Professione Montagna
Mar-Apr 2022

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Il numero 164 (marzo/aprile 2022) di «professione Montagna» è stato chiuso e mandato in stampa un mese dopo l’inizio della guerra in Ucraina e viene distribuito tra gli operatori professionali della montagna bianca quando ancora  quella follia sta scuotendo il mondo. L’inverno 2021/2022 doveva essere quello della «ripartenza» dopo la stagione della chiusura totale degli impianti. E lo è stata fino al 24 febbraio, con dati confortanti sugli accessi ai comprensori sciistici e nonostante la situazione meteorologica non sia stata delle migliori con una forte scarsità di precipitazioni naturali soprattutto sull’arco alpino e nonostante la situazione pandemica non fosse per niente risolta anche se ottimamente controllata dallo scudo delle vaccinazioni e dalle misure di prevenzione. L’entusiasmo del popolo dello sci, per quanto privato in larga parte della consueta presenza straniera,  aveva portato le società impiantistiche a considerare positiva questa ripartenza, con numeri che in alcuni casi ripetevano addirittura quelli dell’ultima stagione «normale», vale a dire quella del 2018/19. Poi l’invasione dell’Ucraina è arrivata a comporre i termini di una tempesta perfetta che, insieme alle residue conseguenze della pandemia, ha peggiorato la situazione con l’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime. Per i gestori delle skiarea il costo dell’elettricità che muove gli impianti e del carburante che muove i battipista è schizzato a livelli insopportabili. L’afflusso dell’utenza straniera, in particolare dai Paesi dell’Est europeo, si è ulteriormente ridotto per non dire estinto e  i due mesi di marzo/aprile, che in genere aiutano a rimpinguare i bilanci e a recuperare da partenze di  stagione traballanti, quest’anno non saranno certamente galline dalle uova d’oro. Di questa situazione problematica, di questa situazione che tutto sommato era partita bene e che invece rischia di finire male, parlano nei loro editoriali Roberto Della Torre e Valeria Ghezzi, presidente dell’Associazione Nazionale Esercenti Funiviari.

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Professione Montagna Mar-Apr 2022

Nella sua nuova veste di organo ufficiale dell’ANEF, «professione Montagna» ha avviato una serie di incontri con le realtà regionali dell’Associazione che rappresenta la grande maggioranza degli impiantisti italiani.  In questo numero della rivista è la volta della Valle d’Aosta e dell’AVIF, l’Associazione Valdostana Impianti Funiviari associata all’ANEF che raccoglie le società operanti al cospetto delle montagne più alte delle Alpi.  Il suo presidente, Ferruccio Fournier, a 83 anni è più che mai attivo alla guida dell’Associazione di cui è stato uno dei fondatori 45 anni fa. Nei suoi ricordi è racchiusa tutta l’evoluzione del processo che ha condotto all’attuale situazione caratterizzata dalla prevalenza della mano pubblica nella titolarità delle aziende più importanti.

«Case history» dedica in questo numero la sua attenzione ai lavori che in Val Gardena hanno consentito di rigenerare un antico percorso che collega l’Alpe di Siusi ad Ortisei per creare la praticamente la nuova pista «Pilat». È questo soltanto uno degli ultimi interventi che all’interno del Dolomiti Superski migliorano ogni anno, costantemente, un’offerta di sciabilità che è ai vertici della qualità nel mondo intero. Dalla sua nascita in poi e nel corso della sua costante crescita, il celeberrimo consorzio intervallivo delle Alpi Orientali non ha mancato di perfezionare continuamente i collegamenti tra le diverse zone sciabili per sviluppare quel concetto di «integrazione» che è stato alla base della sua ispirazione e dell’azione dei pionieri che l’hanno attuata. In questo inverno della ripartenza si segnalano tre interventi in particolare, tra i quali, appunto, la rigenerata pista «Pilat» che scende dall’Alpe di Siusi a Ortisei e che si affianca alla nuova funivia Doppelmayr in Val di Tires e alla cabinovia che a Cortina collega le Tofane alla zona delle Cinque Torri attivando un ulteriore e comodo «varco di accesso» al circuito del Sella Ronda

Monterosa Ski è il comprensorio che lega in un unico sistema sciabile, tra Valle d’Aosta e la piemontese Val Sesia,  gli impianti e le piste della Val d’Ayas, della Valle del Lys e dello skirama di Alagna Valsesia. Il progetto è stato avviato negli anni Ottanta ed è cresciuto fino a diventare una delle maggiori offerte sciistiche delle Alpi Occidentali. Nel tempo l’attività delle diverse società impiantistiche che operavano in origine nelle tre vallate sono state assorbite dalla mano pubblica che ha saputo potenziare le possibilità del comprensorio con una serie di importanti investimenti infrastrutturali. Sono due le società che gestiscono gli impianti di questo comprensorio, la Monterosa SpA in Valle d’Aosta e la Monterosa 2000 in Val Sesia, strette naturalmente in un rapporto di collaborazione. «pM» ha incontrato Giorgio Munari, amministratore delegato di Monterosa S.p.A. la società che gestisce gli impianti della Val d’Ayas e della Valle del Lys. In cima agli impegni di questi ultimi anni la necessità di potenziare il sistema di innevamento tecnico e affrontare la contingenza delle difficoltà derivate dalla pandemia ma già pensando ad un progetto molto ambizioso che porterebbe al collegamento con Cervinia e Zermatt

Dopo l’annullamento del 2020, dal 26 al 28 aprile prossimi, presso il grande complesso fieristico Alpexpo di Grenoble, va in scena la 25° edizione di Mountain Planet, la rassegna espositiva di respiro internazionale che vuole porsi come occasione ideale di incontro, di scambio commerciale e di affari per gli operatori del turismo montano di tutto il mondo. È un importante «ritorno», un segnale di ripartenza dopo i due anni trascorsi nel tunnel della pandemia

Con il significativo titolo «Bentornati!  E benvenuti!» si apre un grande servizio- passerella su una serie di «marchi» presenti alla fiera di Grenoble che torna finalmente ad accogliere gli espositori per presentare le loro novità e riallacciare «in presenza» i rapporti commerciali con gli operatori di tutto il  mondo come non succedeva praticamente dal 2019.

