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Innerhofer: rischiavo di non essere più Winnerhofer

da fisi.org – Christof Innerhofer festeggia la prima vittoria stagionale con la consueta simpatia di sempre. "Fortunatamente sono riuscito a lasciare il segno in questa stagione all’ultima opportunità – racconta divertito -. Rischiavo di perdere il soprannome di Winnerhofer….Credo di avere vinto nella parte alta perchè ho tirato una linea diritta che mi ha fatto guadagnare tanto tempo. Ho dimostrato di sapere ancora vincere in una staigone difficilissima dove gli infortuni hanno svolto una parte importante. Prima la caduta di Stubai in novembre, poi questo mal di schiena che mi sta perseguitando e non mi permette di spingere. Forse non ho raccolto quello che speravo in questa annata ma ho imparato tante cose, soprattutto a gestire la pressione. Sono due anni che sono impegnatissimo dentro e fuori dalla pista, adesso penso soltanto a riposare perchè le prossime due stagioni con Mondiali e Olimpiadi saranno veramente dure. Dedico al vittoria a tutti coloro che mi hano sempre sostenuto, con questo risultato ho accumulato una grande carica per il prossimo anno".

Matteo Marsaglia recita il mea culpa per un possibile podio sfumato per proprie colpe. "Sono arrivato alle ultime quattro porte con una luce diversa e di colpo mi sono bloccato – spiega -. Ho cominciato a intraversarmi, peccato perchè ho perduto mezzo secondo e probabilmente anche la vittoria. Non so cosa mi sia successo, ho perduto una grande occasione e mi dispiace, poteva essere la mia grande giornata. Rimane la buona prestazione, l’anno prossimo spero proprio di salire sul podio, quest’anno ho fatto due quarti posti (l’altro fu nella supercombinata di Sochi, ndr) e possono bastare.

Claudio Ravetto, direttore tecnico della squadra maschile, non si aspettava il successo di Inner: "Sono sincero, è stata un po’ una sorpresa ma va ulteriormente a suo merito e gli faccio i complimenti. Mi dispiace per Marsaglia, si è irrigidito verso la fine quando poteva cogliere un importante piazzamento. La squadra di velocità ha raccolto soltanto all’ultima occasione un risultato di rilievo, rimane un gruppo molto competitivo che può ancora dare molto alla causa".

Elena Curtoni, nona nel supergigante femminile: "Ho commesso qualche errore qua e là, ma sono complessivamente contenta della mia prestazione. Puntavo ad un posto nella top-ten, ci sono riuscita, adesso sarà importante allenarsi bene durante l’estate per fare un ulteriore salto di qualità". Daniela Merighetti fatica a spiegare la propria prestazione. "Non ho commesso errori, semplicemente non andavo veloce". Johanna Schnarf ha saltato una porta quando aveva il secondo intertempo: "Sono veramente arrabbiata, non so cosa mi sia capitato, anche se la dinamica è simile a quella dell’uscita di Bad Kleinkirchheim".

Venerdì 16 marzo il programma delle finali prevede il Team event. L’Italia schiererà Manfred Moelgg, Cristian Deville, Stefano Gross, Daniela Merighetti, Johanna Schnarf e Irene Curtoni.

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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