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Giuseppe Cuc (Colnaz) e Maurizio Bonelli (Amsi), così i maestri e le lezioni

Abbiamo intervistato Giuseppe Cuc (Presidente Colnaz) e Maurizio Bonelli (Presidente Amsi) per capire, in questa momento così difficile, qual è la posizione delle due istituzioni che si occupano della professione dei maestri. Colnaz dal punto di vista giuridico, Amsi da quello tutelare. Ma a cascata, o meglio, a valanga, si arriva a capire come si dovranno (si spera) affrontare le lezioni di sci quest’inverno, argomento che sta particolarmente a cuore a tanti appassionati.

È bene dire che, oggi più che mai, Amsi e Colnaz hanno lavorato a braccetto in totale sintonia e piena collaborazione per costruire Linee Guida di comportamento. Che sono entrate poi nel protocollo ufficiale inviato dalla conferenza Stato-Regioni, al CTS (Comitato Tecnico scientifico) del Governo.

Beppe Cuc: “È importante dire, come premessa, che il Collegio Nazionale e l’Associazione non sono usciti spontaneamente allo scoperto con proclami e annunci, non per negligenza. Noi ci confrontiamo, con evidenti differenze di competenza, per la categoria e non per il pubblico. Se non per riflesso.

In tutto questo periodo abbiamo lavorato sodo, senza perdite di tempo o cullandoci nella speranza che tutto sarebbe finito in breve tempo. Indipendentemente dall’evoluzione dei provvedimenti presi o di quelli che prenderà il Governo, ci siamo confrontati per costruire un nostro modello di comportamento e di lavoro. Che non è proprio semplice dal momento in cui l’attività si basa sul rapporto col pubblico.

La sinergia con Amsi è stata proficua per farci trovare pronti dal momento in cui sarà possibile dare il via alla stagione.

Per questo abbiamo redatto Linee Guida rivolte sia alle scuole di sci che al maestro che lavora in ambito di libera professione. Quando poi il Governo ha chiesto alla Conferenza Stato-Regioni di redigere un protocollo da sottoporre al CTS anche noi abbiamo definito il nostro documento tecnico con tempestività. Un lavoro, ripeto, complesso, perché abbiamo dovuto tenere conto delle esigenze e delle dinamiche sia del maestro che del cliente.

Sarà (se ci sarà) comunque una stagione particolare…
Altroché. Una stagione, mi vien da dire, dove la categoria dovrà più che altro cercare di sopravvivere. Soprattutto perché, mancherà quasi certamente la clientela straniera. Non è cosa di poco conto, per alcune stazioni rappresenta anche il 60% della clientela. Da parte nostra abbiamo messo in campo tutto perché si possa lavorare nel pieno rispetto della sicurezza, sia per i maestri che per gli allievi.

Bonelli, da parte sua l’Amsi…
Ovviamente un Collegio professionale non può esimersi in questo momento, da dare precise indicazioni. È la legge stessa che indica come il Collegio debba dare regole ben precise ai professionisti iscritti. L’Amsi, da parte sua, ha lavorato per assolvere all’esigenza di passare il messaggio di categoria organizzata.

E su questo abbiamo toccato ogni punto, pur considerando le grandi differenze che esistono tra realtà diverse. In modo che, a prescindere da questo punto da non trascurare, si creino le migliori condizioni possibili per instaurare un rapporto di massima sicurezza e fiducia tra l’allievo e la scuola.

Cuc, ma come sono nate queste Linee Guida?
Grazie alla grande sinergia che esiste tra tutte le parti. Non ultimo tra i collegi territoriali e quello nazionale. Siamo partiti da un primo documento redatto dal Trentino, non a caso territorio di Bonelli, con lo spunto che ha avuto la squadra di Mario Panizza.

Sarebbe stato anche complicato mettere assieme protocolli di ogni regione. Da lì, quindi, è stato sviluppato il lavoro, affinché le linee guida potessero essere fruibili da tutte le regioni, ovvero non più in ambito provinciale ma Nazionale. Partendo da una base comune tutti i Collegi hanno potuto dare il proprio contributo. Ma non solo questo.

Ciò che abbiamo elaborato non è passato esclusivamente attraverso il parere di chi vive nella praticità, il lavoro del maestro di sci e delle scuole. È intervenuto anche il comparto legale di nostro riferimento, unico in grado di vedere le cose dal punto di vista della Legge.