Torna finalmente a essere organizzata «in presenza» Prowinter, rassegna dedicata in particolare al noleggio che si svolge da oltre vent’anni presso i padiglioni della Fiera di Bolzano. È fissato per il 14 aprile «Prowinter Season Finale», nuovo format della rassegna bolzanina che quest’anno concentra in un giorno incontri tematici ed eventi quali il convegno per i gestori degli impianti altoatesini e tirolesi e le premiazioni di club e atleti. In primo piano resta il focus sull’attività di noleggio con la quinta edizione dello Ski Rental Summit curato da Alfredo Tradati

Andrea Macchiavelli, docente di  Economia del Turismo all’Università di Bergamo, firma un suo studio redatto per far parte di una antologia di interventi scientifici sul cambiamento climatico, una delle problematiche più incombenti che il mondo si trova ad affrontare all’alba del terzo millennio. Svincolata dalla situazione contingente ed emergenziale della pandemia da Covid, la ricerca ripercorre storicamente il rapporto tra la montagna bianca e il clima mutante dimostrando come, nonostante la diminuzione della neve naturale e l’aumento delle temperature, sia stata capace di affrontare la sfida e di rilanciarsi confermando la propria vitalità con una serie di adattamenti sul piano tecnologico e sul piano delle politiche di gestione delle località

Mauro Valt, esperto del Centro Valanghe di Arabba, parla di «nivologia», di precipitazioni nevose e di una stagione che conferma purtroppo un trend conolidato da anni. Nevicate «promettenti» tra novembre e i primi di dicembre, poi una carenza generalizzata con precipitazioni naturali assenti o solo modeste e locali in gennaio e febbraio, in un periodo caratterizzato tra l’altro da frequenti venti di Föhn. Una situazione che sembra straordinaria ma che ha invece una frequenza ripetitiva negli ultimi dieci anni. L’eccezione, ormai, è da considerare una stagione come quella passata, stracarica di neve e, purtroppo, «inutilizzata» dal turismo invernale…

La sezione «Servizi alla clientela» in questo  numero vede le presenze di «Euroservis» , la società di consulenza aziendale guidata da Erik Švab che ha aperto la nuova sede centrale a Trieste e rinnova il suo impegno altamente professionale nel settore della finanza agevolata e nel supporto alla gestione di programmi di sviluppo; di Klüber Lubrication, la grande azienda di oli e sostanze lubrificanti presente in Italia con la filiale di San Giuliano Milanese, che ricorda quanto una corretta lubrificazione delle componenti degli impianti  ottenga la migliore funzionalità dell’impinato stesso e consenta notevoli risparmi energetici; di Funitek, la società di Bolzano che ha curato con le più avanzate tecnologie tutta la componente elettrica necessaria per attivare e automatizzare la nuova funivia di Doppelmayr che collega la

Val di Tires con il Catinaccio; di EEI, azienda di Vicenza che propone soluzioni di «revamping» per l’ammodernamento di azionamenti esistenti per funivie con motori in corrente continua; di GEA, azienda di Langhirano (Parma), protagonista nel settore delle installazioni ludiche; di FAR, il grande retificio di Provaglio d’Iseo (Brescia)

Demaclenko e Technoalpin sono i due marchi leader nel settore dell’innevamento tecnico. L’azienda di Vipiteno che fa parte del gruppo HTI presenta le sue nuove lance EOS; l’azienda di Bolzano presenta i due nuovi generatori a ventola TR9 e TT9 con cui alza lo standard di rendimento e performances garantendo un minore consumo di risorse.

Neveplast, l’azienda bergamasca leader nella produzione di piste da sci artificiali, ha allestito una pista con il suo manto sintetico NP30 al Falkensteiner Family Resort Lido di Casteldarne, in Val Pusteria. Dopo il grandioso successo della pista di Copenhill a Copenhagen, un nuovo intervento «ad hoc» per affermare un’altra delle molte potenzialità di utilizzo della «neve di plastica».

Per l’Osservatorio Legale, Marco Del Zotto si occupa di una sentenza della Corte di Cassazione che ha rigettato la richiesta di risarcimento avanzata da una donna verso il proprio Comune di residenza per essersi infortunata su una scalinata dai gradini sconnessi.  L’Alta Corte ha ritenuto che non ci fosse nesso tale tra cause ed effetto da giustificare la fondatezza della richiesta. In altre parole, la «colpa» dell’incidente non è stata dei gradini sconnessi ma della sbadatezza e dell’imprudenda della donna.  Lo stesso nesso di causalità è riproducibile sulle piste da sci, dove la «colpa» spesso non è delle condizioni della neve e del percorso ma dell’imprudenza e dalla sconsideratezza dello sciatore.