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Dorothea Wierer a Supernews: “Saremo competitivi”

Ancora poche settimane e anche Dorothea Wierer comincerà la propria avventura olimpica ai Giochi Invernali di Pyeongchang 2018. Punta di diamante di una spedizione azzurra mai così nutrita dai tempi di Torino 2006 ed estremamente competitiva in più discipline, la giovane biatleta originaria di Brunico è da alcuni anni più di una promessa della specialità che combina lo sci di fondo con il poligono.
Capace già di distinguersi nelle categorie giovanili con tre ori nei Mondiali juniores in Repubblica Ceca (unica atleta donna a riuscire a centrare la tripletta nelle prove individuali, inseguimento e sprint) durante la stagione 2010-2011, Dorothea Wierer continua a brillare nel firmamento del biathlon anche nelle categorie maggiori: in Coppa del Mondo, nella quale partecipa dal 2009, l’altoatesina è diventata quest’anno l’italiana più vincente di sempre con quattro successi individuali, superando l’italobelga Nathalie Santer che deteneva in precedenza il record nazionale di tre affermazioni.
Aggiungiamo inoltre al palmarés i 30 podi in carriera nella CdM (dove si classifica terza nella generale del 2016), il recente successo nell’individuale nella 15 km di Ruhpolding, stessa località dove aveva firmato per il gradino più alto del podio due stagioni fa, e il secondo posto nella staffetta assieme alle compagne Lisa Vittozzi, Nicole Gontier e Federica Sanfilippo; ancora, un bronzo nella staffetta mista alle Olimpiadi di Sochi 2014 e al Mondiale a Kontiolahti 2015: il quadro della più forte biatleta italiana della storia, capace di trascinare un intero movimento, e tra le più competitive al mondo, è quindi completo.
In un Paese come il nostro dove l’avvenenza in campo femminile crea più scalpore e riempie le pagine dei siti e dei giornali mettendo in secondo piano le doti sportive, Dorothea riesce a primeggiare in entrambe le categorie e dimostra (qualora ci fosse ancora bisogno) come il biathlon non sia uno sport per soli uomini, ma per chiunque sia dotato della determinazione e del talento necessario, non importa il sesso della persona.
Alla vigilia della prossima prova di Coppa del Mondo ad Anterselva dal 18 gennaio, ultima chiamata prima della pausa per la kermesse a cinque cerchi, la redazione di SuperNews ha intervistato Dorothea per fare il punto della situazione in vista dell’appuntamento olimpico.

In questa stagione ad Oberhof hai messo a segno una gara con uno “0” al poligono e hai scalato i vari gradini del podio, passando dal terzo posto nella Sprint di Hochfilzen alla vittoria nell’Individuale della 15 km di Ruhpolding. La Kuzmina sembra di un altro pianeta, ma la sua prima posizione nella generale di Coppa del Mondo potrebbe essere insidiabile?
Penso che la si possa battere, anche se è veramente forte. Il poligono è sempre il punto fondamentale, quando spari bene e limiti al minimo gli errori le possibilità di vittoria sono elevate. Con uno zero al poligono te la giochi con tutti.

Nel 2010-2011 a Ruhpolding conquistasti i tuoi primi punti per la generale, oggi hai trionfato: si è chiuso idealmente un cerchio per quanto riguarda la tua maturità di atleta? O senti di poter crescere e migliorare ulteriormente ?
Penso di aver raggiunto la maturità tecnica come atleta, ma sono anche conscia che si può sempre migliorare. Purtroppo spesso ho avuto dei problemi legati all’influenza e alle successive ricadute. Devo stare bene fisicamente e sono certa che quando sto bene poi in gara do sempre il massimo, senza rimpianti.

Quanto aiutano questi podi in ottica Olimpiade e quanto invece potrebbero aumentare la pressione su di te? Ricordiamo che sei l’azzurra più vincente nella storia della disciplina…
Lo scorso anno ho pagato la grande pressione che c’era su di me dopo una grande stagione. Ora ho capito che devo stare tranquilla, devo trovarmi i miei spazi per rilassarmi. Se la mente è serena rendo molto di più in gara. Andrò in Corea tranquilla e consapevole di aver lavorato tanto in estate e in autunno.

Semplificando al massimo per un profano, in una gara di biathlon convivono l’adrenalina del fondo e la concentrazione massima al poligono. Quando ti ritrovi davanti ad un bersaglio a 50 metri da te, da centrare con la .22 Long Rifle, come si riesce a mantenere il sangue freddo nella concitazione della gara? Esperienza, allenamento, un lavoro intenso su sé stessi o cos’altro?
Concentrazione e determinazione. Un mix di mente e fisico. Arrivi al poligono con il fiatone del fondo, devi cercare di essere con la mente sgombra, senza pressioni. L’esperienza e la maturità aiutano, ci alleniamo tantissimo per farci trovare pronti nelle gare che contano. Arrivi al poligono con il fiatone del fondo, devi cercare di essere con la mente sgombra, senza pressioni. L’esperienza e la maturità aiutano

L’Italia si presenterà a Pyeongchang con una rappresentanza ben nutrita, che comprende 95 atleti in 102 competizioni: un numero che non si vedeva da Torino 2006. L’obiettivo di raggiungere la doppia cifra nel medagliere, vista anche la qualità proposta negli ultimi tempi dagli italiani negli sport invernali, può essere a portata di mano?
La nostra Federazione e quella del Ghiaccio negli ultimi tempi stanno avendo grandi successi e podi nelle varie discipline. Penso che saremo molto competitivi, ognuno di noi ha la consapevolezza di poter puntare ad una medaglia. L’unico neo potrebbe essere la Corea dove la neve e il clima sono un po’ delle incognite, ma lo saranno per tutti gli atleti.

Pyeongchang 2018 riguarda anche, suo malgrado, dei risvolti extrasportivi e più prettamente politici. Ultimamente pare si stiano facendo dei passi importanti per quanto riguarda almeno la distensione tra le due Coree, se non una pax olimpica almeno un compromesso. Quando però negli scorsi mesi la tensione con i vicini del Nord era altissima, voi atleti temevate delle ricadute sui Giochi Olimpici? Le minacce nucleari hanno turbato la vostra “serenità” nella preparazione?
Noi come atleti abbiamo sempre badato alla nostra preparazione, cercando di non pensare alle tensioni politiche. E’ chiaro che qualche preoccupazione c’era ma l’Olimpiade è un evento di tale portata che di solito si stemperano le difficoltà. Ora questo riavvicinamento tra le due Coree è un buon segnale di distensione.

L’articolo completo di Supernews:
http://news.superscommesse.it/altri-sport/2018/01/esclusiva-sn-dorothea-wierer-penso-di-aver-raggiunto-la-maturita-tecnica-a-pyeongchang-saremo-competitivi-342659/

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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