Tecnica

Per ricominciare ci vuole ampiezza di movimento

Se ti stai chiedendo quale debba essere l’approccio tecnico per tornare sulla neve, per ricominciare Sciare Campus non ha dubbi, ci vuole ampiezza di movimento. Il discorso tecnico è ffrontato dall’Istruttore Nazionale, nonché ex slalomista Azzurro, allenatore e maestro, Gianluca Grigoletto

Il Covid ci ha costretto a riporre gli sci nella sacca anzitempo. Poco male per gli atleti che hanno ricominciato a giugno. Ma  gli appassionati? Fermi da ben sei mesi!

In questo periodo di pre inverno, è possibile ripartire (detto sottovoce!). Ci vorrà più attenzione del solito per tornare ad avvertire le giuste sensazioni. L’obiettivo primario è quello di sciare sempre in massima sicurezza, a favore del divertimento.

In questo capitolo, vi parlerò di ampiezza di movimento e direzione. Proprio questi sono gli aspetti che sarebbe meglio curare per iniziare a riprendere il prima possibile confidenza con la neve. Sicurezza e gestione del proprio corpo nello spazio tempo.

Tendenzialmente, quando si torna a sciare dopo un lungo periodo di stop (questo secondo me vale per tutte le attività), si tende a essere abbastanza chiusi, o meglio, raccolti nei movimenti. Significa assumere, quasi per un senso di protezione, la posizione fetale. Ci si raccoglie a riccio, insomma, perché si avverte una sensazione di maggiore sicurezza.

In questa sequenza, Fabio De Crignis esegue un esercizio con i bastoni posizionati in modo da evidenziare la «direzione»
dell’asse sagittale del busto. Nell’esecuzione, Fabio accentua la direzione verso l’esterno. Questo perché generalmente, il busto tende a ruotare troppo verso l’interno della curva, con una conseguente ed eccessiva azione rotatoria.  La direzione di sci e bastoni dovrebbe invece essere uguale fino alla massima pendenza. Da lì in poi i bastoni devono rimanere più esterni rispetto alla direzione degli sci

Avrete già capito… Non è un atteggiamento utile. Anzi, così facendo si ottiene un risultato contrario! Durante una qualsiasi azione, indipendentemente dalla velocità e dal raggio di curva, si riesce a ottenere qualcosa di buono solo e soltanto grazie al movimento e alla sua ampiezza. La difficoltà qual è? Quanto ne devo fare, come devo distribuirlo e in quali punti della curva. Perché se non creo movimento un po’ alla volta il rischio è di creare staticità. Entra in gioco anche il tempismo nel decidere in che direzione devo muovermi con i vari segmenti corporei.

Tutto questo può sempbrare un po’ complicato. In realtà la sequenza non lo è perché in fin dei conti basta mettere in atto una serie di movimenti tutto sommato semplici nell’esecuzione. Quello che impegna di più è generare il giusto collegamento tra loro.

Dal mio punto di vista la semplicità paga sempre. Eppure anche gli sciatori più bravi, maestri e istruttori compresi, spesso fanno troppi movimenti. Con un conseguente dispendio di energia. È una questione mentale perché gran parte di quello che ci sembra di dover fare assolutamente, può essere demandato senza alcun problema ai materiali. Perché gli sci sanno sfruttare alla perfezione i movimenti dello sciatore se sono eseguiti correttamente! Provate a pensare ad una cosa alla volta. A rendere semplice il pensiero.


Ampiezza di movimento: un esercizio facile e molto percettivo è quello di sciare normali, aprendo gli sci a spazzaneve a inizio curva. Come?

1. In fase finale di curva, in prossimità del cambio spigoli, iniziare a spostare il busto verso l’esterno della nuova curva. Sottolineo, iniziare a spostare il busto perché non si deve fare tale movimento di colpo. 2. Nello stesso momento, aprire lo sci a monte a spazzane. In questo modo la gamba esterna si allunga e lo sci, quando si appoggia sulla neve, è già in direzione di curva e sullo spigolo.  3. A questo punto, riavvicinare lo sci interno verso quello esterno e proseguire appoggiando la tibia sulla linguetta dello scarpone

La ricerca dell’ampiezza del movimento nelle prime discese è senz’altro utilissima per «combattere» l’assunzione della posizione fetale a riccio. In questa prima fase non importa se si commettono errori. Non fa niente se non viene fuori una curva perfetta. Alcuni di questi movimenti forse il cervello li ha dimenticati. Dovete farli tornare a galla con un po’ di pazienza. Se li sapevate collegare prima, è matematico che tornerano quelli di sempre!

