Federica Brignone è pronta al decollo per un periodo di vacanza, che la sta portando dal Livrio alla Sardegna!
“Sì, per una decina di giorni di mare. E in effetti il cambiamento è radicale!”
Come te la sei passata a quota 3140 metri per tutto questo tempo?
Posso dirti la verità? Non mi sono mai strappata i capelli per lo Stelvio se paragonato a Ushuaia ad esempio. Però devo ricredermi. A parte la gentilezza e la disponibilità che la famiglia Capitani ha riservato a tutta la squadra, la comodità riscontrata è stata incredibile.
Ad esempio?
A parte che esci dall’hotel e infili gli sci. E che quando ce n’è stato bisogno, ci hanno organizzato il trasporto anche alle 5 del mattino. Ma soprattutto la possibilità di poter cambiare programma in base alla neve e alle condizioni del tempo. È capitato di avere programmato di fare superG ma di doverci stoppare per la presenza della nebbia. In altre situazioni dovevi mestamente tornare alla base e rimanerci. Invece è stato un attimo cambiare gli sci e dedicarci allo slalom.
Dal punto di vista della praticità penso che tale situazione logistica sia impareggiabile.
Come avete trovato neve e piste?
Nel primo raduno, quando c’eravamo soltanto noi, è stato molto utile. Un percorso di superG di oltre un minuto non è facile trovarlo sui ghiacciai. Poi sono arrivate un po’ di nevicate ma il lavoro che hanno fatto gli uomini di pista è stato davvero superlativo. Insomma, ci hanno davvero coccolato
E la convivenza a 3147 metri?
Sai che sono uno spirito libero e che mi piace sempre fare mille cose, però anche in questo caso è stata un’esperienza positiva. Rimanere assieme anche ad atleti non del tuo gruppo mi è proprio piaciuto. Confrontarti con ragazzi e ragazze con la stessa maglia ma che difficilmente hai l’occasione di conoscere bene l’ho trovato stimolante e anche divertente.
Sei sempre molto attenta anche all’alimentazione…
Era l’aspetto che mi preoccupava di più, ma anche in questo caso devo dire che avevo un ricordo diverso. Niente da dire anche sulla ristorazione. Detto che non si è in un hotel a 5 stelle e che i manicaretti non fanno tanto al caso degli atleti, ci hanno servito piatti semplici ma ben cucinati.
Se dovessi dare un voto a questa prima fase?
Dai, niente voti. Sono stata bene e tutto è andato per il meglio. Per quanto mi riguarda non so in quale altra situazione avremmo trovato un trattamento simile.
A proposito, quando ritornerete sulla neve?
Eh, tra un bel po’, credo a metà agosto, ma dobbiamo dedicare giustamente al lavoro di preparazione fisica che è determinante.
In genere sceglievi posti di vacanza con onde alte per il tuo amato surf, ma in Sardegna…Non ci sono onde alte, ma per fortuna hanno inventato il Kite surf. L’ho già provato ed è una figata. Mi dedicherò a quello!
Non c’è più tempo, il volo sta per decollare. Federica sarà raggiunta domani dal fratello Davide. Inseparabili, come sempre, anche in vacanza! Abbiamo evitato di chiederle di descriverci come gli atleti hanno vissuto quei momenti di caos degli ultimi giorni, anche perché non avremmo ottenuto risposta, per via di un imposto silenzio stampa sull’argomento. E poi perché di fatto non è accaduto praticamente nulla. Come conferma Umberto Capitani.
“Ieri sono arrivati i risultati anche dei tamponi da parte dell’ATS Bolzano. Ebbene, tutti negativi i 140 atleti sottoposti al secondo tampone. Nonostante questo abbiamo tenuto tutto fermo per un giorno per effettuare un’ulteriore operazione di sanificazione.
Ci ricordi le regole dell’ospitalità?
Si può soggiornare ovviamente in camera singola o in doppia con autocertificazione se le due persone non sono conviventi. E poi la tripla ma per le famiglie. La sala ristorante è stata predisposta nel rispetto delle regole, con tavoli distanziati più di un metro.
Ma agli sci club che ora possono prenotare al Livrio concederete lo stesso trattamento che avete dedicato agli Azzurri?
Se mi danno la garanzia che vincono una Coppa del Mondo… Scherzi a parte, il Livrio non è un hotel di vacanza, ma di, sogni. Quante volte è salita qui Federica da piccola con la speranza un giorno di vincere la coppa del mondo… Il Livrio è un rifugio, una struttura nata nel 1930 per opera del Cai Bergamo. Naturalmente è stato migliorato nel corso degli anni, soprattutto per adeguarlo il più possibile alle esigenze degli sciatori.
Il suo punto di forza è però uno: ha il prezioso dono di trovarsi in mezzo al ghiacciaio. Esci dalla porta e 50 metri sotto parte lo skilift. E questo vale sia per i ragazzi della nazionale che per qualsiasi ragazzo di sci club. Le camere sono quelle, la ristorazione idem, il personale non cambia. Cerchiamo sempre di fare il massimo sia quando abbiamo difronte Federica Brignone che un qualsiasi altro sciatore. Poi la luna non siamo effettivamente ancora in grado di metterla a disposizione.
Avete avuto disdette per la questione degli ultimi giorni?
Inizialmente solo informazioni sulla situazione, poi in realtà qualcuna è arrivata. Sai la gente comunque un po’ di paura ce l’ha. Hai voglia poi convincerla che non esiste alcun problema di sicurezza…
Cosa vuoi dire a chi ancora non si fida?
Non dico nulla, ognuno ha il diritto di vivere questa situazione secondo le proprie sensazioni e opinioni. Io non posso che ribadire una cosa. Prima di essere un imprenditore, sono un uomo di sport. Sono cresciuto con determinati valori. Poi magari dammi pure anche del testone se vuoi, come lo sono un po’ tutti i montanari.
Ma una cosa mi piace dirti, anzi, domandarti? Secondo te sarei disposto a mettere a rischio la salute di tanti ragazzini per riempire 4 camere in più? Ti dico solo che alla reception c’è mio figlio Andrea che dirige la struttura. Devo aggiungere altro?