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Cortina2021: parola a Franzoni

Oggi, mercoledì 10 febbraio, Giovanni Franzoni avrebbe dovuto gareggiare nella combinata di Cortina2021, facendo il suo esordio in un Campionato del Mondo. Tutto rimandato a lunedì 15 dopo lo stravolgimento del programma.

«Per fortuna, oggi la pista non sarebbe stata come piace a me, cioè dura. Il tempo nei prossimi giorni dovrebbe cambiare, arriverà il freddo, e lunedì troveremo sicuramente condizioni migliori. Aspettare non mi pesa, anzi, mi allenerò ancora un po’ in questi giorni».

Giovanni Franzoni e la convocazione a Cortina2021

Quando e come hai saputo della convocazione?
«Non ricordo il momento esatto, ma la sensazione di poter avere una chance per la combinata era dentro di me da un po’. L’anno scorso ero andato bene, anche in questa stagione mi sono sentito a mio agio nella disciplina e, purtroppo o per fortuna dipende dai punti di vista, nella squadra italiana non avevo tanta concorrenza. In ogni caso non davo nulla per scontato e quando me l’hanno detto sono stato solo contento».

Pensi di avere qualche possibilità di fare anche il gigante, dopo l’esordio in Coppa del Mondo?
«Non so nulla del gigante, ovviamente spero di poter fare anche quello, perché bé… il gigante è il gigante! Ma decideranno gli allenatori e io mi adeguerò. Di sicuro gareggiare al Mondiale sarebbe una bella occasione, perché correndo solo in quattro per nazione partirei molto più avanti e questo è un vantaggio, non solo per la pista, ma anche per la testa».

Quali pensi siano le motivazioni della tua convocazione qui a Cortina?
«Il mio impegno a portare avanti tutte le discipline. Non è facile, a 19 anni manca l’esperienza di quelli che ne hanno 25 e fare tutto significa tanti spostamenti, a volte sette ore di viaggio alla vigilia di una gara! Difficile sia a livello fisico che mentale. Quindi ecco, penso che più che per i risultati questa convocazione sia guadagnata per la mia voglia di non mollare la polivalenza e perciò devo anche ringraziare gli allenatori che mi hanno aiutato e incoraggiato a tenere duro, anche nei momenti in cui pensavo di non farcela».

Esordio in un Mondiale anomalo, quello di Franzoni a Cortina2021. Sicuramente diverso, senza pubblico.
«Una situazione che a me sembra quasi normale, perché anche in Coppa quest’inverno è stato così. Essendo abituato a gareggiare nelle Fis e in Coppa Europa, dove al parterre non c’è mai nessuno, non vedo differenze. Però, avendo vissuto più volte da spettatore lo slalom della 3Tre di Campiglio, so bene che una grande differenza c’è! Aspettiamo un anno e speriamo che passi, io intanto mi auguro che questo non sia il mio ultimo Mondiale!».

C’è nel Circo Bianco qualche modello che ti ha ispirato e continua a farlo?
«Ho sempre guardato con ammirazione Hirscher, Kristoffersen e prima ancora Ted Ligety. Adesso invece sto vivendo il confronto diretto con i due coetanei norvegesi, Braathen e McGrath, e ogni volta che mi sento alzare le orecchie le riabbasso subito, perché se io sono bravo, loro molto di più. Ora sono infortunati e credo che dietro quelle cadute ci sia stata una bella dose di sfortuna, ma anche la difficoltà a gestire una situazione diversa, con aspettative e responsabilità nuove. Stare in bolla anche con la testa è importante!».

Come ti hanno accolto i “vecchi” del team azzurro?
«Per ora la mia presenza è stata solo saltuaria e non ho fretta di farmi conoscere. Col tempo le relazioni miglioreranno, di sicuro al momento sono migliori con quelli del gruppo di gigante, perché li ho visti più spesso».
Chi sono i tuoi riferimenti dal punto di vista tecnico?
«Max Carca mi segue e gestisce dal punto di vista organizzativo, ma c’è sempre anche sul campo, appena può. Devid Salvadori è l’allenatore del gruppo gigante in Coppa Europa. Quando faccio velocità ci sono Lorenzo Galli, Staudi (Patrick Staudacher, ndr) e Peter Fill. Poi Max Blardone, ma soprattutto in estate, perché i suoi impegni con la Rai in inverno gli impediscono di seguirci alle gare. Non dimentico Riccardo Coriani, il mio skiman, sempre con me».

Assodato che continuerai a coltivare la polivalenza, quali sono i tuoi programmi per il futuro?
«Il gigante resterà sempre la disciplina base, assieme al superG. Vorrei riuscire a lavorare di più anche sullo slalom, mentre un lavoro specifico sulla discesa verrà da sé più avanti: per andare forte lì servono esperienza e tanti, tanti passaggi. Le piste di Coppa del Mondo andranno conosciute un passo alla volta, con pazienza. E vorrei anche migliorare quando la neve non è durissima, nelle ultime gare ho fatto più fatica proprio perché faceva caldo e il terreno non era il mio preferito».

About the author

Maria Rosa Quario

NINNA QUARIO È nota nel Circo Bianco per aver fatto parte della “Valanga Rosa” tra il ’78 e l’86. Milanese doc, da tempo si è trasferita a La Salle, in Valle d'Aosta. Ha conquistato 4 vittorie in Coppa del Mondo e un totale di 15 podi, tutti in slalom, oltre a una “bella” collezione di piazzamenti nelle gare a medaglia: 4° posto all’Olimpiade di Lake Placid 1980 (a 3/100 dal bronzo), 5° al Mondiale di Schladming 1982 (era in testa a metà gara) e 7° ancora ai Giochi, a Sarajevo 1984.
Dopo il ritiro dall’agonismo, nel 1986, si è dedicata al giornalismo e collabora con Sciare dal 1999.
Per la nostra rivista è stata a lungo la depositaria di tutto ciò che riguarda l’agonismo e ha seguito anche il programma test, in particolare i Test Junior. La sua lunga carriera giornalistica (ha collaborato anche con il quotidiano Il Giornale e con Infront Sports & Media seguendo da vicino quasi tutte le gare di Coppa del Mondo) si è interrotta nel 2022, quando ha deciso di cambiare vita per dedicarsi ad altre passioni.
Non ha però abbandonato del tutto la sua collaborazione con Sciare, per cui ora scrive in modo meno intenso e continuativo. E’ mamma di Federica Brignone, uno dei più grandi talenti della Squadra nazionale Italiana di sci alpino, e di Davide, suo allenatore dal 2017.