A Sciare Campus dibattiamo molto su questo punto. E i risultati ottenuti dagli allievi mi danno ragione. Il nostro obiettivo non è far sciare bene gli allievi durante il corso. Ma creare i presupposti perché siano in grado di divertirsi, continuando a sviluppare in autonomia ciò che insegnamo. Ma torniamo ancora sul tema di questa puntata: l’ampiezza di movimento, ovvero la grandezza del movimento che andremo a sviluppare.

Un altro esercizio utile per percepire l’ampiezza di movimento a inizio curva, è quello di battere le mani dietro la schiena. Ci sono delle varianti: passare un bastone o entrambi i bastoncini dietro la schiena da una mano all’altra, come si vede nell’immagine.

Nella fase di cambio spigoli sulla massima pendenza, mentre si battono le mani, bisogna cercare di estendere gli arti inferiori.
Con questo esercizio si ottiene un doppio risultato: ci si estende e si avanza con il bacino per compensare l’arretramento delle braccia

Cosa accade in pista nelle prime discese dopo una lunga pausa? Inizio la curva e appena effettuo il cambio spigoli, tendo subito sterzare i piedi e mi abbasso nel tentativo di contenere l’incremento della velocità. Bisogna considerare che l’accelerazione in curva è data dal pendio (e dal peso), dal momento in cui effettuiamo il cambio spigoli fino al raggiungimento della massima pendenza.

L’istinto però mi suggerisce di controllare la velocità sterzando i piedi e portando gli sci, o meglio dire la direzione degli sci, già verso la fine della curva. Così facendo, però viene azzerata immediatamente la pendenza e quindi l’accelerazione.

Di contro, trovandomi a metà curva con l’assetto che invece dovrei assumere a fine curva, creo solo staticità. Per uscirne posso solo affidarmi alla forza, ma a lungo andare mi ritrovo con la lingua sui piedi! È un’azione che porta ad avere solo instabilità.

E i quadricipiti iniziano a fumare! La prima cosa utile per ottenere una corretta gestione dei movimenti, è avere una parziale dose di coraggio. Affrontare movimenti nuovi su un pendio adatto, vi aiuterà a trovare più fluidità di movimento. Se, pronti via, andate subito a cercare piste troppo impegnative, il risultato sarà quello di irrigidirvi in maniera eccessiva.

Quindi ponetevi su un pendio dolce, trovate la giusta motivazione e soprattutto non abbiate paura a gestire movimenti differenti dalle vostre abitudini. Ovviamente se questo avviene sotto l’occhio vigile di un professionista, il risultato sarà più immediato.

Come ho detto in precedenza, la tendenza è quella di essere molto brevi e corti nei movimenti. Ricordiamoci che l’ampiezza, è la quantità del movimento che eseguo, l’escursione del movimento.

Per continuare il discorso dell’inizio curve, è importante riuscire, soprattutto nei livelli intermedi, L4, L5, L6 del corso tecnico italiano, allungare gli arti inferiori, dal cambio spigoli fino alla massima pendenza.

Mentre gli arti inferiori si allungano, quindi si apre l’angolo di chiusura posteriore del ginocchio, quello della caviglia e del bacino si alzano di conseguenza, in quanto i piedi con questi movimenti spingono contro la neve deformando gli sci.

Questo perché i piedi cercano lentamente e continuamente la direzione. Questo significa che mentre ci si estende per arrivare alla massima pendenza, i piedi continuano a ruotare lentamente. Sottolineo lentamente perché è la soluzione migliore affinché la curva diventi omogenea e non si trasformi in una sterzata in pochi metri.

Stesso discorso vale anche per l’avanzamento del baricentro. La distribuzione di tale movimento deve essere ricercato soprattutto dal cambio spigoli fino alla massima pendenza.
A seguire, superata la massima pendenza fino al cambio spigoli, sarà più un discorso di contenimento dello schiacciamento del bacino verso il basso e verso l’arretramento.

