Tecnica

Quali sci usano gli Istruttori per il Master

Curiosità nella curiosità: Carola Ghisalberti, allenatrice del GB Aprica, svela quali sci usano gli istruttori nazionali per affrontare il Master. Momento certamente importante per  questa  “regale” professione.

Il master istruttori è composta da due fasi, la prima costituita dal gigante a tempo e la seconda da archi e teoria. Per affrontare la selezione istruttori servono necessariamente due tipologie di sci differenti: sci da gigante e sci race carve. Partendo dagli sci da gigant,e ognuno ha una predilezione differente: si passa dai raggio 23/25 ai 30 metri, in base al feeling personale con l’attrezzo.

La seconda fase di prove pratiche prevede, nell’arco di una risalita, di cambiare tipologia di arco di curva e livello. Infatti si può passare da un L7 a un L4. Perciò oltre a essere molto elastici mentalmente e soprattutto preparati tecnicamente, serve un attrezzo in grado di supportare la propria performance. Sia ad altissimo livello, proprio come impegno muscolare, sia ad un livello leggermente più basso. Dove le tensioni (muscolari) sono minori, dove i pendii addolciscono e di conseguenza la sciata stessa deve adattarsi a pendio neve e tipologia di curva.

Carola Ghisalberti, sorella di Ilaria Nazionale B Azzurra, maestra e allenatrice, del GB Aprica

Per la mia personale esperienza, consiglierei uno sci race carve pro, creato a immagine e somiglianza dello sci da gigante ma con raggio di curva intermedio 16 e 18 metri. Quindi uno sci strutturato, del quale ti puoi fidare, proprio perché divertentissimo da utilizzare.

Questo si adatta sia a dimostrare un L7 curva ampio/medio/corto Italia, ma allo stesso tempo molto facile da adattare a un L2, curva con velocità e pendii completamenti opposti rispetto a quanto scritto sopra.

Un discorso a parte merita la preparazione dell’attrezzo, in funzione di arco di curva, neve e pendio. Infatti se si pensa a un livello 7 uno dei presupposti sarà quello di creare un ottimo vincolo tra la neve e i nostri materiali. Per questo motivo sarà importante preparare le lamine degli sci come se fosse una gara, prediligendo soprattutto un angolo 87° senza eccessivo tuning (0,5/ 0.75).

Particolare attenzione, va posta alla tipologia di attacchi che andremo a montare sui nostri race carve. Un attacco più pesante darà maggior stabilità all’attrezzo.

Un’altra differenza è data dal modello di piastra, poiché la piastra andrà a influenzare la risposta elastica e la stabilità dell’attrezzo soprattutto nella fase di cambio.

Infine, andiamo ad analizzare il mondo degli scarponi. Dico mondo perché è una galassia a parte dove ci sono un sacco di punti di vista. Sicuramente per essere il più performanti possibile durante una manifestazione del calibro del master istruttori, lo scarpone deve essere da gara e bene preparato. Oltre ai rialzi che ci aiuteranno a sfruttare al meglio le angolazioni e quindi la presa di spigolo, anche la regolazione del canting adeguato allo sciatore.

Elemento essenziale rimane l’affidarsi sempre ai professionisti del settore per trovare il setting più adeguato a voi ed alla vostra tipologia di sciata.

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).