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Sofia Goggia: “Non sono delusa, ma dispiaciuta. Non scalfisce il mio valore”

Sofia Goggia: “Non sono delusa, ma dispiaciuta. Non scalfisce il mio valore”!”
Le quattro azzurre al traguardo vicine, quasi a stringersi, tristi, quasi in lacrime. No, non è per com’è andata la gara, ma proprio in contemporanea alla discesa mondiale si sono svolti i funerali di Elena Fanchini… Non c’è bisogno di aggiungere altro!

Sofia Goggia:Più che delusione, provo dispiacere perché ho dato quello che potevo, ma in quel momento mi ha preso dentro lo sci e mi sono ritrovata nella porta. E’ stata talmente veloce la dinamica che non ero neppure sicura di aver inforcato, infatti ho finito la mia gara. In tutte le prove non ho mai dominato, ma oggi era una gara particolare dove potevi fare la differenza solo in due/tre punti e quindi alla portata di tante atlete, un po’ come a Lake Louise.

E’ chiaro che non arrivavo a questi Mondiali nella miglior condizione, seppur da favorita, ma non ho nulla da recriminare anche se è un peccato non prendere una medaglia che ci poteva stare.

Non scalfisce il mio valore, presto mi focalizzerò sui prossimi appuntamenti di coppa a partire da Crans-Montana. Dispiace, perché abbiamo una squadra competitiva e non siamo riuscite ad esprimerci al meglio. Quando hai la consapevolezza di aver dato tutto fino in fondo e di aver fatto le proprie cose bene, rimane solo il dispiacere di non aver raggiunto un obiettivo che tutti volevamo. Non mi aspettavo una spigolata del genere e di inforcare in discesa: sono rimasta abbastanza basita. In questa pista andava trovato il connubio perfetto tra far velocità e rallentare un po’. Non ho ancora ben capito la dinamica dell’inforcata, spiace perché non riuscirò più a prendere una medaglia in questi Mondiali, ma quello che non raggiungiamo non ci definisce. Si va avanti, focus sulle prossime gare”.

Elena Curtoni: “Ho dato tutta me stessa. Non è andata, a guardare la classifica probabilmente i numeri più bassi hanno avuto qualcosa in più nel tratto alto, visto che il cielo era un po’ velato, ma ormai ci possiamo fare poco. E’ stata una settimana difficile, tosta da gestire, ma abbiamo tenuto botta e credo che il gruppo sia stato unito e ha resistito mentalmente. Ora si va avanti, c’è la Coppa del Mondo e un grande abbraccio va da parte mia a Nadia e Sabrina, mi dispiace non essere con loro quest’oggi”.

Nicol Delago: “Avevo le cose chiare in testa, ma ho fatto troppi errori, soprattutto nella parte finale. Bisogna analizzare bene questa gara, anche se l’atteggiamento era giusto, forse pure troppo”.

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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