Bonelli, come avete organizzato questo processo?
Inizialmente con una commissione di Direttori di scuole sci che si è confrontata dinnanzi a un avvocato e a un consulente del lavoro, entrambi specializzati nella nostra attività. Tengo a precisare un concetto molto importante. Il risultato di questo lavoro rappresenta linee guida, quindi è un documento aperto che ognuno deve prendere in considerazione in base al proprio RSPP (Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione).

Questo perché ci posso essere scuole con solo tre maestri o 15, magari con una segreteria, o addirittura con più di 50 maestri. Quelli che vanno a prendere i bambini col pulmino, che lavorano con gli alberghi. Insomma, le situazioni sono molteplici e non è possibile considerare caso per caso.

La linea tracciata, seppur consideri moltissime situazioni, deve essere presa e adattata dalle singole realtà. D’altronde prevedere ogni circostanza è praticamente impossibile. Ci vuole un certo adattamento e comunque dev’essere collegato al DVR (documento di valutazione rischi) che ogni scuola deve avere.

Bonelli, veniamo allora ai punti. Cosa prevedono? Ad esempio la distanza tra maestro e allievo?
Prima di arrivare ai punti, bisogna essere chiari. Ci sono norme di comportamento comuni stabiliti dal Governo, ovvero in vigore per qualsiasi individuo. Se la regola prevede la distanza di un metro tra le persone, non è che le nostre linee guida possono prevedere una cosa diversa.

Proprio per questo – interviene Cuc – abbiamo scritto un vero e proprio vademecum di comportamento che il maestro deve osservare nell’ambito della lezione. Ad esempio, il maestro dovrà avere meno contatti possibili con la sede della scuola di sci. Approcciando con strumento telematici, sfruttando la tecnologia oggi in nostri possesso. Quindi importante sarà evitare l’andirivieni che c’è abitualmente.

Stesso discorso per gli appuntamenti coi clienti. Si stabiliranno luoghi di contatto più idonei possibili. È in atto, a tal proposito, un accordo con le stazioni, per creare questi spazi di incontro codificati. Importante anche che le diverse scuole si mettano d’accordo per eventuali partenze scaglionate. Questo per evitare di dare appuntamento nello stesso posto a 150 allievi pronti per la selezione, necessaria per la suddivisione nelle varie classi. Quindi massima attenzione per le lezioni collettive.

Bonelli, le collettive, appunto, forse la situazione più complicata…
Sembra ma non lo è se si adottano misure basiche di attenzione. Certamente la collettiva di 15 allievi è da evitare. Sei o sette persone si possono conciliare con la totale sicurezza, rimanendo, quindi, distanti un metro in senso laterale uno all’altro. Non dimentichiamo che siamo all’aria aperta…

Detto questo, abbiamo anche la possibilità di aiutarci con strumenti tecnologici, per la verità già disponibili da tempo, ma oggi più utili che mai. Come Amsi, abbiamo, ad esempio, fatto una convenzione con la Vox che fornisce micro radioline o collegamenti tramite app per rimanere collegati via radio. Una sorta di lezione a distanza pur in presenza.

Cuc esiste anche un vademecum per l’allievo?
Certamente non sono i maestri a doverlo scrivere. Però prima di ogni lezione, un minimo di tempo sarà dedicato a ricordare il comportamento da tenere durante una lezione. Ricordiamo che il sistema può reggere soltanto se tutti – e sottolineo proprio tutti –  fanno la loro parte.

Noi siamo un anello importante del sistema durante la pratica dello sci e proprio per questo il maestro deve essere il primo a dare l’esempio di buon comportamento. L’obiettivo non è quello di salvare il Natale ma di poter proseguire durante l’intera stagione. Ricordiamo poi, anche se lo davo per scontato, che tutti i maestri dovranno utilizzare strumenti di protezione, le ben note mascherine, certificate.

Confermo – interviene Bonelli – il Colnaz ha lasciato a noi fare riferimento ai vari dpi (dispositivo di Protezione Individuale). Non esisteranno mascherine marchiate Amsi, ogni scuola può usare e personalizzare il modello che vuole a suo piacimento, purché siano garantite dal marchio Cee e autorizzate. Certo è che con la mascherina chirurgica non si sbaglia.

Come la mettiamo con l’inevitabile contatto che può nascere quando l’allievo è il bambino?
L’argomento è ben presente nelle nostre Linee guida –  dice il presidente Colnaz. Di base il maestro deve sempre garantire la massima sicurezza. Se il bambino cade o ha bisogno di aiuto per rimettere lo sci che si è sganciato, certo che interviene. Ovviamente deve farlo con ogni tipo di cautela. Poi non è che in un documento come quello da noi redatto si possa scrivere l’esatta dinamica di come questo debba avvenire.

