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Provocazione, desiderio incontrollato e un pizzico di malinconia

Chiamiamola provocazione, desiderio incontrollato o semplice malinconia, ma la famiglia Troncone di Avellino è pronta per sciare sulla spiaggia chiamata Mappatella Beach, uno dei simboli di Napoli.

Ciro ha caricato la macchina come fa sempre quando si appresta a raggiungere l’Aremogna per il week end. Assieme a lui la moglie Thuana, il figlio Bryan e il nipote Simone Carbone. Perché la montagna, la neve, lo sci sono una malattia di famiglia. Un bene (per alcuni un male) irrinunciabile.

Tuttavia non fanno scene isteriche e non sbattono i pugni sul tavolo. Aspettano il momento dell’apertura sperando avvenga presto. Perché allora prendersi la briga di raggiungere il mare di Napoli vestiti da sci?

“Per un sacco di motivi” – spiega Ciro – e te li dico in ordine sparso. Il gruppo facebook Oec (Oggi è così si scia) rappresenta l’entusiasmo dello sci del sud. Ci confrontiamo quotidianamente.

Parliamo di gare, tecnica, piste… E quando il nostro comandante Rino Barbato mi ha chiesto se ero disposto a girare questa scena, non ho esitato. Perché lo scopo non era quello di fare la classica foto spiritosa da social. Tutt’altro!

Nel nostro piccolo, anche se siamo ormai 18mila iscritti, vogliamo lanciare un messaggio. Su una spiaggia, con gli scarponi pucciati nel mare, forse si comprende meglio come lo sciatore sia riparato e coperto, rispetto al bagnante dell’estate.

Con le solette rivolte verso il Vesuvio può essere chiaro come lo sci non sia un fatto esclusivo delle Alpi. L’entusiasmo che abbiamo noi probabilmente nemmeno è paragonabile. Non è una gara di chi ama di più lo sci, intendiamoci. Ma come per noi il mare è un fatto acquisito, per uno di Trento o Bolzano lo sci è routine.

Noi lo sci dobbiamo conquistarcelo e non senza sacrifici. Certo anche qui abbiamo località ben attrezzate, ma quando la passione ti entra dentro, non esiti a prendere l’auto e raggiungere Hintertux a settembre per due o tre giorni di sci. Capisci cosa intendo?

Ecco Ciro Troncone, la moglie Thuana Brenna, il figlio “capellone” Bryan, e il nipote Simone Carbone. Sono sulla nota “Mappatella Beach”. 

In quella foto sembra ci sia anche un senso di ribellione.
Più che di ribellione, perché noi ribelli non siamo, direi di solidarietà nei confronti delle stazioni invernali. Tutte. Le nostre e quelle del nord. Perché lo sci è stato preso di mira come fosse il male oscuro. Forse ancor più delle discoteche. Ha il binocolo puntato contro. Sembra ci siano le stesse sentinelle che fanno la guardia a un carcere. Noi un linciaggio del genere quando sono capitate scene davvero raccapriccianti in altri ambiti, non le abbiamo viste.

Quindi tutti a sciare?
Non dico questo. Noi andremo a sciare quando sarà possibile farlo. Nel frattempo però sembra sia dato il via a una gara mediatica per chi è più bravo a portare lo sci sul patibolo. Noi davvero, questa cosa non riusciamo a capirla. Non riusciamo a identificare lo spirito di informazione giornalistica, ma una pura e sconsiderata pratica di click baiting!

Pronti a partire! Eh no, non ancora! Sullo sfondo, uno dei simboli di Napoli, Castel dell’Ovo. 

Siamo i primi a difendere la libertà di stampa, ci mancherebbe, ma abbiamo l’impressione che ci sia un vero e proprio disegno. Diretto a posticipare l’apertura degli impianti. Avverrà il 7 gennaio? Noi lo speriamo, ma cominciamo a credere che sia stato solo un annuncio per tenere buono per un po’ il comparto montano.

Non credete che lo sci possa creare assembramenti?
Senza il buon senso della gente gli assembramenti si possono creare ovunque. Abbiamo letto del protocollo redatto dalla conferenza Stato-Regioni. Ora, non capiamo perché il CTS non si sia ancora espresso in proposito. Non diciamo che sia la priorità del paese, però viviamo a contatto con tante località e questa attesa è snervante per loro. Una stazione invernale non l’accendi all’improvviso premendo un bottone. Non tiri su la claire e apri le porte. Anche perché, spero sia chiaro a tutti, da un impianto aperto dipende un’economia enorme.

Ciro e famiglia sono poi rientrati a casa. Vi lasciamo con questa ultima immagine. Che non ha bisogno di essere commentata.
Per chi vuole comprendere qualcosa di più dello spirito che anima gli appassionati di OEC oggi è così si scia, l’invito è di andarli a visitare. provocazione desiderio incontrollato e provocazione desiderio incontrollato e

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).