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Programmi, obiettivi e sogni di Hrovat, Slokar, Robnik, Bucik e capitan Kranjec

Nel Palazzo Colmar di Monza abbiamo incontrato Hrovat, Slokar, Robnik, Bucik e capitan Kranjec per carpire il loro programmi, obiettivi e sogni

Abbiamo incontrato gli sciatori della nazionale Slovenia a Monza nella sede di Colmar, dove si sono svolte le prove delle nuove divise con tanto di rifiniture sartoriali! E allora ecco il punto sulla stagione appena conclusa ma anche gli obiettivi futuri con l’arrivo, per le donne, di Livio Magoni.

Zan Kanjec è uno dei top player del gigante, ma l’anno scorso ha ottenuto solo un podio (2° a Santa Caterina). Una stagione condizionata dalla perdita del padre, avvenuta l’11 dicembre per un incidente sul lavoro.
Un voto per la stagione scorsa è stato tra 6 e 7. Avrei voluto raggiungere risultati migliori ma per alcuni problemi non sempre sono stato nello condizioni migliori. Non è stata una stagione negativa ma so di poter ottenere di più. A volte non mi sono sentito in totale fiducia con molti pensieri in testa e non sempre pienamente focalizzato. Per questi motivi la stagione non è stata tra le più facili. Ora, dopo i test a Bansko, mi sento in fiducia.

Se potessi ripetere una gara quale sarebbe?
Sicuramente in molte occasioni avrei potuto fare meglio ma penso la prima manche ai mondiali. Indietro non si può tornare quindi è meglio guardare avanti.

Cosa farai in estate in previsione della prossima stagione?
Sicuramente presterò grande attenzione alla preparazione fisica. Poi dalla fine di luglio scierò a Sans Fee e da metà agosto in Argentina per la preparazione sulla neve e il setting dell’attrezzatura. Avere fiducia nei propri sci è il primo passo. La stagione scorsa è stata un buon banco di scuola. Ho imparato molto. Voglio prepararmi bene e poi pensare gara dopo gara. Ci sono le Olimpiadi dove ogni atleta ambisce alla medaglia, che è l’unica cosa che conta. Però non sarà l’unico pensiero della stagione.

Meta Hrovat, 23 anni, gigantista, è l’atleta più forte della squadra slovena. La Slovenja ha regalato al mondo dello sci alpino tanti miti: da Mateja Svet a Urška Hrovat, da Spèla Pretnar a Tina Maze…: rappresentano qualcosa per te?
Penso abbiamo avuto una grande eredità e questo è uno dei motivi per i quali abbiamo iniziato a sciare. Sono orgogliosa di arrivare da un paese nel quale lo sci sia così importante e spero, con le mie compagne e quelle che verranno di riuscire a onorare la tradizione dello sci alpino.

Arriva Livio Magoni (ex allenatore di Petra Vlhova), che idea ti sei fatta di lui?
Lui è una grande persona. Non penso sia rigido come dicono bensì abbia una mentalità molto aperta. Ora inizierò a vedere lo sci sotto una luce differente. Faremo tutto quello che sarà possibile per migliorare e lavoreremo duramente, questo è sicuro.

Quale credi siano i tuoi aspetti tecnici sui quali invece devi ancora migliorare?
Devo lavorare su molti aspetti tecnici. So che posso migliorare molto. Questo non è un male perché la consapevolezza è il primo passo. C’è molto lavoro da fare ma non mi spaventa.

Cosa è andato storto ai Mondiali di cortina?
Ho avuto un approccio sbagliato dal punto di vista mentale caricandomi eccessivamente di pressione. Dopo la prima manche non sono riuscita a reagire anche se fisicamente ero a posto. È comunque stata una grande lezione e penso che sarò più forte alle Olimpiadi

Olimpiadi: preparazione, pensiero e concentrazione saranno tutti per il gigante di Pechino e le gare di Coppa saranno affrontate come percorso per preparare il grande evento, oppure al diavolo un percorso scientifico e ogni gare di Coppa si corre sempre e solo per vincere?
Penso che l’intera stagione, compresa quella olimpica, sia molto importante. Le Olimpiadi sono un evento speciale al quale ogni atleta vuole mettere in mostra il meglio. Però la stagione non sarà meno importante.

Programmi dell’estate?
Scierò molto sul ghiacciaio. Devo lavorare molto sulla tecnica e con Livio abbiamo fatto un grande pianificazione. Molta preparazione fisica ma anche momenti di svago. Non sarà esclusivamente allenamento bensì imparare a staccare e attaccare la spina per non disperdere energie mentali.

A chi devi la tua esplosione?
Se penso alla mia vita in generale, ma anche nello sci, penso mia madre. Ogni volta che le cose non andavano come speravo, e nella vita di un atleta succede spesso, lei era lì. Poi i vari allenatori che mi hanno aiutato sia dal punto di vista tecnico che mentale perché, specialmente nello sport femminile, la componente umana gioca un ruolo fondamentale.

Tina Robnik, a 29 anni, è una gigantista pura. A parte Ilka Štuhec, che però è una velocista, è la veterana della squadra. Una stagione, l’ultima, non proprio da incorniciare
Non sono molto soddisfatta della stagione appena conclusa. Ho approcciato la stagione che ero già stanca. Mi sono allenata molto, ero preparata molto bene fisicamente ma mentalmente ho risentito per non essermi presa delle pause. Abbiamo avuto una stagione difficile con condizioni spesso difficili, ma questo è un aspetto comune per tutte.

