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Paralimpiadi, le dichiarazioni degli Azzurri nel dopo discesa

Paralimpiadi, le dichiarazioni degli Azzurri nel dopo discesa
Giacomo Bertagnolli:
 È iniziata un po’ così! Sicuramente potevamo fare meglio. Una gara particolare con le condizioni della pista cambiate completamente rispetto alle prove e questo non mi ha aiutato. Ma credo di non essere partito nemmeno così convinto e questo fa tanto. È una sensazione che non si riesce tanto a spiegare. Ma te lo senti quando arrivi carico in partenza. Oggi non era così! Non ero al 100 per 100, ho anche dormito poco.

Non è la mia disciplina e di questo ne sono consapevole e non devo dimenticarmi che ci sono altre 4 gare davanti. Certo che era meglio iniziare in un altro modo. Ci resettiamo per il superG di domani e cercheremo di dare quello che non abbiamo dato oggi.
C’è anche da dire che arrivare qui con le 4 medaglie al collo vinte a PyeongChang il peso della responsabilità si sente eccome.

Perché nella mia testa le voglio replicare. Questo non deve distrarmi perché in questi quattro anni sono cambiate tantissime cose, nuovi atleti molto forti, il livello si p alzato tantissimo e adesso si va più sui piccoli dettagli.

Dobbiamo migliorare sulle piccole cose che fanno la differenza. Sono migliorato tanto anch’io ma se devo essere sincero quest’anno abbiamo fatto discesa solo tre volte senza allenamenti perché abbiamo preferito concentrarci sulle discipline tecniche. Io mi metto in gioco sempre per fare tutto perché me lo senti di farlo, ma non posso poi pretendere il risultatone.

È andata così, siamo sesti, poteva anche andare un po’ meglio perché nelle prove le indicazioni erano altre. Diciamo che non sono proprio a gestire la tensione della gara. Domani in superG ci aspettiamo sicuramente di più.

Siamo ben allenti in questo format, poi però bisogna allineare tutti i numerosi fattori gara: meteo, tracciatura, testa. Se ci saranno tratti lunghi di scorrimento non sarò certo agevolato perché la scorrevolezza non è proprio il mio forte.

Spero sia ben angolato, altrimenti sono favoriti gli atleti che ci vedono un po’ meno per i quali il tempo viaggia più lentamente.

La guida Andrea Ravelli: Devo fare davvero i complimenti ai primi perché oggi era veramente tosta, con una neve durissima. Questa non è la nostra disciplina, dobbiamo lavorarci ancora un bel po’ perché non abbiamo ancora ingiusti appoggi.

Questa situazione però ci stimola per andare meglio nelle prossime gare. Conoscendo Giacomo come persona e sapendo bene quali sono le sue abilità sapevo sarebbe stata una gara molto difficile.

Fosse arrivato un terzo posto sarebbe stata una vittoria. Quelli sul podio sappiamo che si sono allenati molto in velocità e si è visto. Teniamoci questo sesto posto. L’importante è essere consapevoli che il livello oggi non è quello di Pyeongchang per cui qui ci vuole la massima concentrazione.

Federico Pelizzari, 12esimo: “Abbiamo rotto il ghiaccio, dai, 12esimo non è male. Non avevo aspettative diverse perché questa è solo la mia seconda discesa che faccio in carriera. Era più importante trovare il feeling giusto e in questo senso ci siamo.

Sono contento perché ho avuto un’altra prova che riesco a gestire bene la tensione. Qui poi è tutto meraviglioso, situazione da senza parole!

Quanto tagli il traguardo e ti guardi intorno sembra di vivere un sogno! Questo mi carica per dare tutto nelle discipline tecniche, soprattutto nella Super Combinata.

Martina Vozza:Sono semplicemente scivolata ma mi sono girata e in quel momento ho preso un colpo al ginocchio, ma per fortuna non è nulla di grave. Sono comunque contenta perché sono riuscita a spingere fin da subito, quindi col giusto atteggiamento.

Poi è arrivato l’errore, ma sono carica per il super di domani che è senz’altro la mia gara. La pista, comunque, non è per niente banale e questa è pur sempre la mia prima discesa in carriera. La neve poi era un po’ più scivolosa rispetto alle prove ed è questo che probabilmente mi ha fregato.

La guida Ylenia Sabidussi:Io in genere le dico sempre di spingere al massimo perché scia tecnicamente meglio quando è al limite. Fin dove siamo arrivate lo ha fatto e più di così non potevo chiederle.

Siamo felici perché siamo qui, in un contesto incredibile e questo non è un particolare da niente, perché infonde sicurezza e fa venire voglia di ripresentarsi al cancelletto di partenza prima possibile.

I normo dotati ci avevano avvisati che la neve sarebbe stata un po’ strana, o comunque, diversa rispetto a quella cui siamo abituati. Questo è anche vero ma sinceramente ci siamo trovate subito abbastanza a nostro agio perché è una neve che risponde molto bene“.

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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