Il busto aiuta a dare direzione. L’asse sagittale, cioè quello che ci trafigge il petto come fosse una freccia da dietro a davanti, sul fine cura, è rivolto verso la nuova massima pendenza della nuova curva. Ovvero verso la metà della cura che andiamo ad approcciare.Dalla massima pendenza, il busto continua a girare a una velocità leggermente inferiore rispetto a quella dei piedi. In questo modo si arriverà a fine curva con il busto e il suo asse sagittale rivolto nuovamente verso la massima pendenza successiva.

Provando ad applicare questi consigli, percepirete sicuramente un incremento di velocità, dal cambio spigoli fino, più o meno, a metà curva. Provate prima su pendii più facili e piano piano incrementate la difficoltà. La velocità viene controllata con la chiusura di curva, quindi se vi sentite veloci, provate ad allungare il tempismo di chiusura curva rimanendo per più tempo sullo sci esterno, fino a raggiungere la vostra velocità.
Muovetevi, muovetevi e muovetevi!


I PRIMI DUE CAMPUS DELLA STAGIONE: HINTERTUX E ST. MORITZ

Fin dal primo anno Sciare Campus affronta la stagione invernale con questi due appuntamenti fissi: Hintertux dal 22 al 25 ottobre e Sankt Moritz dal 26 al 29 novembre. Da considerare che alla data di oggi (18 ottobre) non ci sono problemi particolari di restrizioni tra Italia e Svizzera, ma sarà necessario adeguare l’evoluzione della pandemia per proporre eventuali piani B.

Ad esempio per Hintertux, in caso di possibilità ad espatriare, sarà la Val Senales a sostituire Hintertux. Considerando il piano iniziale, per il primo corso dell’anno, l’hotel scelto è il Kirchlerhof Borderlane, tra i migliori della stazione austriaca e nei pressi dell’impianto di risalita principale.

A St. Moritz non si può invece, rinunciare all’hotel Belvedere di Silvaplana. Il corpo docenti sarà disponibile in base al numero dei partecipanti. Questa è per tradizione, la tappa più ricercata dagli appassionati, quindi, non rimane tanto tempo per prenotare. Ricordiamo che il corso si rivolge a tutti, tranne che ai principianti.

I costi: per Hintertux c’è il prezzo promozionale di inizio stagione pari a 690 euro. 830 invece la quota per St. Moritz. Il prezzo considera tre giorni di hotel (HP in doppia), lezioni sulla neve al mattino, di teoria al pomeriggio e video analisi, oltre naturalmente allo skipass.
info@sciaremag.it www.sciarecampus.it

COME ISCRIVERSI
Per iscriversi ai corsi è stato introdotto un unico sistema di prenotazione online. Si va sul nuovo sito  www.sciarecampus.it che offre anche ogni tipo di informazione sulla filosofia ideata dai docenti di Sciare Campus.

Alla voce «Info e prenotazioni» si sceglie il corso cui si vuole partecipare e si compilano i vari campi. Prima cosa si seleziona l’hotel scegliendo la soluzione ideale. Poi la tipologia di camera ed eventualmente la/le persona/e con la/e quali si desidera dividere la camera.

Tutto qui! L’ultimo passaggio riguarda il pagamento dell’anticipo che può essere effettuato via bonifico bancario o con carta di credito. Ricordiamo che ogni corso dura tre giorni (arrivo al giovedì, partenza alla domenica) per ognuno dei quali è prevista una materia tecnica.

About the author

Gianluca Grigoletto

Trentino, classe. È entrato in squadra Nazionale C (giovanile) nella stagione 1992-1993 debuttando in Coppa del Mondo nel ’95 nello slalom di Madonna di Campiglio. Il miglior piazzamento in coppa è un 20° posto ottenuto nello slalom di Kitzbuhel. A livello Nazionale ha conquistato il titolo agli Assoluti in gigante nel ’96 (2° in slalom) e in slalom nel ’98. Ha fatto suo l’oro anche agli Italiani Giovani del ’93 in gigante. Argento invece alle Universiadi del ’95, ai Mondiali militari del ’92 divenuto poi d’argento nel ’96. Primo invece, ai Mondiali Cittadini del ’92. Alla Fis Carving Cup ha vinto 3 Coppe del Mondo e il Campionato del Mondo. E’ maestro di sci, Istruttore nazionale e Allenatore di III° livello. Titolare del negozio “Grigo Sport” a Rovereto. Collaudatore di Sciare da 11 anni. Docented i Sciare Campus