Turismo

Senza Speranza si Boccia lo sci

L’ultimo “pensiero di un maestro di sci” del 2020 si intitola “Senza Speranza si Boccia lo sci”:

“Dobbiamo fare un sacrificio d’amore e rinunciare al Natale per ripartire a gennaio”. Parole di “Giuseppi”.

E dalla “Conferenza Stato Regioni” ieri, in serata, è giunta la notizia della data proposta, perché di questo si tratta (e vedremo perché) per l’apertura degli impianti ai turisti non più il 7 gennaio (ma già lo si sapeva), ma posticipata al 18, sempre di gennaio.

Le Regioni, mai come in questo momento, sono state l’unico vero collante capace di dare uno scossone: adesso è importante che i protocolli vengano approvati al più presto dal CTS, peraltro già aggiornati nelle richieste dall’Anef.

Aspettiamo e vedremo.

A tale proposito, sempre le Regioni, in una lettera inviata ai Ministri Speranza e Boccia, hanno chiesto che le linee guida vengano validate dal Comitato entro il 7 gennaio. Questo per poter essere adottate e allegate al prossimo DPCM del 15 gennaio che sostituirà l’attuale.

Senza questo parere favorevole slitterebbe anche la data del 18 gennaio.

Quanto al no delle stesse Regioni per aprire il 7 gennaio, il presidente della “Conferenza delle Regioni”, Stefano Bonaccini (Governatore dell’Emilia Romagna), lo spiega così. “Il recente andamento epidemiologico a livello internazionale non ha agevolato l’assunzione delle necessarie decisioni, si ritiene non ricorrano le condizioni tali da consentire iniziative e azioni programmabili per permettere l’apertura degli impianti il giorno 7 gennaio”.

Finalmente si mette “nero su bianco”, con date precise, quelle che tutto il comparto montagna da tempo chiedeva: “Così da agevolare – dice ancora Bonaccini –  la validazione delle necessarie linee guida, quale documenti indispensabile per l’avvio della stagione invernale”.

Attenzione però a quelle che potrebbero essere soltanto delle “finte aperture” per via della suddivisione e del mantenimento delle diverse colorazioni tra Regione e Regione. Dove lo spostarsi fuori dai confini è consentito solo con il bollino “giallo”.

Va ricordato che l’apertura degli impianti ai turisti sarà permessa, da quanto si apprende, soltanto se la Regione in questione è in zona “gialla”, non “arancione” o “rossa”.

In altre parole: chiusure e aperture avverranno in modo automatico, a seconda della colorazione. Applicando cioè lo stesso principio valido per altre realtà economiche e lavorative.

Un’incognita non da poco: anche perché senza spostamenti, soprattutto da Regione a Regione, per molte località l’apertura degli impianti servirà a ben poco.

Meglio non farsi troppe illusioni.

Ricapitolando: “Ti do il permesso di aprire gli impianti a patto che tu sia in zona gialla, ma tu sciatore, se sei in una zona arancione o peggio rossa non puoi uscire dai tuoi confini“. E dunque?

La data del 18 gennaio, ammesso che venga rispettata e non ci siano altri stop da parte del CTS, non deve però cancellare i danni economici subiti dal comparto montagna. Che chiede ristori per una stagione ormai quasi persa anche se si dovesse aprire. Per la maggior parte delle stazioni restano soltanto i mesi di febbraio e marzo.

Altre nazioni hanno continuato a “sciare” in tutto questo periodo, nonostante il lockdown. Capaci, bravi nel predisporre valide misure di sicurezza per i turisti o incoscienti? Ognuno si dia una risposta.

Quello che è certo è che in un contesto turistico internazionale, come la nostra montagna, riprendere quote di mercato sarà molto difficile.

Ci sarà bisogno di una politica commerciale capace di contrastare l’agguerrita concorrenza di altri paesi alpini che non hanno mai chiuso allo sci. Bisognerà ripartire con investimenti ad ampio raggio in strutture e infrastrutture. Così da essere nuovamente e ancor di più competitivi con l’estero e la sua clientela.

E questo sarà compito non soltanto delle Regioni ma anche del Governo che di concerto dovrà predisporre un piano strategico per il nostro turismo di montagna, oggi massacrato economicamente.

Ma siamo “quasi” nel 2021 e dunque: anno nuovo vita nuova, guai a essere pessimisti! Buon anno a tutti. E… tanta carbonella nella calza della Befana a chi vuol male allo sci. senza-speranza-si-boccia-lo-sci

Walter Galli
P.S. ” Tutto andrà bene”: lo ripeteva (come tante altre cose) Conte. Speriamo che questa volta ci azzecchi. Ci sono tanti miliardi in ballo: la montagna, lo sci, vogliono vivere, lavorare, produrre occupazione e divertimento per i suoi ospiti.

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).