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Huber l’uomo che ha nella mani la Ferrari dello sci

L’Hahnenkam compie 80 anni e l’uomo che ha nelle mani la Ferrari dello sci alpino si chiama Michael Huber, 54 anni. È il presidente dello Ski Club Kitzbühel (prima di lui Christian Poley) e presidente del Comitato organizzatore dal 2001.

Il club si trova nella Hinterstadt (la strada di dietro) al numero 4, nell’edificio medioevale delle antiche prigioni di Kitzbühel. Muri spessi più di un metro, soffitti travati, foto in bianco e nero, sci di legno alle pareti.

Locali su e giù per scale e scalini in un labirinto carico di secoli. La società che dal 1931 organizza ogni inverno l’Hahnenkamm ha compiuto 118 anni. il suo potere carismatico e politico è pari nello sci a quello dell’All England Cricket end tennis club nel tennis.

Ha costruito il proprio prestigio su un’organizzazione di ferrea efficienza e sul mito di quella pista che precipita sul paese. Kitzbühel nello sci è come Wimbledon nel tennis, inamovibile, irrinunciabile, insostituibile. Legata per sempre al valore della tradizione e della nobiltà della storia.

Michael Huber, laureato in scienze sportive all’Università di Salisburgo, sposato e padre di Elena, 23 anni anni e Michael junior 21, è un tipo cordiale e simpatico. È indubbiamente anche molto preparato e sveglio se è vero che deve pilotare un ambaradan del valore di svariati milioni e con l’impegno di migliaia di persone.

Si sforza persino di parlare un laborioso italiano tra una grassa risata e l’altra ma cambia sguardo e usa il tedesco quando deve rispondere a una domanda che gli va di traverso.

Aveva un pallino, anzi un amore, la combinata che però la Fis ha deciso di eliminare quattro anni fa. “Per Kitzbühel la combinata è ancora oggi l’anima dello sci alpino. La completezza è un valore, chi vince in discesa e in slalom è un fuoriclasse. Di fatto, l’ultimo vincitore che ha avuto l’onore di meritare tale titolo è stato Alexis Pinturault nel 2016 in una gara tripudio per la Francia: secondo Muffat-Jeandet, terzo Mermillod Blondin.

Quanto costa l’Hahnenkamm?
Tanto, troppo, circa 7,5 milioni, mentre il fatturato si aggira sui 47 milioni di euro. Ed è meglio che non nevichi troppo perché se nevica tanto dobbiamo spendere di più per battere e preparare la Streif. Ma ne vale la pena.

Da dove entrano i soldi?
Tra il 20/25 % dai biglietti di ingresso ai recinti di gara della discesa e dello slalom. Tra il 35/40% dagli sponsor, stessa quota dai diritti televisivi. Poi dall’1 al 5% da voci diverse, gadgets, etc.

Quante persone impiegate per organizzare l’evento?
Prima e dopo la gara, durante il resto dell’anno c’è il nucleo ristretto del nostro sci club.

Nei giorni delle gare e della discesa in particolare devono essere mobilitate almeno 1.450 persone 240 delle quali fan parte del direttivo operativo. Sul totale, il 40% per la cura della Streif, un alto 40% per lo stadio e l’allestimento delle tribune, il 10% per l’organizzazione logistica e l’ufficio gare, il 10% per esigenze diverse. Queste persone vengono pagate al giorno per il loro lavoro e la loro gestione è affidata ad una società esterna al club.

È complicato preparare la Streif?
Fino al 2000 tutti i muri venivano battuti esclusivamente da squadre di uomini con gli sci ai piedi. Poi abbiamo iniziato a usare anche mezzi battipista speciali per quelle pendenze. Ma solo per fare la base, perché la rifinitura è ancora effettuata sci ai piedi.

Potranno mai correre qui le donne?
Fino al 1961 correvano qui anche le donne. Poi Badgastein insistette molto per avere la parte femminile della nostra manifestazione. I miei predecessori gliela concessero anche se mi risulta che poi non ne abbiano fatto buon uso. Comunque la Streif è troppo difficile per le donne dovremmo pensare e attrezzare altri percorsi. Non è il caso.

Her Huber che cosa rappresentano l’Hahnnenkam e Kitzbühel nello sci alpino?
Ci sentiamo sicuramente i primi e lavoriamo per continuare ad esserlo avvertendo forte il dovere di essere un modello, una guida per tutte le altre località che organizzano grandi eventi dello sci alpino.

Meglio Kitzbühel e Wengen, meglio L’Hahnenkamm o il Lauberhorn?
Michael Huber capisce subito che volevo soltanto provocare e mi regala la più grassa delle sue risate.

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).