette su un bel piattone di circa 4/5 porte. È importante spingere al massimo prima di arrivare sul muro centrale, l’unico ripido vero che offre la pista.
Qui il tracciatore potrà inserire una decina di porte. Ci vuole la classica sciata da ripido dove è fondamentale cercare la rotondità. Nel 2016 girava parecchio ma con un angolo costante, senza trabocchetti.

Si arriva così in fondo al muro dove si incontra una lunga traversa verso sinistra che immette ancora sul piatto. Se interpreti male questo raccordino sei fritto! Di fatto qui le cose cambiano radicalmente rispetto sia al tratto iniziale che al muro. La pendenza è media, niente di preoccupante, però ci sono due o tre lunghi dossi che ti cambiano la vita se non li sai superare con una certa scaltrezza. Si tende a perdere aderenza e solo con una buona centralità è possibile mantenere il pieno controllo dell’azione. La cosa più impegnativa è trovare le giuste linee, perché queste ondulazioni tendono a fartele perdere quando cerchi degli adattamenti.

È necessario tenere gli angoli più aperti e coprire bene gli spazi. Nelle ultime dieci porte, poi, si deve aprire il gas a manettta.
Un’altra incognita potrebbe essere la neve. La pista sarà certamente barrata, ma se capita come nel 2016… Aveva nevicato un metro e mezzo in poche ore. Poi intervenne un vero e proprio esercito che riuscì a toglierla in qualche modo e ne venne fuori una pista un po’ al limite ma sciabile. Meglio comunque, una neve compatta con temperature adeguate che una barratura estrema  che ti dà il ghiaccio vivo, ma poi può rompersi. Lo abbiamo visto anche a Garmisch dove addirittura la situazione diventa pericolosa.

In genere in Giappone c’è una neve molto gessosa, tipo colla. Niente di drammatico. Gli atleti devono fare solo memoria perché non è molto dissimile dai terreni che si incontrano in estate. ma anche in inverno, perché non  si creda che in ogni allenamento gli atleti trovino sempre la barratura. Poi, è anche vero che non tutti gli sciatori si trovano bene su quel cristallo.

Tra i favoriti non posso non mettere il vincitore del 2016, il francese Pinturault che vinse davanti a Faivre. Io però vedo meglio di tutti Jan Kranjek che sta sciando come nessun altro. Potrebbe venir fuori bene anche Marco Odermatt, mentre riguardo a Kristoffersen, sinceramente nel 2016 sciava meglio di adesso. Ma certamente rimane tra i leader della specialità, dunque…

Per quanto riguarda gli Azzurri se non combina qualche guaio tecnico, vedo molto bene Luca De Aliprandini. Anche lui sta sciando bene. Punto qualcosa anche su Hannes Zingerle. Mi ha scritto per avere consigli, visto che molti atleti oggi protagonisti, non sono mai stati lì.

Sono soltanto cinque gli Azzurri al via, con Luca e Hannes anche Riccardo Tonetti,  Giovanni Borsotti e Daniele Sorio.

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).