Il maestro è un professionista formato per intervenire e risolvere ogni situazione di sua competenza. Dunque, il maestro non si troverà di fronte al dubbio: “Ecco e adesso come lo tiro su?”. Abbiamo previsto tante situazioni. Non ultima quando il piccolino deve fare pipì o deve soffiarsi il naso. Chi lo accompagna? Chi lo aiuta?

In questo caso, soprattutto quando le lezioni durano più di un’ora, si chiederà la reperibilità di un genitore. Ma se questo non fosse in quel momento possibile, nell’equipaggiamento del maestro è prevista la presenza di guanti in lattice, e fazzolettini monouso. Così come di mascherine di riserva se l’allievo dovesse romperla.

Non per essere monotono o ripetitivo – precisa Bonelli –  ma se il bambino cade e ha bisogno di assistenza, il maestro interverrà certamente come ha sempre fatto. Questo è fuori discussione. Ma il problema non sussiste, poiché sia il maestro che l’allievo sono super protetti e l’intervento si risolve in brevissimo tempo e all’aria aperta. Il maestro avrà poi la cura di non incrociare mai il viso del bambino.

Presidente Bonelli, qual è stato l’argomento trattato che vi ha messo più in difficoltà?
Quello del tracciamento. Riuscire a compartimentare e risalire ai contatti di un eventuale positivo. Per questo si sarà rigorosi nel reperimento dei dati base dell’allievo. Ma non solo. Non ci saranno interscambi di allievi da un corso all’altro, cosa che capitava abbastanza abitualmente nei gruppi.

Cuc, e se l’allievo è straniero, quindi con probabile regole nazionali o un semplice percepito diverso rispetto al nostro?
Esiste un solo regolamento e vale per chiunque, senza deroghe o differenze, ci mancherebbe!

Ma è per questo – interviene Bonelli –  che all’atto della prenotazione, abbiamo stabilito che l’allievo riceva un piccolo prontuario con le regole da seguire. Una sorta di “Le buone regole della lezione di sci”, valide sia per il maestro che per l’allievo. Avremmo voluto spiegare ogni punto ai direttori delle scuole a Skipass, ma sappiamo che l’evento è stato annullato. È programmato nei prossimi giorni un webinar e tutti saranno informati.

Bonelli, ma in questo periodo avrete parlato col territorio. Cosa vi dicono, cosa vi chiedono, che tipo di preoccupazione c’è tra i maestri?
La preoccupazione c’è perché stiamo parlando della sussistenza di oltre diecimila famiglie. C’è la speranza che per Natale si possa iniziare a lavorare, pur consapevoli che la situazione non è per niente allegra.


Il presidente Colnaz (Collegio Nazionale) Giuseppe Cuc

È anche vero, dice Bonelli, che però la categoria professionale deve dimostrare un grande senso civico. È un momento difficile dove tantissimi cittadini sono messi a dura prova. Noi non abbiamo alternative se non quella di farci trovare pronti, sperando possa partire la stagione, che per molti è il pane che porta in casa. La sopravvivenza.

Però è altrettanto vero che rispetto a tante categorie, in questa situazione pandemica, la nostra è stata solo sfiorata dal punto di vista economico. Abbiamo perso poco più di venti giorni e non mesi, uscendo da un inverno positivo. Dico questo perché ho sentito levarsi alcune voci che lamentavano l’assenza di aiuti economici. La nostra posizione giuridica è pari a quella di tanti altri ed è stato dato quello che spettava per gli aventi diritto.

Ci sono migliaia di persone che stanno ancora aspettando la disoccupazione o la cassa integrazione. Migliaia di aziende che stanno attendendo che gli venga liquidato il contributo nazionale a fondo perduto.

Credo che la nostra preoccupazione maggiore non debba essere quella dei sussidi che non abbiamo ancora ricevuto, dopo una stagione che tutto sommato abbiamo salvato.

Caso mai dobbiamo preoccuparci di quella che ci attende, prepararci ad affrontare il futuro. Ad esempio fissando le regole giuste, dimostrando la massima professionalità in ogni ambito. Se si dovesse vedere in giro un maestro senza mascherina, guai! La partita per noi inizia da qui in avanti. Dovremmo giocarcela bene, ripeto, da professionisti!

È chiaro – interviene Cuc – che se dovesse verificarsi la situazione peggiore, interverremo con ogni forza. Noi e l’intero comparto dell’industria bianca. Sappiamo bene quanto grande sia e quale danno provocherebbe al settore, dagli impianti agli alberghi, dagli sci club alle aziende dell’attrezzo.

