L'estate attiva di Arabba Trekking
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L’estate attiva di Arabba

Tra alpinismo (leggero) e mountain bike (da brividi), sarà questa l’estate attiva di Arabba.

Se si cerca una destinazione di montagna che abbia il potere di far dimenticare il mare anche ai più affezionati delle vacanze sulla spiaggia, questo posto è Arabba.

Località incastonata nel cuore delle Dolomiti, nella valle di Fodom, è riuscita a mantenere negli anni tutti i valori del passato, trasportando i visitatori in un piccolo paradiso di tradizioni e calore.

L’estate attiva di Arabba

Durante il soggiorno sono molteplici le attività che si possono praticare.

TREKKING: SCOPRIRE LA STORIA TRA PERCORSI INCANTEVOLI

Gli amanti del trekking in queste zone hanno l’imbarazzo della scelta per la vastità di percorsi da scoprire.

Uno tra quelli più interessanti è il sentiero geologico in zona Porta Vescovo, un percorso ad anello interessante sotto diversi aspetti, da quello geologico, come anticipa il nome, a quello botanico e storico, attraversando zone teatro di avvenimenti bellici della Grande Guerra.

Arrivati al Col Toront infatti, effettuando una deviazione si va a percorrere una trincea italiana di guerra con successive caverne e stazione di arrivo di una teleferica, rivivendo la storia dei primi anni del ‘900.

Anche dal punto di vista paesaggistico è uno dei percorsi più belli delle Dolomiti, offrendo degli indimenticabili scorci della Marmolada e del gruppo del Sella.

Il giro completo prevede 18 stop e richiede 7-8 ore, ma il sentiero può essere percorso anche parzialmente, impiegando 3-4 ore con un percorso che termina allo Stop 11, o 4-5 ore arrivando allo Stop 13 in vetta al Pizzac.

Altro trekking imperdibile è quello dei Bec de Roces, che solo nel primo tratto permette di ammirare un panorama a 360 gradi su Sella, Marmolada, Porta Vescovo e Col di Lana, lasciando poi la possibilità di immergersi nei veri Bec de Roces, ovvero torrette frastagliate di roccia dolomia che fanno sentire l’escursionista come fosse all’interno di un labirinto. Nelle quattro ore circa di escursione si incontra anche una vecchia postazione di guerra austro-ungarica, che funge ora da balcone naturale, con una bellissima vista sulla Marmolada.

LE DUE RUOTE OFF-ROAD NEL CUORE DELLE DOLOMITI

Grandi emozioni sono assicurate anche a chi ama il ciclismo fuori strada: ad Arabba gli amanti della mountain bike hanno a disposizione un carosello di percorsi e single trail (disponibili i tracciati GPS) di svariati chilometri.

Dalla scorsa estate è inoltre attivo, su alcuni itinerari, un servizio di bike-shuttle, cioè di trasporto con pulmini attrezzati, in modo da evitare i dislivelli più impegnativi o le distanze eccessive: un modo utile per permettere di pedalare anche alle famiglie o ai meno allenati.

Le novità per gli appassionati di mountain bike sono concentrate nella zona di Porta Vescovo, con il Trail PortaVescovo Rossa, che si sviluppa dalla stazione di arrivo della funivia Porta Vescovo ad Arabba, per uno sviluppo di 2.870 metri, e nella zona Pordoi con i trails freeride: All Fever, The Col e Lezuo, che vanno ad integrare i trail Passo Pordoi-Monte Burz di 4,5 km (300m dislivello negativo – 50m dislivello positivo) ed il trail enduro Monte Burz-Arabba.

info: www.arabba.it

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About the author

Andrea Ronchi

Andrea Ronchi è milanese di nascita e di cuore, rigorosamente a strisce rossonere. Ama lo sport in generale e da ragazzo si è cimentato in diverse discipline. Discreto tennista e giocatore di pallone, è rimasto folgorato dalle palline con le fossette in tarda età, o meglio, troppo tardi per ambire a farne una carriera ma sufficientemente presto per poter provare il brivido e la tensione dell’handicap a una cifra. La passione lo ha portato a fare del golf un lavoro e oggi, oltre a essere nel corpo di redazione della rivista Golf & Turismo, è prima firma di Quotidiano Sportivo e ospite fisso nella trasmissione televisiva Buca 9. Quando la neve copre i fairway prende gli sci, sua altra grande passione, e gira per le Alpi “costretto” dal suo ruolo di responsabile del turismo per la Rivista Sciare. È un duro lavoro, ma qualcuno le deve pur fare...