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Carving: Bergamelli e Giunti vincono la Coppa del Mondo

Guardi le classifiche e pensi sia stata una passeggiata, in realtà Martina Giunti e Thomas Bergamelli se la sono sudata fino alla fine. Hanno vinto la Coppa dopo 14 sfide esaltanti, sempre incerte nei risultati fino alle prove finali che spesso hanno ribaltato il risultato delle qualifiche. Martina, 21 anni di Sesto Fiorentino (FI), atleta del team Texcart, ha avuto alle calcagna per tutta la stagione l’elvetica Melanie Bürgener e la nostra Stefania Burba e fino a metà campionato anche la giovanissima trentina Giorgia Bortolotti. Tommy ha dovuto rintuzzare gli attacchi di Marco De Martin (Texcart), Gianluca Grigoletto (Colmar), Renè Stössel (Stöckli) e del fratello Giancarlo (Colmar). Sempre lì, a lottare sul filo dei centesimi su tracciati sicuramente differenti rispetto agli altri anni. Con l’introduzione della specialità Speed (boa singola per curva), lo slalom ha trovato linee più filanti, richiedendo agli atleti grande rapidità nell’inversione. Melanie non è riuscita ad adattarsi bene ai nuovi disegni, ma si è difesa bene nello speed, anche se si è dovuta arrendere a Martina nella classifica di specialità, proprio all’ultima gara di Sauze d’Oulx. Sulla pista Clotes, ricca di pendenza e sinuosità, la campionessa del Texcart ha raggiunto la vittoria nell’ultima prova dopo il dominio in qualifica di Stefania Burba. Poi nella manche conclusiva, come in tante altre occasioni, è riuscita a sorprendere tutte con quel di più che distinge le fuoriclasse. Era caduta nello slalom del giorno prima e la cosa non le era andata giù, così ha tirato fuori gli artigli aggrappandosi a una tecnica sublime, infarcita di precisione e dinamicità. Qualità cui si è ispirata anche Stefania Burba nello slalom di sabato, dove ha sbattuto la testa contro il soffitto del cielo con quel salto effettuato sul gradino più alto del podio. Un gesto liberatorio dopo otto secondi posti patiti in stagione, alcuni meritati, altri sfortunati. Chi parla di fortuna è invece Stefania Malagnini, ventenne bresciana del Texcart, perché ha giustificato il suo primo podio in carriera, terza nello slalom, solo perché Martina è uscita. Tenerezza allo stato puro, crescendo scoprirà che non è così. Lo può dire forte anche un vecchio volpone come Ivan Eggenberger (Team Stoeckli) che ha vinto lo Speed dieci anni dopo la sua prima vittoria nelle boe ottenuta a Todtnau in Germania. L’elvetico ha avuto la meglio sul team di squadra Renè Stössel e sul Grigoletto dei tempi migliori. Primo in slalom, a pari merito con Thomas Bergamelli, nello Speed ha buttato via un fantastico bis a causa di una piega troppo estrema nella prima parte. Un gesto che gli ha fatto perdere almeno 25 centesimi, il ritardo dalla vittoria. Tutto gli era andato alla perfezione nelle boe triple dello slalom. Un tracciato difficile, con neve dura dall’inizio alla fine e con tre salti da un metro davvero impegnativi. Proprio sull’ultimo jump Giancarlo Bergamelli aveva compiuto un capolavoro nella seconda manche delle eliminatorie, con un gesto atletico da ginnasta. Aveva scelto di tagliare per favorire la velocità ed è uscito dal dente come un fulmine riuscendo a invertire gli spigoli in aria. Primo con 75 centesimi di punto su Thomas. Nella finale qualcosa non è andato per il verso giusto. Stessa, linea, stessa velocità, ma un eccessivo arretramento a ridosso del salto ha costruito una scena spaventosa. Gianky si è ribaltato in volo atterrando con la spalla, poi sbattuta ancora dopo il rimbalzo. Una clavicola rotta suona ora come un sollievo per chi l’ha visto decollare. È comunque idealmente salito sul gradino più alto del podio della classifica team, vinta dalla squadra Colmar, assieme a Grigo, Thomas, Burba, Bortolotti e al Team manager Dario Magnani. Il Texcart ha lottato fino alla fine ma si è dovuto accontentare di difendere il secondo posto sullo Stöckli/RTC , primo lo scorso anno. Sul podio sale anche lo sci club Lugo di Romagna che annovare tra i propri iscritti, un terzo dei protagionisti delle boe. L’aria emiliana, Razzoli insegna, fa proprio bene allo sci!  

Da considerare che nella speciale categoria riservata agli Under 21, si è imposto l’emiliano Emanuele Bagatti (Texcart) e tra le donne la solita Martina Giunti. La Coppa Italia generale è stato invece appannaggio di Claudio Rovelli, bravo a imporsi su Onorato Fedon e Simone Baldini, tutti e tre del Lugo di Romagna

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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