Si sappia che ci siamo fatti sentire dal Governo già dal 13 marzo scorso. A Roma sanno benissimo chi siamo e quanto valiamo. Riconoscono la figura del maestro come punto di riferimento assoluto in montagna. Anche per questo, e lo abbiamo scritto, il maestro di sci deve attenersi alle precauzioni massime non solo quando si trova in pista.

Ma anche nella vita privata o nei momenti after lesson. Ne va di mezzo non solo il suo personale lavoro, ma quella dell’intera scuola sci o addirittura di tutta la stazione. È per questo che più di una volta sia Bonelli che io usiamo la parola professionalità.

Il presidente Amsi (Associazione Maestri Sci Italiani) Maurizio Bonelli

Nelle Linee Guida immagino abbiate trattato anche il punto qualora un maestro dovesse risultare positivo…
Certo che sì. In questo caso il maestro viene per così dire isolato e segue la normale prassi. Tampone nel più stretto giro di tempo. Una verifica dei contatti che ha avuto permetterà di capire chi dovrà osservare il periodo richiesto di isolamento. La dinamica del nostro lavoro permette, come detto prima, di effettuare questi controlli abbastanza facilmente.

Qui però interviene non il nostro sistema – dice Bonelli – ma le linee dettate a livello nazionale. Quello che abbiamo non imposto, perché non ci è consentito, bensì consigliato, è un referente Covid all’interno delle scuole che possa interfacciarsi con l’RSPP (Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione) e ricordare regole e indicare il comportamento più indicato da seguire. E se necessario valuti anche l’auto isolamento della scuola. Tutto dipende dalla tracciabilità delle persone con cui è entrato in contatto.

Ecco perché è importante, come dicevamo prima, già a monte applicare le nostre linee guida.

Mi ripeto, se non abbiamo la compartimentazione non riusciamo a risalire al tracciamento corretto.

Avete affrontato anche aspetti commerciali, intendo prezzi calmierati delle lezioni?
Non è nelle nostre corde, risponde Bonelli, questo aspetto, ma non può che essere iniziativa della singola scuola. Io dico solo che proprio in virtù di quanto detto finora, la nostra professionalità vale ancora di più, perché evidentemente il lavoro del maestro va un poco oltre all’aspetto puramente tecnico.

Detto ciò, dubito che qualche scuola alzi i prezzi. Non esiste una tabella-tariffe comune. C’era, ma è stata tolta qualche anno fa. Il mercato è libero, esiste però una deontologia. Se spunta fuori una scuola che dimezza le tariffe io gli chiedo spiegazioni. Non credo che questo accadrà mai. Almeno, finora non si è mai verificata una situazione così estrema.

E riguardo a eventuali rimborsi di lezioni non effettuate?
Bonelli
: si va per legge, ma la storia è tecnicamente tortuosa da spiegare. Diciamo che le scuole  si impegnano soprattutto in iniziative atte al recupero delle lezioni. Non può esistere una regola comune. Detto questo all’atto della prenotazione è bene chiarire preventivamente con la scuola cosa accade qualora accadesse una situazione del genere.

Cuc ricorda che in alcune scuole della Valle d’Aosta è stato introdotta la Ski refund, una sorta di assicurazione che, con un paio di euro in più, ti risarcisce qualora non possa avvenire la lezione prenotata per diversi motivi. Tra questi casi è previsto anche il Covid. Ovviamente se colpisce l’utente, ma non se viene bloccato il paese da un Dpcm.

Per concludere, come la mettiamo con i corsi maestri, aggiornamenti e selezioni?
Beppe Cuc
: questo è un aspetto molto delicato. La formazione deve continuare e con la riapertura di giungo la macchina si è subito rimessa in moto. Molte regioni si sono mosse con la parte teorica via web, quindi a distanza.

Altre Regioni, in cui la legge lo ha consente, hanno deciso di far slittare i confronti di un anno. Per quanto riguarda le selezioni, Basilicata e Abruzzo sono riuscite e farle. Altre le hanno programmate tra dicembre e gennaio, ma stiamo parlando del recupero dello scorso anno. Siamo sempre lì, tutto è legato alla partenza della stagione.

Giuseppe Cuc Colnaz e Giuseppe Cuc Colnaz e Giuseppe Cuc Colnaz e Giuseppe Cuc Colnaz e Giuseppe Cuc Colnaz e Giuseppe Cuc Colnaz e Giuseppe Cuc Colnaz e Giuseppe Cuc Colnaz e

 

 

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).