Turismo

Ride Across the Dolomites, Plan de Corones

Ci eravamo lasciati con la domanda: sarà Plan de Corones all’altezza della fama invernale? La risposta è assolutamente sì. Ora, non stiamo parlando di Whistler, il celebre comprensorio canadese Mecca della MTB, però il Panettone si difende alla grande. Come avviene per l’inverno i tre versanti, Riscone/Brunico, Valdaora e Forcia/San Vigilio segnano le discese. Dalla vetta partono i trail che hanno nature diverse e affascinanti.

Innanzitutto, siamo partiti da Versciaco con il preciso trenino che in una mezzora ci ha portato ai tornelli delle ovovie di Kronplatz. Proprio come facciamo in inverno con gli sci abbiamo fatto con le nostre bici. Il fondo dei trails è meraviglioso grazie anche al drenaggio fatto quando sono stati pensati. Tre giorni di pioggia ininterrotta e non sentirli. Tanti tracciati scendono a valle dalla cima degli impianti e appagano i gusti più disparati. Di fatto partono tre tracce che poi si diramano e riuniscono. Comune denominatore la lunghezza. Oltre 8 chilometri ciascuno. Insomma, sappiamo che in inverno ci sono 5 piste nere che, se non si è allenatissimi, fatte una volta ciascuna appagano per il resto della giornata. Il discorso è mutuabile sull’estivo.

Siamo partiti tranquilli con la Herrnsteig, una nera alla quale non manca nulla: rocce, radici, drop con l’aiuto di qualche sponda ma non troppo. Otto chilometri di discesa per 1300 metri di dislivello negativo. Un vero test di abilità non adatto a tutti. Risaliti in vetta alcuni hanno provato alcune varianti ancora più cattive mentre noi siamo scesi verso Valdaora con la pista Gassl. Tipologia totalmente differente: fondo perfetto, sponde alte a contenere le bici a qualsiasi velocità e salti che invitano ad entrare in curva decisi. Si può scendere a qualsiasi andatura prendendo confidenza con il passare dei metri.

Arrivati a valle abbiamo visto dal vero il nuovo impianto Long 1 e 2. Ragazzi una vera e propria opera d’arte. Lunga passerella che permette il carico e la discesa da almeno quattro cabine contemporaneamente e una portata che supera le 2500 persone l’ora. Le cabine portano 10 persone ciascuna e alcune, in pieno tema estivo, sono attrezzate per le bici. Attenti, non stiamo parlando dell’inserimento con bici a incastro, bensì di portabici per tre mezzi proprio come quelli che troviamo in città! Che dire, vi lascio le immagini.

La salita è confortevole e veloce. Siamo tornati in cima e scesi per il terzo versante, quello verso Furcia. Lì abbiamo fatto la foto che vedete in apertura. Il cancelletto lo riconoscete, è quello che in inverno viene utilizzato per la misurazione del tempo che tutti noi abbiamo provato per metterci alla prova o sfidarci con gli amici. Non si può utilizzare in estate ma abbiamo chiesto a Greta Weithaler, ex campionessa del mondo juniores di cross country, di mettersi in posa per noi. Il trail porta a San Vigilio con salti da doppiare, curve con sponde alte da affrontare senza paura pompando per superare le salite che le seguono.

Dopo il pranzo al Rifugio Graziani, posto che già abbiamo conosciuto in inverno che ha confermato la qualità delle proprie pietanze. Scesi a San Vigilio abbiamo attraversato il paese e siamo saliti a Piz de Plaies scendendo poi per la pista analoga. È divertentissima ma vi consiglio di farla più volte per memorizzarla. Una vera e propria palestra per imparare a saltare e curvare.

Terminata la festa delle discese abbiamo pedalato sino ai 2021 metri di Crusc da Rit. La croce che domina la sommità si vede sin da valle e dalla vetta la vista è impareggiabile. Si dominano dall’alto San Vigilio e La Valle con una cornice di montagne a 360 gradi. Sei chilometri e 550 metri di dislivello positivo. Diciamo che ci vuole la gamba o una batteria non in riserva! Cena alla Utia da Rit, un rifugio con una trentina di posti raggiungibile a piedi o con le bici in estate e con ciaspole o sci d’alpinismo in inverno. Lo scorso inverno sarebbe dovuto essere il primo lavorativo ma poi sappiamo com’è andata. Ora teniamo le dita incrociate per il prossimo ma, se non volete aspettare, fate un fine settimana al Panettone, ne vale la pena!

About the author

Andrea Ronchi

Andrea Ronchi è milanese di nascita e di cuore, rigorosamente a strisce rossonere. Ama lo sport in generale e da ragazzo si è cimentato in diverse discipline. Discreto tennista e giocatore di pallone, è rimasto folgorato dalle palline con le fossette in tarda età, o meglio, troppo tardi per ambire a farne una carriera ma sufficientemente presto per poter provare il brivido e la tensione dell’handicap a una cifra. La passione lo ha portato a fare del golf un lavoro e oggi, oltre a essere nel corpo di redazione della rivista Golf & Turismo, è prima firma di Quotidiano Sportivo e ospite fisso nella trasmissione televisiva Buca 9. Quando la neve copre i fairway prende gli sci, sua altra grande passione, e gira per le Alpi “costretto” dal suo ruolo di responsabile del turismo per la Rivista Sciare. È un duro lavoro, ma qualcuno le deve pur fare...