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Para snowboard, che ingiustizia per Jacopo Luchini!

Che ingiustizia nel para snowboard per Jacopo Luchini! L’Ipc combina un pasticcio, manda via gli italiani, dà il via a una gara, poi cancella le gare rimanenti ma il francese Montaggioni lo supera vincendo la Coppa del mondo generale.

Per fortuna questo non è capitato a Giacomo Bertagnolli e alla sua guida Andrea Ravelli che possono festeggiare la conquista, tra i visually impaired dello sci alpino, della Coppa. Jaco, invece, da leader e quasi certo vincitore finisce, dopo questa incredibile mossa dell’IPC, al terzo posto. E al secondo nella classifica del banked slalom. Meentre è nettamente primo in quella dell’ingiustizia.

Una di quelle che davvero non trova un minimo di logica sia sportiva che razionale. La foto di copertina poteva essere quella di quest’anno. Invece è del 2019, Jaco assieme al coach Igor Confortin

Jaco era in testa alla Coppa del Mondo. Si è presentato alle finali (con tutta la squadra,) ma lo hanno mandato via, poiché italiano, dunque contagioso, esattamente come è stato fatto con gli austriaci.

Eppure ieri hanno dato via alla prima gara. E le gare alle finali valgono doppio. Così il francese Maxime Montaggioni ha superato l’Azzurro. Che è addirittura terzo, sopravanzato anche dall’inglese James Barnes-Miller.

Tiziana Nasi, presidente Fisip e Giorgio Viterbo, segretario generale, non sono rimasti a guardare. Ieri hanno inviato immediatamente una lettera di protesta perché quella gara venisse annullata.

Primo, perché fare una finale senza l’atleta che è in testa, già non ha senso come principio. L’epilogo poi è ancora più assurdo.

Così racconta Igor Confortin, il coach della squadra. “È stato tutto un grande pasticcio. Soprattutto nelle comunicazioni interne. l’Ipc, premetto, non ce l’ha con noi. Diciamo che suo malgrado non ha trovato altre soluzioni che lavarsene le mani.

Faccio notare che il giorno in cui c’è stata la gara senza di noi, nello stesso paese gli Azzurri partecipavano al gigante femminile ai Mondiali Junior di Narvik. E nel decreto non ci sono riferimenti a quando l’atleta è entrato nel paese.

Io poi faccio parte, con un incarico ufficiale, da sette anni di un gruppo ristretto di allenatori creato in rappresentanza di tutti. Ho posto la questione nella nostra chat, perché oramai eravamo già dovuti andar via. Silenzio totale, nessuno è intervenuto. Rassegnerò le mie dimissioni.

Devo anche dire che il francese Maxime Montaggioni, il vincitore della Coppa, era forse ancor più dispiaciuto di noi. Lui non avrebbe mai voluto correre.

Che sarebbe stata l’unica cosa giusta, sia dal punto di vista della sicurezza che da quello sportivo. Avessimo deciso di non presentarci noi lo potevo anche capire. Ma dare il via alle gare senza colui che è in testa alla coppa…

C’è anche un altro aspetto. Questa doveva essere la penultima tappa. La finale era prevista ad Aare a fine marzo. Ma la stazione svedese si era ritirata un mese fa per paura di non avere neve a sufficienza.

Così hanno trasformato l’appuntamento di Lillehammer in finale, dunque con la  nuova regola stabilita, ovvero quella che i punti vengono raddoppiati.

La squadra del para snowboard Azzurro andata a Lillehammer

Senza tale nuova norma, considerando anche la ara disputata ieri, Jacopo avrebbe vinto. Insomma, sembra tutta una congiura contro di noi. Poi non lo è e mi rifiuto di crederlo, ma se mettiamo inseme tutte le circostanze ci assomiglia tanto.

La nostra immediate e ufficiale protesta, è stata presa in considerazione, opportunamente, solo dopo aver dato l’ok alla disputa della competizione. Hanno preso tempo, o meglio, perso tempo, perché si arrivasse a questo punto, ingorando di fatto il nostro esposto.

Come ciliegina sulla torta, poi, ci hanno inviato un messaggio con la comunicazione che coppe e medaglie si potevano ritirare alla reception dell’hotel.

Invece abbiamo saputo, ma per vie traverse, quindi senza alcun avviso che c’è stata una premiazione ufficiale.

Perché hanno voluto a tutti costi dare il via alle gare? Qui l’anno prossimo ci saranno i Mondiali, dunque c’era più di un interesse a far partire la macchina Non aggiungo altro.

Non c’è stato nemmeno il tentativo, da parte dell’IPC, di porgere le personali scuse, perché la responsabilità è stata data al governo norvegese. Ma noi non ce l’abbiamo con questo provvedimento, che è assolutamente corretto.

Ma non avrebbero mai dovuto dare il via a quella maledetta gara che ha portato via la Coppa al dominatore della stagione. Sono davvero deluso anche dall’atteggiamento di alcuni colleghi e dai governatori delle nostre gare.

In realtà, prima che ce ne andassimo, qualcosa ci hanno detto: “Tranquilli, Jacopo è un giovane e bravo atleta. L’anno prossimo si rifarà“.

La Fisip continuerà fermamente l’iter della protesta. Ma è quasi da escludere un ripensamento da parte dell’IPC. Ormai la coppa è andata! Viva Jacopo!

 

 

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).