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La “Prima” di Brignone in Coppa, per merito di Much

Domani Federica Brignone si presenterà sulla pista “Schlossberg” di Lienz laddove iniziò la sua carriera in Coppa del Mondo per merito di Much Mair. Era stata convocata proprio dal velocista dell’Italjet, che in quel periodo ricopriva il ruolo di Direttore Agonistico delle squadre.

Federica quell’inverno non aveva quasi sciato per niente, perché stava eseguendo il corso dei Carabinieri a Roma. Dovere, ci mancherebbe, ma era furibonda! Due mesi, in pieno inverno, a stagione agonistica iniziata, a Roma in caserma a marciare!

Proprio non pensava avvenisse questo quando l’avevano arruolata. Ma era così per tutti. Non c’era niente da fare. Esisteva però una regolina che consentiva di abbandonare la caserma in caso di chiamata… “alle armi” in Coppa del Mondo, unica deroga possibile.

Much, carabiniere anche lui, lo sapeva. Così per farla respirare un po’, decise di convocarla, anche se non è che avesse fatto chissà che per meritarsi tale privilegio.

L’azione di Federica Brignone nel suo debutto in Coppa del Mondo avvenuto a Lienz il 28 dicembre 2007

Era una semplice giovane promettente di Coppa Europa. E le disse: “Visto che non riesci a raggiungere le compagne in Coppa Europa, e considerando che c’è una finestra aperta, ti convoco in Coppa del Mondo, così vedi un po’ che aria tira”.

Federica partì con il pettorale 64 ma sciò bene solo nel tratto finale della pista. tagliò il traguardo, ma rimase a un secondo circa dalla qualificazione (48esima). A parte il suo debutto, furono due giorni trionfali per lo sci Azzurro, perché vinse Denise Karbon in gigante (terza Nicole Gius) e Chiara Costazza in slalom. Fede era ad aspettarle in entrambi i casi, al parterre e saltò dentro come un grillo per gettarsi tra le loro braccia.

In quella sua prima gara non andò tutto per il meglio. Si registrò infatti, una terribile caduta dell’americana Resi Stiegler. Finì quasi tra gli alberi e si distrusse le ossa. Al punto da non poter gareggiare nei due anni successivi. La gara fu interrotta per oltre 40 minuti. E Fede al cancelletto di partenza non se la passava benissimo.

Si legge nell’articolo di Gianmario Bonzi, telecronista di Eurosport e cronista per il quotidiano il “QN”: “Non avevo mai sciato sul barrato perché nelle Fis e in Coppa Europa, uniche gare cui partecipavo, le piste non erano mica preparate così… E dissi tra me e me, oddio, ma adesso io come scendo di qua“.

Quella di oggi è una Fede decisamente differente. La paura non sa nemmeno cosa sia e la barratura spera propria venga sempre fatta.
Per Lei, comunque, la gara di domani avrà mille significati in più. E secondo noi anche Much Mair sarà lì a tifare per lei, così come 12 anni fa!


Ma noi non ci accontentiamo e vogliamo sapere anche cosa accadde quel giorno in casa Ninna Quario.
Ricordo benissimo quel giorno, ci mancherebbe. E poi mi chiamano “Enci” abbreviativo di enciclopedia, perché ricordo quasi tutto sempre. Figuriamoci quel 28 dicembre 2007. Se ne parlò tantissimo di quell’esordio nei giorni precedenti.  I giornali andavano riempiti e le notizie in circolazione erano poche, forse perché una diciassettenne che esordiva in Coppa del Mondo in quegli anni (l’età media delle atlete era di almeno 4/5 anni in più)  faceva in ogni caso notizia forse e soprattutto perché Fede era figlia d’arte, figlia mia appunto.

Partendo col numero 64 è finita 48ª a +3″,15 dalla Karbon che poi vinse la gara. Fu una bella esperienza e poi portò fortuna anche a Chiara Costanza.

Per me è stata un’emozione molto ma molto più forte del giorno in cui ho esordito io. Non c’è proprio paragone. Dal giorno in cui Paolo Deflorian, l’allenatore della squadra C femminile, chiamò annunciando la convocazione per noi furono giornate di attesa ansiosa, culminate con la scritta “64 Brignone Federica started” apparsa sul live della FIS.

In quel momento il cuore batteva fortissimo ma i numeri sono stati crudeli. Al primo intermedio dopo circa 30 secondi Fede perdeva già uno e quaranta e a quel punto, scemata del tutto, l’unica speranza era che arrivasse in fondo senza farsi male.

Da mamma tifosa che conosce bene la sua atleta pensai subito che fosse caduta. E non mi sbagliai. Al telefono poche ore dopo ebbi la conferma del fatto che Fede aveva messo giù il sedere nella prima diagonale prima dell’intertempo, appunto.

E chi se ne importa” pensai. Per me l’importante era che fosse tornata a casa felice e contenta. Sono certa che si divertì moltissimo. Mi parlò con entusiasmo dell’ambiente della Coppa del Mondo e soprattutto della squadra italiana. Condivisi la sua felicità e le dissi: “Fede, vedrai, per fare anche risultato ci sarà un’altra occasione. Almeno speriamo“.

Il resto della storia la conoscete molto bene!

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).