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Shiffrin, il solito capolavoro e…

Su un percorso perfetto, ghiacciato, lungo e su un terreno ricco di insidie, gobbe, cambi di pendenza, ripidi, e con un disegno dalle maglie ampie, Mikaela Shiffrin si è travestita da farfalla e accarezzando la neve ha portato a casa una manche favolosa! Viktoria Rebensburg ha provato a imitarla, ma con un’azione più votata alla forza e alla potenza non ha potuto che contenere al massimo il ritardo che comunque non è propio poco: +0,59. Al terzo posto è spuntato fuori un nuovo fenomeno (naturalmente da confermare), la neozelandese Alice Robinson. Per gli addetti ai lavori non è una sorpresa, ma il primo acuto che l’ha messa sotto i riflettori è stato la medaglia d’oro conquistata ai Mondiali Junior della Val di Fassa. Ma il terzo posto di oggi ha qualcosa di clamoroso. Su un percorso così difficile, partire per ultima e piazzarsi a soli 84/100 da Shiffrin, è qualcosa da annotare tra le cose importanti. Sarà davvero curioso vederla nella seconda. Così, Petra Vlhova, che pensava ormai di essere terza, è scesa di una posizione al quarto posto Con un errore abbastanza grave a metà pista e soprattutto in vista del traguardo non ha approfittato del disegno di gara che ben si sposava per le sue caratteristiche e i suoi sci lunghi, lunghi: terzo posto a +0,97  (ironia della sorte come i punti che le dividono nella classifica di specialità). Al quinto e sesto posto due discese fotocopia, quelle di Tessa Worley e di Federica Brignone.
L’Azzurra ha condotto un’ottima manche, non all’arrembaggio (in ballo per lei la soddisfazione di finire sul terzo gradino della specialità), ma ha fatto bene perché non era questo il tracciato ideale per fidarsi troppo. Purtroppo in questo momento non ha il passo delle prime che nel corso della stagione hanno trovato un feeling migliore. L’obiettivo del podio di specialità sfuma sempre di più, perché ora, a metà gara è scesa al quinto posto, superata anche da Rebensburg. Difficile cambiare le cose perché il suo ritardo è di 1″26, 2 centesimi più lenta di Worley. Tra le top 7, (Alice Robonson a parte) Wendy Holdener ha pagato un errore molto grave su uno dei primi dossi e considerato il livello delle contendenti, si è ritrovata settima a +1″39.
Molto indietro tutte le altre con la slovena Meta Hrovat ottava a oltre due secondi. Insomma, se la giocheranno, come quasi sempre accade, le migliori della specialità, dunque senza alcuna sorpresa.

Marta Bassino è stata un poco prudente per tutto il percorso fino a quando, arrivata su un dosso, non è riuscita a reagire e colpita da una sorta di amnesia del percorso e purtroppo è uscita.

Dopo il pettorale 15 è scesa per l’ultima volta Frida Hansdotter in vestito tipico. La campionessa svedese si è fermata dinnanzi a tutti gli allenatori distribuendo baci e dolcetti. Davvero un momento divertente quanto emozionante

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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