In 11 anni di Coppa del Mondo quali sono gli aspetti più rilevanti che in 11 anni hai visto cambiare nella coppa del mondo?
Che oggi ci sono molte più atlete più giovani di me! In passato le condizioni della neve erano più ghiacciate rispetto agli ultimi anni. Diciamo che la grossa differenza è stata quest’anno.

Cosa ti manca per arrivare al podio?
Penso che alcune cose debbano combinarsi. Essere in buona salute e preparata al meglio ma anche avere la giusta fiducia. L’aspetto sul quale devo lavorare maggiormente è la continuità, riuscire a sciare dall’inizio alla fine senza pause.

Ci sono due giovani, Hrovat e Slokar che stanno venendo fuori bene, per te sono uno stimolo o è una concorrenza un po’ fastidiosa?
Assolutamente uno stimolo. Io sono contentissima che ci siano giovani che si affaccino e migliorino. Anche durante gli allenamenti il confronto è continuo. Loro sono molto più giovani di me e io sono la loro prima tifosa, sono contenta quando anche loro raggiungono i successi. Non siamo così tante e la felicità di una contagia le altre.

Ana Bucik ha 27 anni. I risultati migliori arrivano in slalom, meglio rispetto al gigante. Dopo il podio in combinata nel 2018 ha ottenuto qualche top ten. Nessun grande acuto. Che voto dai alla tua stagione?
Da 1 a 10 mi do un 8. Penso sia stata una buona stagione.

Sembra che godere di un team privato, vedi Shiffrin, Vlhova, Gut… dia molte più possibilità, se non certezze, di potere diventare leader: tu ci hai mai pensato?
Qualche volta sì ma non cambierò e continuerò ad allenarmi con la squadra. Può essere importante avere un coach personale all’interno della squadra ma il confronto con le compagnie è altrettanto centrale nella crescita.

La gara che vorresti ripetere perché col senno di poi…
Avrei voluto ripetere le due gare che non ho finito. Nel gigante ai Mondiali, dove ho sciato molto forte sbagliando prima dell’arrivo, e alle finali dove, anche in quella circostanza sono incappata in un errore prima del traguardo

La gara che non potrai mai dimenticare…
Adoro gareggiare in Flachau. Sono sempre contenta di tornarci e, anche se non ho ancora ottenuto grandi risultati, sono sempre contenta di gareggiare su quella pista.

In quale specialità hai più margini di crescita e qual è l’aspetto tecnico più rilevante da migliorare per poter vincere
Penso in slalom di avere i maggiori margini di miglioramento. Ho cambiato tanto nella tecnica ma devo lavorare ancora sul ritmo per riuscire ad avere continuità di prestazioni e rendimento. La cosa più importante è riuscire a mantenere un buon ritmo a prescindere dalle condizioni della neve, che preferisco dura. Voglio che la prossima sia la mia miglior stagione di sempre. Ambisco a ragigungere il top 7 in slalom e top 15 in gigante, così a fine anno sarei soddisfatta.

Andrea Slokar, 23 anni, astro nascente di gigante e slalom, ma è venuta fuori solo quest’anno. Come valuti la tua stagione?
Non posso ritenermi soddisfatta perché ho iniziato bene ma poi mi sarei aspettata di più. Diciamo che sono felicemente insoddisfatta.

Tempo fa ci avevi detto che non avresti mai rinunciato al tuo allenatore Boštjan Božič (che ha dichiarato di adorate Livio Magoni) ma sembrerebbe che ti allenerà anche Livio Magoni: è così?
No, io continuerò a lavorare con Boštjan Božič che è il mio allenatore. È una persona che ritengo indispensabile. Se lui vorrà avvalersi della collaborazione di altri non ci saranno problemi, per me resta lui il mio punto di riferimento.

Comunque scierai anche con la tua amica Meta che, come ci avevi detto, ti sarebbe piaciuto?
Assolutamente sì, abbiamo già iniziato. Lavoriamo tanto insieme condividendo momenti e passioni. Sono contento di lavorare con altre atlete ma resto sempre focalizzata sul mio lavoro. Non guardo le altre persone, mi piace divertirmi e lavorare in un ambiente piacevole ma le indicazioni tecniche restano individuali.

Obiettivo 2021/22?
Ambisco a raggiungere il podio e non in una sola occasione bensì elevare il mio livello per riuscire a rimanerci con continuità. Programmi obiettivi e sogni Programmi obiettivi e sogni

About the author

Andrea Ronchi

Andrea Ronchi è milanese di nascita e di cuore, rigorosamente a strisce rossonere. Ama lo sport in generale e da ragazzo si è cimentato in diverse discipline. Discreto tennista e giocatore di pallone, è rimasto folgorato dalle palline con le fossette in tarda età, o meglio, troppo tardi per ambire a farne una carriera ma sufficientemente presto per poter provare il brivido e la tensione dell’handicap a una cifra. La passione lo ha portato a fare del golf un lavoro e oggi, oltre a essere nel corpo di redazione della rivista Golf & Turismo, è prima firma di Quotidiano Sportivo e ospite fisso nella trasmissione televisiva Buca 9. Quando la neve copre i fairway prende gli sci, sua altra grande passione, e gira per le Alpi “costretto” dal suo ruolo di responsabile del turismo per la Rivista Sciare. È un duro lavoro, ma qualcuno le deve pur fare...