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I Maestri della scuola sci White Passion chiedono chiarimenti alle Istituzioni

Riceviamo una lettera da parte dei Maestri di sci della scuola White Passion (Collio – BS) nella quale chiedono chiarimenti alle istituzioni di riferimento. Ovvero, al Presidente della Fisi Flavio Roda e p.c. Co.Scu.Ma, al Presidente Amsi Maurizio Bonelli, al Vicepresidente Amsi Nazionale e Presidente A.M.S.I. Lombardia Luciano Stampa, al Presidente Colnaz Giuseppe Cuc e al Presidente del Collegio Regionale Maestri di Sci della Lombardia Cristian Pedretti che hanno ricevuto in data 17/02/2021.

Con la presente, senza dimenticare la grave situazione sanitaria in cui ci troviamo e il doveroso e dovuto rispetto per le vittime, vorrei comunicarVi il nostro disappunto e malumore per la “stagione” invernale particolare in corso, che non è mai partita per quanto riguarda la realtà delle Scuole di Sci e dunque per i Maestri soci e i Maestri liberi professionisti, che collaborano con le scuole stesse, per il bene del comparto della montagna, del turismo e dello sport.

Diversamente gli sci club si sono trovati, come definito dalla F.I.S.I., in condizioni di lavorare e poter allenare gli atleti professionisti e non, riconosciuti di “interesse nazionale”.

Dovreste spiegare il metodo con cui avete compreso nell’accezione “interesse nazionale” anche bambini dai 7 agli 11 anni, molti dei quali non riescono a qualificarsi neanche per le fasi regionali.

Perché gli unici titolati ad accompagnare i bambini in pista siano solo gli allenatori escludendo totalmente i Maestri di Sci, quando dal testo tecnico di “Formazione e Cultura F.I.S.I.” si evince che il Maestro di Sci sia titolato a pieno merito e diritto ad insegnare ad un allievo, dal principio fino all’agonismo, sia per discipline tecniche e veloci, utilizzando ausili didattici per allestire gli ambienti dove sviluppare le attività, avendone tutte le conoscenze e le capacità?

Perché il Maestro di Sci, appena diplomato, iscritto ad uno sci club, può accompagnare sulle piste di allenamento e gara, dando indicazioni e correzioni agli atleti di “interesse nazionale” dello sci club stesso, senza avere la certificazione di allenatore?

Ricordo sommessamente che nella “Carta Europea dello Sport”, a cui la F.I.S.I. e tutti gli organi che si confanno allo sport, anche dello sci, come il Col.Naz. e gli organi collegiali regionali, vengono riportati i principi leganti dello sport, a cui dovrebbero rifarsi, come tutti.

All’articolo 2 si cita testualmente: “Ai fini di questa Carta: I. Si intende per “sport” qualsiasi forma di attività fisica che, attraverso una partecipazione organizzata o non, abbia per obiettivo l’espressione o il miglioramento della condizione fisica e psichica, lo sviluppo delle relazioni sociali o l’ottenimento di risultati in competizioni di tutti i livelli”.

Riteniamo che questo articolo citi tutto quello che debba essere compreso nella pratica anche del nostro sport e si evince come non esista nessun “interesse nazionale” legato in particolare modo all’agonismo, ma un unico interesse nazionale nell’individuo, qualsiasi esso sia, che pratica sport a qualsiasi livello.

Snaturare questo, da parte di un’Organizzazione riteniamo sia stato, quantomeno inopportuno e limitante, creando ulteriori differenze e discrepanze.

Le prese di posizione da parte della F.I.S.I. sono state poche e sporadiche, basti osservare quelle legate alle ultime notizie in merito di chiusure, fatte a mezzi stampa, con poche parole legate alla discordanza con la chiusura e nulla più.

Dalla Organizzazione che detiene la formazione tecnica e didattica dei Maestri di Sci, attraverso Co.Scu.Ma. e con la collaborazione del Col.Naz., ci saremmo e ci aspettiamo molto di più.

Per esempio non capiamo perché creare differenze all’interno del nostro sport, alla luce di quanto sopra riportato, dando origine a lavoratori di serie A e di serie B, quando, citando il testo tecnico-didattico, nel preambolo si legge.

“Il Maestro, quale conoscitore profondo di una qualche disciplina, che egli possiede integralmente e che può insegnare agli altri nella maniera più proficua”.

Perché non inserire le tematiche inerenti allo SNaQ nel panorama del Corso di Formazione dei Maestri di Sci e rilegarlo al comparto “allenatori”? Il maestro di sci è la figura professionale riconosciuta, non l’allenatore, che è una qualifica, sì tecnica, ma prescinde dall’essere Maestro di Sci, da cui ne derivano tutti i doveri etici, morali, fiscali e previdenziali. Speriamo di avere riposte certe in merito.

Grave e disdicevole è venire a conoscenza di video di alcuni Istruttori Nazionali presenti sulle piste, che sono la figura principale deputata alla formazione dei Maestri di Sci, che insegnano a palesi principianti. Provvedimenti? Saper essere chiari e trasparenti deve essere alla base di una Categoria che si denomina “Professionale”. Chi è preposto dovrebbe sanzionare queste situazioni, perché loro devono essere un esempio di rettitudine etica e morale.

Secondo quanto previsto per legge, nella stagione in corso, i Maestri di Sci, hanno pagato la quota associativa del Collegio della Regione Lombardia, oltre che quella dell’AMSI, senza avere esercitato. Per la stagione a venire dovranno ripagarle?

Secondo noi no, tranne coloro che hanno lavorato, ossia che hanno praticato sul campo in questa stagione, dato che ci aspettiamo che si siano eseguiti i dovuti controlli in merito, rispettando le indicazioni che avete imposto. Perché è stato fatto? Vero?

Per quanto riguarda la situazione delicata che i Maestri di Sci stanno vivendo, è stato detto da parte del Collegio Regionale Lombardia, durante l’Assemblea a gennaio, e scritto, vedi “relazione introduttiva” inviata in precedenza, che “la gestione è stata connotata da un’intensa attività profusa dal Consiglio Direttivo in favore della figura professionale del Maestro di Sci”. Noi non abbiamo letto nessuna obiezione al fatto che allenatori sì! e Maestri e Scuole di Sci no.

Noi, maestri di sci, avremmo dovuto essere ascoltati a inizio dicembre per poter esprimere il nostro parere e le nostre opinioni per mezzo del Collegio rappresentante. Tutto ciò non è avvenuto! Siamo delusi!

Come scuola nel suo complesso rispettiamo sempre le regole per tutelare la salute di tutti. Rinunciando, per il bene comune all’attività lavorativa nei momenti opportuni. E rispettando adempimenti economici operosi, senza remore. Come continueremo a fare in futuro semmai ci siano le basi di risarcimento del danno avuto, che aspettiamo vengano poste in essere. Non nelle parole, ma nei fatti, dato che a livello sportivo i ristori sono stati dati alle associazioni sportive dilettantistiche come gli sci club.

Secondo noi gli Organi competenti avrebbero dovuto fermare l’attività dei club, o quantomeno i club stessi, per solidarietà, dovevano interrompere le loro mansioni. Ci saremmo aspettati un “o tutti o nessuno”, per non creare inutili differenze nel rispetto dei Professionisti del comparto sci.

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).