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Petra Vlhova è la Regina di Zagabria

La seconda manche per Petra Vlhova non era propriamente una formalità, per questo quando ha superato il traguardo ha tirato un urlo di felicità: è lei la Regina di Zagabria.

In realtà dopo la prima manche non sembrava un’impresa così terrificante da portare a termine, grazie a il vantaggio di oltre un secondo che aveva su Mikaela Shiffrin. Appunto, quale tranquillità quando alle tue spalle c’è lei. Come fai a correre con le mani in tasca quando ti accorgi che l’americana aveva tagliato il traguardo in testa con una manche pazzesca!

Ma questo era il giorno di Petra Vlhova, il giorno della sua undicesima vittoria, la sesta in slalom a quasi un anno da quell’8 gennaio a Flachau quando riuscì a battere, anche in quel caso, Mikaela Shffrin per 15 centesimi.

Lo stesso distacco che Petra ha dato a Mikaela anche in questa seconda manche.

L’americana più di così nella seconda non poteva fare. Un secondo posto di grande valore. Con le due campionesse, sul podio c’è salita anche Katharina Liensberger staccata però di 3″49!

Che dire, le prime due, un altro pianeta!

Liensberger ha cacciato giù dal terzo gradino Wendy Holdener che sperava di farsi perdonare il “fallo” di Lienz. L’elvetica ha invece coperto la manche con 29 centesimi di ritardo sull’austriaca ponendosi però al quarto posto davanti alla svedese Swenn-Larsson.

Irene Curtoni è stata ancora una volta l’Azzurra migliore, 13esima Non ha spaccato il mondo nella seconda, ma ha portato a casa un buon 12esimo posto, a testimoniare la gradevole regolarità di risultati. Ma oggi i nostri colori devono sventolare, almeno un pochino, per la grande performance di  Martina Peterlini.

L’atleta trentina, cresciuta sulle nevi dell’Alpe Cimbra, aveva chiuso la prima manche in 29esima posizione. Nella seconda non si è risparmiata è ha portato a termine la sua migliore manche della carriera. Che l’ha portata a sedere nel leader corner fino alla discesa della canadese Laurence St-Germain.

Ma il suo tempo di manche è rimasto il migliore per molto più tempo. Fino alla discesa di Nina Haver-Loeseth, ottava dopo la prima manche, sesta a fine gara. La bella notizia non è tanto, dunque, la 14esima posizione, la migliore in carriera, ma la certezza di avere una nuova freccia al nostro arco.

Deve ancora crescere molto, soprattutto a livello tattico, per comprendere meglio dove lasciare andare. Qui ha commesso un errore anche abbastanza grave, da 4/5 decimi, altrimenti chissà dove sarebbe arrivata. Alla fine Martina ha recuperato la bellezza di 15 posizioni!
Lara Della Mea le è finita alle spalle, in 24esima posizione.

Sono tre Azzurre nelle prime 24. La strada è ancora lunghissima, ma il lavoro di

 

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).