Turismo

La Valanga Gialla

Il mercato cinese sta diventando in quasi tutti i settori quello di riferimento, verso cui in un modo o nell’altro molte aziende puntano; per quanto riguarda lo sci invece siamo ancora agli inizi, ma alcuni comprensori hanno già avuto esperienze di «valanghe gialle» che invadono le nostre bianche montagne. Si parla di «valanghe» perché quando si tratta dello stato più popoloso del mondo, una minima presenza è già per noi un volume enorme.
In Italia i comprensori che si stanno muovendo per adattarsi o attirare questo tipo di pubblico non sono molti, ma soprattutto i maestri che possono insegnare a questo tipo di clientela le tecniche sciistiche in lingua sono pochissimi, tra i pochi c’è Bardonecchia. Se qualcuno si fosse messo ad osservare ogni singolo giorno la stazione della località piemontese, avrebbe visto arrivare pullman su pullman di turisti cinesi attrezzati e pronti a partire per le piste, ma anche tanti turisti indipendenti.<

A Bardonecchia, in alta Val di Susa, il turista cinese, amante delle vette e della neve, trova un’accoglienza fatta su misura e unica nel suo genere: un maestro di sci che insegna in lingua cinese. Tuttavia il paese piemontese non si ferma a una sola risorsa, negli ultimi due anni molti maestri di sci delle scuole di Bardonecchia hanno partecipato ai corsi di formazione e di cinese base tenuti proprio dai due soci sinologi, di China Italy Experience S.r.l., Virginia e Luca.
L’anno scorso, inoltre, è stato promosso e attivato da Luca nei weekend un corso intensivo per gli studenti universitari cinesi di Torino e Milano, in modo da favorire anche chi, a causa di altri impegni, non può muoversi durante la settimana.


Con la nuova stagione sciistica anche il Comune, tramite il Consorzio Turistico e la Colomion S.p.a. (società impianti di Bardonecchia), ha voluto collaborare con Luca per sviluppare il «Progetto Cina». Questo progetto consiste in un piano di promozione accompagnato da un account ufficiale WeChat, piattaforma su cui sono presenti circa 900 milioni di cinesi. Si procederà a breve con diversi incontri formativi per le strutture di accoglienza, in modo da riuscire a rendere Bardonecchia una località «China Friendly».
Con Luca cerchiamo di sapere di più sul rapporto dei cinesi con lo sci.

Come vedono lo sci i cinesi?
Per ora essendo uno sport nuovo, senza una radicata tradizione e vissuto solo in vacanza, tende ad essere considerato un gioco. Quindi il cinese che incontriamo sulle piste pensa di essere a Gardaland.

Non rischia di diventare pericoloso considerare le piste alla stregua di un parco giochi?
Decisamente! Infatti reputo che il lavoro più importante che può essere fatto da parte di tutti i resort che iniziano a vedere una presenza cinese sia l’informazione e l’educazione di questo pubblico. Tutto ciò potrebbe semplicemente passare dalla produzione di materiale informativo sullo sci e magari un sistema segnaletico alla base delle piste che faccia capire dove si può giocare e dove sciare.

Ti sei mai trovato in situazioni di pericolo con i tuoi clienti cinesi per questo motivo?
Solitamente cerco di dare la maggior quantità di informazioni e spiegazioni possibile ai miei clienti. Ma spesso mi è successo di trovarne alcuni per via di situazioni di pericolo create da cinesi senza la minima idea di che cosa fosse lo sci. In realtà la mia prima lezione in lingua cinese l’ho fatta ormai quattro anni fa in seguito alla chiamata della polizia che non sapeva come comunicare con otto ragazzi cinesi che si buttavano, inconsapevoli e sprezzanti del pericolo, sulla pista «baby» senza sapere come fermarsi. Dopo il mio arrivo i ragazzi hanno preso qualche lezione e siamo riusciti a rendere nuovamente sciabile la pista. Questi episodi sono frequentissimi, da cui il bisogno di maggiore comunicazione con questo pubblico.

Come sciano i cinesi?
D’istinto mi verrebbe da dire male. In realtà quelli che vogliono imparare da autodidatta sciano malissimo, quelli che prendono lezione invece trovo facciano progressi molto velocemente per la loro spiccata capacità imitativa e per il loro interesse, che è sempre alto. Devo dire che dal punto di vista del maestro danno moltissime soddisfazioni perché si vede chiaramente l’interesse e la voglia di imparare.

Certo è che imparare la lingua cinese non è propriamente uno scherzo…
Sicuramente non è una lingua semplice, presenta un sistema completamente diverso dalle lingue latine ed europee in genere, ma sicuramente abbinarla a uno scopo la rende molto più facile e divertente. Abbiamo notato, con il tempo, che i maestri che si approcciano alla lingua cinese hanno grandi capacità di apprendimento anche perché riescono a mettere subito in pratica sulle piste le loro capacità linguistiche e ad abbattere così la barriera della timidezza. Inoltre hanno la grandissima fortuna di potersi aiutare con il linguaggio del corpo, diciamo che è il contesto giusto per abbattere le barriere linguistiche e comunicative!

Quando parliamo di corsi di formazione per l’accoglienza del turista cinese, cosa intendiamo?
La cultura cinese, essendo una delle più antiche del mondo, si porta dietro un bagaglio culturale non da poco, molto diverso sotto alcuni aspetti dal nostro. è giusto quindi imparare a conviverci, a gestirlo e a far sentire anche loro a proprio agio a tanti chilometri di distanza dalla propria terra. Ci sono alcune piccole accortezze che possono rendere felice il nostro ospite, come ad esempio salutarlo nella sua lingua.

 

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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