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Martina Zanitzer, esordio in Coppa del Mondo a 16 anni e papà Gianluca…

Martina Zanitzer, esordio in Coppa del Mondo a 16 anni e papà Gianluca…
Esordire in Coppa del Mondo a 16 anni, che traguardo! Nel salto è così, vedi Lara Malsiner (o la sorella maggiore Lara), classe 2000 convocata a Lillehammer nel dicembre del 2015. Una situazione che a noi ricorda i primi passi di Mikaela Shiffrin (esordì due giorni prima di compierli), ma Martina Zanitzer (Sci Cai Monte Lussari) con lo sci alpino non ha nulla a che fare, perché ha scelto un altro sport: il salto con gli sci! E attualmente è in squadra nazionale B.

Anche se papà Gianluca è nato con lo skilift sottobraccio al punto da diventare presto allenatore nella sua terra, quella di Tarvisio. Oggi si trova nel team di Max Carca col Gruppo Coppa Europa, ritornato dunque nel giro della nazionale dopo tanti altri trascorsi.

Generalmente in famiglie come queste i figli seguono le orme paterne, eppure Martina ha virato verso il salto e oggi ha esordito sul trampolino di Ljubno, nella vicina Slovenja. Non è riuscita a passare la qualifica per soli 3.3 punti, per la gara programmata a San Silvestro. Un niente. Sull’HS 94, con un salto di 76 metri, ha infatti concluso al 55esimo posto (su 71) quando bisognava entrare nelle top 50,

Papà Gianluca non ha potuto assistere al debutto per via delle restrizioni e nemmeno mamma Isabella e il fratellino Leonardo di 12 anni. “Ed è un vero peccato – dice Gianluca – perché ero anche a casa. Va beh, capiteranno altre occasioni”.

La domanda è d’obbligo: perché il salto e non lo sci?
Eh, me lo chiedono sempre tutti. Diciamo che quando era piccolina, 4, 5 anni, in estate cercavamo di farle fare qualcosa di divertente assieme alle sue coetanee, figlie di miei colleghi, chi dello sci, del salto o del fondo. Sai, qui non è che abbiamo squadre di pallavolo, basket…

Un giorno le avevamo portate sul 10 metri del centro di Tarvisio e tutti avevano subito notato un particolare interessante: arrivata sul dente non si faceva cadere come le altre, ma cercava proprio di saltare, o meglio di volare. Guarda, io non ne capisco di salto, però credo che se la sensazione del volo ti entra dentro, ti rapisce.

Ma non ha mai sciato?
Certo che sì, sciava e saltava, poi però quando è arrivata agli 11, 12 anni bisognava prendere una decisione. E Martina non ha esitato nemmeno un secondo: Papà, voglio fare il salto! In effetti se avesse scelto lo sci sarei stato un po’ più tranquillo.

Hai allenato e insegnato a Mattia Casse ad andare a 130 all’ora e temi per il salto?
Eh ma sono due cose diverse. Il salto non lo conosco. Diciamo che non sono sempre tranquillissimo, ma non temo più di tanto. E sai perché? Ho sempre visto Martina, fin da piccola, molto determinata e sicura. C’è stato un momento in cui qualche pensierino me lo sono fatto. Nel 2017 era sul 30 di Predazzo. Atterrò un po’ storta e cadde rompendosi il braccio.

Le hai detto, qualcosa tipo, cara Marti, meglio cambiare?
Magari è stato il primo istinto ma poi arriva anche il momento della riflessione. Se stai sul divano a giocare con il cellulare il braccio non te lo rompi, se salti da un trampolino può invece succedere. Se però segui un percorso serio, ti alleni con regolarità, credi in quello che fai e ti poni degli obiettivi, quando capita l’imprevisto, stai pur sicuro che riesci a trovare la forza per tirarti sù.

Questo è lo sport, un insegnamento che ti porti dietro per tutta la vita.

Quindi cosa fai? Distruggi tutto il tuo percorso per un braccio rotto?

Cosa pensi quando la vedi in volo?
È come se entrasse in una specie di mondo tutto suo. Sarà il vento sul viso, le forze che deve combattere con il pieno controllo del corpo, il desiderio di atterrare sempre più in là… Ma lo sai cha vanno anche a 90 all’ora nell’aria? Ripeto io di salto ne capisco poco, ma dev’essere uno sport straordinario!

Dove si allena?
Qui siamo fortunati, a Tarvisio c’è il 10, 20 e 30, quindi per i primi passi, ma a pochi minuti c’è il centro di Planica che è stupendo. Oppure a meno di mezz’ora abbiamo il Villacher Alpenarena, in Austria. Lei va matta per la struttura di Planica. Un giorno mi ha mandato un video con un suo salto dall’HS 120 raggiungendo 127 metri! Mi è venuto un colpo!

Chissà mamma Isabella…
Eh non ne parliamo. Già le mamme stanno sempre più in pensiero dei papà, poi lei vive l’atmosfera con maggiore intensità rispetto a me. Io bene o male sono sempre in pista con i Giovani, Isa invece è con lei tutti i giorni.

Martina da piccola con quella che era il suo idolo e con la quale ha corso oggi, la giapponese Sara Takanashi, vincitrice di 4 Coppe del mondo una medaglia olimpica e sette iridate!

In realtà Gianluca ha un fortissimo sentimento per la famiglia. Stava spiccando anche lui il volo in diverse squadre. Lo ricordiamo a fianco di Claudio Ravetto ai tempi di Giorgio Rocca, poi con squadre di Coppa Europa sia maschili che femminili. Quindi anche l’estero con gli Svizzeri Junior, poi i polacchi.

Maryna Gasienica-Daniel, oggi 27enne, è passata sotto le sue grinfie. In tutto questo percorso è però tornato a casa sia per la nascita di Martina che per quella di Leonardo. E allora ha iniziato a fare lo slalom tra il Bachman, il Comitato FVG e un gruppo privato di qualità, lo Ski Dreams Nidec, costituito assieme ad altri colleghi per far crescere tanti giovani, come, ad esempio Taranzano, entrato nel giro della Nazionale.

Però ti sei perso la prima…
Non me lo ricordare, maledetto covid. Con le restrizioni la gara si è svolta a porte chiuse. Ma è stata brava dai. L’ho sentita poco fa, era contenta ma anche un po’ dispiaciuta per non aver passato il taglio. Avrà altre occasioni, è così giovane. Deve farsi anche le ossa nelle Fis, nelle “Conti” (analoga alla coppa Europa dello sci), all’Opa Cup, all’Alpen Cup… insomma il ghiaccio l’ha rotto e penso abbia vissuto una giornata che non dimenticherà mai.

Quindi nessuna delusione…
Assolutamente no. Martina è molto determinata, se vuole una cosa fa di tutto per riuscire a raggiungerla. Poi come tutte le ragazze della sua età ha qualche momento no. Di buono ha un aspetto caratteriale importante. Almeno, credo che lo sia anche nel salto, ovvero che in gara rende più rispetto all’allenamento.

Leonardo invece?
Lui gioca a calcio e scia. Pare sia anche bravino, quinto l’anno scorso al Pinocchio. Però ha solo 11 anni e anche se sono un allenatore impegnato nell’alto livello, non sono di quelli che pressa per fare centinaia di pali al giorno. I presupposti per spiccare il volo li ha, ma dipenderà soltanto da lui.

Spiccare il volo?
Scherzavo! Martina Zanitzer esordio in  Martina Zanitzer esordio in  Martina Zanitzer esordio in

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).