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La purezza della montagna da vivere in tenda

Cogliere la purezza della montagna, senza agi e comfort, sotto una tenda, avvolti dalle stelle è un’esperienza unica da vivere.

Nella mia personale lista delle cose da fare in montagna, dormire in tenda in inverno è sempre stata presente. Dormire in tenda in estate è capitato più volte, le prime avventure da ragazzo con gli amici, o anche in solitaria, lontano sia dalla comodità di un albergo sia dal rumore, dall’inquinamento luminoso, coccolato dai rumori del bosco di notte.

Farlo però in un paradiso bianco, sdraiato sulla neve, era qualche anno che desideravo ripeterlo, dopo la sfortunata esperienza sul ghiacciaio Pitztal in Austria, dove sono stato sorpreso da una bufera di neve a quasi 3000 m di altitudine.

Ma questa è un’altra storia, per quanto sia stata un’interessante ed istruttiva esperienza.
L’occasione di porre di nuovo l’attenzione su un’esperienza del genere è stato l’invito di Tomaso Luzzana, «deus ex machina» di Spiagames Srl, di prendere parte al Base Camp del Madesimo Freeride Festival organizzato a Madesimo (SO).

«Ciao Gian, sarà una cosa soft, non ti aspettare condizioni estreme.» Mi dice Tommy «Vogliamo offrire a tutti la possibilità di capire che abbandonare un po’ di comfort viene ripagato con una moneta che solo la bellezza della montagna possiede».

Non potevo tirarmi indietro. L’organizzazione di Spiagames è una garanzia, sapevo che la strada era tutta in discesa, letteralmente, o quasi.

Abbandono «giacca e cravatta» in città, mi faccio trovare al quartier generale del Team Adventure Madesimo alla data concordata. Un breve trasferimento in motoslitta mi porta in quota, nei pressi della frazione Andossi di Madesimo, dove tutto è pronto per l’allestimento del Base Camp.

Le Guide Alpine Ragni di Lecco, capitanati da Paolo Marazzi, fanno un breafing e spiegano come organizzare al meglio una postazione per avere garantito comfort di notte, anche in caso di vento o neve, e soprattutto sostare in sicurezza.

«La pala è uno dei tre attrezzi che compongo un set di primo soccorso in caso di slavina – spiega Paolo – insieme a Sonda ed Artva». Saperla usare non è cosa immediata.

Per ottimizzare lo sforzo, risparmiare energie e creare una postazione che in casi estremi può salvare la vita, le sue indicazioni sono preziose.

In ogni caso, le previsioni meteo sono ottime, non ci sarà vento e la condizione di neve è ottimale. Il clima primaverile fa il resto.

Si scava facilmente e in pochi minuti, grazie al lavoro fatto in precedenza dallo staff di Spia, le piazzole dove alloggiare le tende sono predisposte. Si montano velocemente le tende dove si posizionano materassini e sacchi a pelo noleggiati per l’occasione da Sport Hub di Chiavenna.

In meno di un paio di ore il Campo Base è allestito, in orario perfetto per godersi il tramonto e aver tutto pronto una volta che la luce lascia il posto ad una coperta di stelle.

Per «scaldare» la serata, il programma è arricchito da una presenza unica presso il rifugio La Baitella.

Ad aspettarci c’è Luigino Airoldi, 88 anni, conosciuto in tutto il mondo per le innumerevoli cime scalate in ogni parte del pianeta. Luigino ha compiuto numerose spedizioni estreme tra cui la prima salita assoluta nel 1961 della Sud del McKinley, in Alaska, ricevendo le congratulazioni del presidente Kennedy.

I numerosi riconoscimenti nazionali ed internazionali che sono seguiti, sono fin troppi da elencare.
Il suo sorriso è contagioso. Avventure al limite della sopravvivenza vengono raccontate con una semplicità disarmante.

I dettagli evidenziano gesta uniche, di altri tempi, vissute con la massima spontaneità, non per attirare l’attenzione di media o sponsor.

La passione travolge tutti, mentre fuori dalla finestra la luna fa emergere la bellezza del Montespluga e rende magico tutto l’ambiente che circonda il Campo Base. Luigino ci saluta, le luce del rifugio si spengono e si accendono le tende gialle grazie alle luci delle frontali che si muovono come lucciole.

Il pensiero del freddo, del disagio sono svaniti da tempo. All’interno, il calore è talvolta eccessivo. Mi addormento velocemente. Mi sveglio qualche volta a sistemare il sacco a pelo e riposizionarmi sul materassino isolante.

Basta scivolare di qualche centimetro che non appena si tocca il fondo della tenda a contatto con la neve, il risveglio è assicurato. Ma so che da lì a poco avrò il piacere di godermi il dono della mattina dalla prima fila.
Il dono sarà l’alba, e la sua luce filtrata dalla tenda.

Il sole sale lentamente e si fa spazio tra le vette. Il primo respiro di aria fresca appena aperta la tenda è una sferzata di energia. Fa freddo e mi rintano ancor un attimo nel sacco a pelo mentre mi godo le montagne di fronte al mio oblò.

L’occhio si fa subito critico alla ricerca delle potenziali discese da fare la mattina stessa. Il fornelletto appoggiato fuori dalla tenda scalda un po’ di caffè solubile.

In pochi minuti ci prepariamo: zaino, kit di sicurezza, sci e pelli. Dopo un trasferimento al Passo Spluga, iniziamo a salire sul versante sud.

La neve scricchiola e l’aria è frizzante ma il sole e lo sforzo ci scaldano velocemente. In poche ore guadagniamo quei metri di dislivello ideali per fare due belle curve in fuoripista a coronamento di una esperienza da replicare quanto prima.

Spiagames ha messo tutti a proprio agio, permettendo anche ai più scettici di vivere un’esperienza arricchente fuori dalla propria «Confort Zone», con la sicurezza di un rifugio di appoggio.

Il Campo Base nasce come riparo in un ambiente sprovvisto di altra logistica più accogliente, ma se ben organizzato può divenire un’opportunità per ritrovare il contatto con la natura, per rigenerarsi con un respiro di aria frizzante ed emozionarsi con il primo sguardo rivolto ad una valle imbiancata.

Non è necessario essere avventurieri alla ricerca dell’estremo, ma avere il giusto spirito sportivo e di sacrificio che verrà ben ricompensato.

di Gianandrea Lecco (Mysticfreeride)

 

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