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Squadra B: Laura Steinmair da children non brillava, poi ha visto Mikaela Shiffrin in Tv e…

Squadra B: Laura Steinmair da children non brillava, poi ha visto Mikaela Shiffrin in Tv e….
La squadra femminile di “Coppa Europa discipline tecniche” ha iniziato a riprendere confidenza con la neve lunedì 12 giugno sulle nevi dello Stelvio. Otto le ragazze agli ordini di Angelo Weiss e Giuseppe Butelli che in gran parte si ritrovano le stesse atlete che l’anno scorso allenavano nella Squadra C.

Tra loro c’è Laura Steinmair, 21 anni (22 a ottobre), originaria della Valdaora. Proprio dove ha mosso i primi passi sulla neve, quando, all’età di soli due anni, il padre Meinhard le ha messo ai piedi un bel paio di sciettini di plastica della Fischer (e da allora non ha più cambiato marca). Capita spesso, specie in Alto Adige, quando i papà sono maestri di sci (lui è della Skischule Kron) e abitano proprio di fronte agli impianti (in questo caso di Plan de Corones).

Laura con papà Meinhard a 2 anni: i primissimi passi!

Fino ai children Laura è rimasta nello sci club di casa, poi dalla categoria Giovani è entrata nelle file dell’Amateursportclub Gsiesertal (Val Casies), poiché assicurava un’attività più intensa.

L’unica in casa a non parlare di peso sull’esterno, forza centrifuga e busto a valle è mamma Anita che scia per diletto, ma non è mai entrata in un tracciato di gigante. Tutti gli altri sono cresciuti a pane e pali!

E sono tanti perché Laura è la quarta di cinque fratelli: Matthias 25 anni e Tobias 17, hanno da poco smesso con l’agonismo, Hannah 14, è in piena attività e Sophia 6, non fa ovviamente ancora gare ma c’è il forte sospetto che manchi pochissimo perché entri anche lei nello sci club.

D’altra parte, Anita e Meinhard si sono sempre fatti in quattro per permettere ai cinque figli di fare sport. I sacrifici non si possono nemmeno contare!

Qui inizia l’avventura…

Intanto Hannah ha già espresso un desiderio…

“Eh sì, per forza, vuole diventare come la sorella maggiore naturalmente, ma non sa ancora che la strada è ancora molto lunga”.

Per lei o per te?
Per me, ovvio, per lei non ne parliamo neanche! Ma le ripeto spesso che deve tenere duro indipendentemente dai risultati. Io ho iniziato “ad andare” dal primo anno Giovani.

Nessuna bel risultato nei children?
Niente! Ero proprio scarsetta, ma – non so se è un pregio o un difetto – ho la testa dura. Ho sempre avuto Mikaela Shiffrin nel mirino!

La Shiffrin?
Facevo di tutto per guardarla in TV. Che brava che è! Non so se ci ho dato dentro per questo ingenuo spirito di imitazione, ma sicuramente il sogno di vincere un giorno in Coppa del Mondo è nato da quelle immagini.

Di vincere… hai già le idee ben chiare!
Non ne ho tante, ma se non hai quella, dove vuoi andare…

E quanto ti manca per arrivare lì?
Ci vorrebbe la sfera di cristallo. Non intendo quella della Fis, ma di una esperta fattucchiera! Per ora, giù la testa, lavoro, lavoro, lavoro… 

Della serie, nello sci impossibile avere certezze…
Qualcuna c’è dai. Se impari a sciare bene prima o poi lì ci arrivi. Ora mi sto concentrando su questo.

Devi affinare ancora tanti aspetti tecnici?
Eh, me ne dicono di cose… Diciamo che il difetto più importante da eliminare, e prima o poi accadrà, è che tendo a iniziare la curva con la parte alta del corpo. E poi sto maledetto esterno: devo starci di più sopra! Sono cose che mi porto dietro un po’ da sempre.

Me lo facevano notare anche i miei allenatori dello sci club, prima Helmut Schranzhofer, ma soprattutto suo fratello Oswald che ha iniziato a seguirmi dal primo anno Aspiranti. Diciamo che in allenamento c’è la condizione ideale per far caso a tutto quello che ti dicono gli allenatori, poi in gara le cose cambiano.

La lotta col cronometro non lascia molto spazio ai pensieri. Cerchi solo di andare più veloce possibile, se ti metti a ragionare tagli il traguardo quando la premiazione è finita! Qualche “bacchettata” me le son preae anche da Marco Senoner, allenatore della scuola che frequentavo in Gardena, l’ITE Raetia di Ortisei, con cui mi capita ancora oggi di sciare assieme.

Quindi hai dovuto trasferirti lì per tutto il liceo?
Per forza, dal lunedì al venerdì, poi tornavo a casa nel week end. Ma non ha pesato per niente, quella scuola è bellissima, perché ti assicura un’ottima qualità di studio e allo stesso tempo ti consente di fare la vita da atleta al 100 per 100.

