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Neureuther, il bello dello Slalom


In pista vince più spesso Hirscher, ma su facebook non c’è storia: è Neureuther lo sciatore con più seguaci. Sono oltre 400mila e, conoscendo il tipo, non è una sorpresa: nessuno, nel Circo Bianco, è più simpatico e accattivante di Felix. Bell’uomo, sveglio, brillante, mai banale, con una famiglia non proprio comune… il campione tedesco di Garmisch ha tutto quel che serve per sfondare lo schermo, che sia televisivo, di un computer o di uno smartphone. Carriera non proprio in discesa la sua, dopo l’arrivo sulla ribalta giovanissimo, unico rappresentante di una squadra, quella maschile della Germania, che praticamente non esisteva. Ciò gli ha permesso di partecipare senza troppi stress (leggi selezioni) ai grandi eventi (i primi Mondiali a nemmeno 19 anni) e di crescere con calma. Fino a un certo punto però, perché il cognome che si portava in pista non era qualunque visto che papà Christian era stato un grande slalomista degli anni Settanta, con in bacheca 6 vittorie in Coppa. A Felix andava ancora bene di non portare anche il cognome della mamma, quella Rosi Mittermaier che ai Giochi Olimpici del 1976, a Innsbruck, vinse due ori e un argento (più la combinata valida come titolo mondiale) diventando un’eroina in patria.

   

 Ma il giovane Neureuther, proprio grazie alle doti speciali dei suoi genitori, ha vissuto tutto ciò con grande serenità e intelligenza. Che avesse del talento è risultato subito chiaro, che non riuscisse ad esprimerlo al 100% anche, quando però ha ingranato la marcia giusta e cominciato a fare risultati importanti solo gli acciacchi fisici lo hanno frenato dal diventare ancora più forte di quello che è. Numero 2 mondiale dello slalom e 5 del gigante a inizio stagione, diventato 7° dopo la prima gara di Sölden. Il quinto posto nella classifica generale dell’ultima Coppa del Mondo non è stato nemmeno il suo massimo, visto che nella stagione precedente, 2012/2013, aveva chiuso addirittura quarto a quota 948 punti. È da due inverni che Felix contende fino all’ultimo la coppetta di slalom a Marcel Hisrcher  (dal 2007 è nei top 15 mondiali), mentre più recente è la sua ascesa ai vertici in gigante. Lo scorso marzo, alle finali di Lenzerheide, è stato l’arbitro del match finale fra Ligety e Hirscher e finendo per 1/100 davanti a Marcel ha permesso all’amico e coetaneo Ted di portarsi negli Usa la quinta sfera di cristallo nonostante la parità di punteggio con l’austriaco. Era attesissimo a Sölden Felix, ma i problemi alla schiena che lo hanno afflitto per tutta l’estate lo hanno costretto a rimandare l’esordio stagionale a Levi. «In slalom va molto meglio, riesco a sciare senza dolori» ha detto e non si può che sperare abbia ragione, perché le sue sfide con Hirscher sono state una delle cose più appassionanti della scorsa stagione.


I problemi fisici sono da sempre un grande freno per il tedesco, che anche quando sta bene riesce a combinarne qualcuna per ritrovarsi all’ospedale. È successo lo scorso febbraio alla vigilia dell’Olimpiade: viaggiando verso l’aeroporto di Monaco per prendere il volo verso Sochi Felix ha sbandato, è uscito di strada e può dirsi fortunato di aver potuto partecipare alle sue gare. Che non sono andate come avrebbe voluto: dopo il – comunque – discreto 8° posto in gigante è uscito nella seconda manche dello slalom, non nella trappola di Ante Kostelic sul primo muro ma più giù, nel tratto finale, a dimostrazione della poca tenuta fisica dopo la grande paura e lo stop imprevisto.
La medaglia olimpica è l’unico alloro mancante nel suo già ricco curriculum, ma Felix ci ha messo un bel po’ prima di riuscire a conquistarne una mondiale, arrivata solo a Schladming nel 2013, guarda caso alle spalle di Hirscher. Felix nel circuito è molto amato da tutti e oltre a Ligety il suo miglior amico è il compagno di squadra Fritz Dopfer, cresciuto a Garmisch come lui e ormai fra i top mondiali sia in gigante (2° a Sölden) che in slalom, e anche con Hirscher il rapporto è ottimo. I due si scambiano cortesie sui social network e, recentemente, quando Felix ha postato una foto di allenamento in slalom, Marcel gli ha fatto i complimenti per come sciava bene. Levi è alle porte, in pista di complimenti se ne faranno pochi, vinca il migliore dunque e che lo spettacolo abbia inizio!

 


About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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