Il “Pensiero di un mestro di sci” di oggi si intitola: “La fuga in avanti”
La Val Gardena proprio ieri ha confermato l’apertura per il 18 gennaio degli impianti. Possibilità che avranno tutte le stazioni altoatesine per volontà del Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher.
Ovviamente tutto il mondo dello sci, della montagna e del turismo bianco, ha accolto con grande gioia le parole del Presidente, primo esponente politico a dichiarare l’Alto Adige pronto e in sicurezza per quella data a ospitare i turisti che vorranno venire in vacanza in Val Gardena per sciare.
Rimane ovviamente “aperta” la questione dei colori delle diverse Regioni tra loro, ma il messaggio di Kompatscher è stato chiaro.
Oltretutto, come Regione Autonoma, l’Alto Adige potrebbe anche non applicare i DPCM nazionali, impugnando una propria legge sull’autonomia. Il condizionale è però d’obbligo perché su questo argomento lo Stato non si è ancora espresso.
Resta comunque il fatto che una Regione così importante per il turismo della neve si sia fatta sentire in un momento come questo, dove regna l’incertezza sulle prossime aperture.
Vedremo quali saranno le risposte delle altre Regioni di montagna, anche perché non è che ci sia tanto tempo da qui sino al 18 gennaio per prepararsi alla stagione.
Intanto dal CTS non è ancora pervenuta nessuna notizia e questa lentezza certamente non aiuta chi con la neve ci lavora. Dal 7 gennaio l’apertura è stata volutamente rimandata per i motivi che ormai conosciamo, a chiederlo sono state proprio le Regioni alpine. Facciano però in modo che per il 18 gennaio sia dato “finalmente” il via libera allo sci turistico.
Il Governatore del Veneto Luca Zaia, ospite ieri in TV della giornalista Barbara Palombelli a “Stasera Italia“, ha parlato, nel caso di ulteriori rinvii (in Veneto possibili per strutture ospedaliere congestionate), di aspettarsi dallo Stato congrui ristori per la montagna.
Che è un altro di quei problemi da affrontare, non con spot al “gerundio” ma con cifre – reali! – alla mano.
Non è più soltanto una questione di impianti, c’è, come ha ricordato Zaia , tutta una filiera che è ormai ferma da mesi. Come i maestri di sci!
Ecco perché i ristori non possono e non devono essere “dimenticati” dallo Stato. E bene ha fatto il Governatore del Veneto a ribadirlo, senza tanti giri di parole.
Inutile negarlo: in montagna, di soldi ne sono arrivati ben pochi dal Governo centrale, qualche cassa d’integrazione (non per tutte le categorie), sussidi di disoccupazione (limitati) e qualche spicciolo ai ristoratori per giustificare aperture “stop and go“. Oltretutto difficili da programmare visto che: “Quello valido oggi non è più valido domani“. Forse è (anche) per questo che l’Alto Adige ha preferito fare una… fuga in avanti?
Walter Galli
P.S. Altro nuovo DPCM, Stato d’emergenza probabilmente prorogato sino a luglio. Scienziati virologi che, oltre a presentare in TV i propri libri, spiegano che per contenere una nuova terza ondata sia necessario un lockdown ancora più restrittivo di questo. Vaccini e siringhe che non ci sono o non vanno bene. Chiudere sarà l’unica risposta del Governo. Per questo tifo Alto Adige, in nome della montagna. La fuga in avanti La fuga in avanti