Professione Montagna

Sull’impatto ambientale Carezza fa sul serio

Sono decisamente ambiziosi gli obiettivi con cui il comprensorio altoatesino di Carezza (1170m-2337m), nella Val d’Ega, vive questa nuova stagione sciistica.

Quella di Carezza è infatti la prima area sciistica italiana ad aderire al Patto per la Neutralità Climatica 2025, «una carta d’impegni» sovranazionale (www.klimaneutralitaetsbuendnis2025.com) a cui hanno aderito finora 131 aziende, organizzazioni e località impegnate a rendere la loro impronta aziendale carbon neutralizzata entro un massimo di 12 anni.

Ma Carezza Dolomites ha fretta e non aspetta: l’impegno assunto dalla località altoatesina con questa adesione è rendere «neutral» la propria impronta aziendale entro un massimo di tre anni.

«Vogliamo fare ogni sforzo per evitare inutili consumi energetici», spiega Florian Eisath, amministratore delegato di Carezza Dolomites.

Da quando, nel 2011, il comprensorio sciistico di Carezza ha deciso di dare vita, assieme alla località svizzera di Arosa, al progetto «Zone sciistiche climatiche alpine», il carburante risparmiato è stato fino al 30%, nella preparazione delle piste, e fino al 25% nelle operazioni di innevamento.

A rendere possibili questi risultati, un sistema di innevamento elettronico intelligente e un metodo di preparazione basato su tracciati GPS e misurazione della profondità della neve.

Con questo nuovo passo, però, Carezza vuole spingersi ancora oltre.

«Ci teniamo a estendere anche ad altri ambiti gli sforzi messi nel ridurre l’impatto, evitando ad esempio l’uso della plastica nei ristori alpini e puntando sull’impiego di carta riciclata, sia per uso igienico che per ufficio», puntualizza Florian Eisath.

«Misurare, ridurre e compensare»: è questo il motto che guiderà le future azioni del comprensorio.

Non guardando però alle sole emissioni di CO2, bensì anche ad altri gas ad effetto serra, come metano o protossido di azoto, ossia i cosiddetti CO2 equivalenti (CO2e).

Questa unità di misura è stata introdotta per permettere di confrontare i diversi gas serra in termini di impatto climatico.

«In una prima fase che, probabilmente, si concluderà già entro la fine di quest’anno, i nostri esperti in azione nel comprensorio ne rileveranno le emissioni di CO2e avvalendosi di un metodo di calcolo standardizzato», spiega Elisabeth Präauer del Terra Institute, referente altoatesina per le questioni attinenti al Patto per la Neutralità Climatica 2025.

Carezza gioca dunque a carte scoperte, mettendo in tavola il suo impatto climatico.

«In un secondo momento aiuteremo l’impresa a definire misure di minimizzazione dell’impronta aziendale di CO2e – continua Elisabeth Präauer – Applicando la cosiddetta regola dei dodicesimi: il primo anno le aziende sono chiamate a compensare almeno 1/12 delle emissioni di CO2e calcolate, nel secondo anno sono 2/12, nel terzo diventano 3/12, eccetera».

Un’impresa ha dunque a disposizione un massimo di 12 anni per diventare neutrale dal punto di vista climatico.

Ma «Carezza Dolomites punta ad essere neutral entro il 2022», sottolinea Florian Eisath.

La neutralità climatica è un risultato ottenuto non solo con interventi di riduzione a livello regionale, bensì anche attraverso misure di compensazione globale.

«Le emissioni inevitabili dovrebbero essere compensate mediante il sostegno finanziario dato a importanti progetti di difesa del clima portati avanti nei Paesi in via di sviluppo», sintetizza l’esperta Elisabeth Präauer.

Questi progetti vengono selezionati dal Patto per la Neutralità Climatica 2025 in collaborazione con la fondazione no-profit svizzera Myclimate.

L’entità dell’importo a compensazione dipende dalle emissioni inevitabili calcolate e viene fissato per tonnellata di CO2e.

«Siamo seriamente impegnati a fare qualcosa di buono, per il clima globale e per la natura della Val d’Ega», ricorda Florian Eisath.

Tutti gli eventi organizzati nell’area sono dunque «green», organizzati cioè secondo il criterio della sostenibilità ecologica, riducendo al minimo la produzione di rifiuti e incoraggiando al massimo la raccolta differenziata.

Per promuovere in generale un minor uso di plastica e lattine nel comprensorio, Carezza Dolomites intende, in un prossimo futuro, coinvolgere nel progetto sostenibilità anche i ristori alpini e i loro gestori.

Sono 20, in totale, le baite e i rifugi che nel comprensorio sciistico climatico di Carezza servono, sulle belle terrazze al sole, piatti e specialità della cucina italiana e altoatesina.

La stagione va dal 30 novembre al 22 marzo 2020. In quello che è qui il leggendario regno di Re Laurino, il regno degli gnomi all’ombra del Catinaccio, sono soprattutto i bambini a divertirsi alla grande sugli sci.

Con due parchi sulla neve, una pista a tema, una sala giochi al calduccio e il programma di animazione studiato apposta per i bambini, il tempo vola nell’area sciistica di Carezza.

I ben 40 chilometri di piste che si snodano ai piedi del Catinaccio e Latemar sono facili e comode da raggiungere: la cabinovia in centro a Nova Levante dista solo 15 minuti dallo svincolo di Bolzano Nord.