Mi ha anche permesso di imparare l’italiano, perché noi a casa parliamo solo tedesco. Mamma mia che fatica l’anno scorso quando sono entrata in Squadra C. Non capivo niente! Per fortuna le mie compagne sono state davvero molto carine con me e mi hanno aiutato fin dal primo giorno.

Ora lo parli bene, te la stai cavando benissimo!
Dici? Mah… diciamo che va meglio. Merito della vita di squadra, bene o male facciamo lunghi periodi assieme e a parte Elisa Platino che è di Merano nessun’altra parla tedesco.

C’è un bel clima in squadra?
Assolutamente sì, lavoriamo bene, c’è la giusta tensione, ma anche momenti di divertimento. D’altra parte, quando in squadra convivi con una come Beatrice Sola di sicuri non ti annoi!

Abbiamo accennato ai tuoi punti deboli, ora veniamo a quelli di forza!
Qui facciamo presto! Mi dicono che d’istinto butto le spatole verso il basso.

A me dicono anche che sai dare il meglio sul difficile
Sì, è vero, ma non so perché, sarà l’istinto. Più la pista è ripida e ghiacciata più mi viene facile. Si vede che non ho paura e che non vivo l’avvicinarsi dei punti più complicati del tracciato come un problema.

Ti hanno preso in squadra anche per questo?
Diciamo che in C ci sono entrata grazie alla vittoria del GPI 2021. Ero seconda in classifica, ma poi riuscii a conquistare l’ultimissima gara, lo slalom di Santa Caterina (davanti ad Andrea Craievich e a Tite Sola).

Agli allenatori queste situazioni piacciono!
Me la sono giocata senza paura, non ero nemmeno così tesa.

A proposito di paura, come siamo messi con la velocità?
Che non credo diventerò mai una velocista. A livello propedeutico ben venga, ma diciamo che mi accontento dello slalom e del gigante.

Più slalom o più gigante?

Ti dirò, all’inizio mi piaceva di più lo slalom specialità dove ottenevo i risultati migliori. Da un paio di stagioni, invece, mi trovo più a mio agio nel gigante. E poi ho debuttato in Coppa Europa nel 2018 tra le porte larghe, ma non ho ancora avuto occasione di affrontare una gara nel circuito continentale tra i rapid gates.

Spero quest’anno di essere convocata anche in questa specialità. Dipenderà anche da come andranno gli allenamenti estivi. Dopo Ushuaia ci sarà forse un quadro più chiaro.

Mai stata laggiù, immagino?
No, mai. Speriamo che non si ripresenti il problema covid a fermare tutto. Anche la possibilità di girare il mondo è un aspetto favoloso della nostra attività. Poi, se mi chiedi qual è il posto più bello che ho visto finora ti rispondo casa mia!

Sei in quella fase in cui l’obiettivo assoluto è quello di abbassare i punti, altrimenti c’è il rischio di andare a casa: questo può generare una sorta di angoscia?
Ma no, nessun patema, la vivo in maniera molto tranquilla, tanto bisogna solo sciare bene poi i risultati escono. D’altra parte, non ci si inventa niente, non è che ti alzi alla mattina e abbassi i tuoi tempi di due secondi.

Il percorso bene o male è uguale per tutte, a meno che non sei un fenomeno, Shiffrin appunto, ma quante sono?

Lo sponsor personale di Laura è la nota azienda di Dobbiaco “Hoku Holzbau”, carpenteria e impresa di costruzioni in legno, fondata nel 2001 dai fratelli Horst e Kurt Taschler. È molto attiva nello sport con sponsorizzazione di eventi, associazioni e atleti (vedi Dominik Windisch)

Si deve anche avere la fortuna di rimanere lontane dalla mala sorte, infortuni patiti finora?
Due anni fa ho dovuto fare i conti col mal di schiena. E che male! Esami di qua, esami di là, non se ne veniva a capo. Ho smesso di sciare per quattro mesi mettendomi nelle mani del fisioterapista che è riuscito a risolvere il problema. Da allora mai più sentito male.  

Ora chi ti prepara a livello fisico quando sei a casa?
Da quattro anni lo stesso che lavora con i Giovani del mio sci club, Andreas Huber. Cura anche l’aspetto alimentazione anche se non parliamo di chissà quali diete.

Mental coach?
Mai avuto uno. In questo momento non credo di averne bisogno. Ma non escludo che possa capitare. Sai, più si alza l’asticella maggiori sono i dettagli da curare.

Obiettivi principali della stagione?

Sciare bene, fare qualche bella gara in Coppa Europa (miglior risultato, 14° nel GS di Kapaonik -SRB), migliorare i punti Fis (ora ne ha 22 in slalom e 26 in gigante) e poi, chissà…

Chissà…
Già, una bella convocazione… Dai non diciamolo neanche!

Obiettivo finale?
Vincere in Coppa del Mondo! Squadra B: Laura Steinmair Squadra B: Laura Steinmair Squadra B: Laura Steinmair

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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