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Squadre di mezzo mondo, già dalla prima di novembre a Livigno, Giorgio Scuri c’è!

Squadre di mezzo mondo, già dalla prima di novembre a Livigno, Giorgio Scuri c’è!
53 anni, bergamasco di Branzi, nei pressi di Foppolo, due bambini Guido e Bruno di 7 e 11 anni, una moglie, Carola Berera, ex atleta, naturalmente maestra di sci e un lavoro che pochi sanno fare così bene. Gli allenatori hanno già capito di chi si tratta. Non può che essere Giorgio Scuri, direttore delle piste a Livigno per la ski area Sitas, la società impianti guidata da Giovanni Cusini.

Quando una qualsiasi squadra vuole allenarsi nel Piccolo Tibet chiama Giorgio Scuri. Non solo perché è il referente di questo comparto. Lui ascolta e risolve e stai sicuro che ti metterà a disposizione tutto ciò di cui la squadra ha bisogno, al massimo delle possibilità. E i tecnici lo adorano, così come gli atleti! Della serie: “Ah, c’è Giorgio? Allora la pista sarà una figata!”

Ma che ci fa un allenatore di Branzi sulle piste di Livigno in qualità di direttore d’orchestra? Capita che se a novembre, durante il lockdown ti trovi lì con alcuni Senior da allenare e le condizioni della pista non sono proprio il massimo, vieni fermato dal responsabile degli impianti, l’aprichese Cristian Carozzi, che ti invita a fermarti per dare una mano. Conosceva bene il suo background di allenatore (club e Andrea Testa in Coppa Europa), ma anche di tecnico di coppa del Mondo in più campi, Liski, Gespi, Maplus…

Poi un bel giorno ti sei stufato…
Quando andavamo in giro per gare ci dicevano che le piste erano perfette. poi invece erano un vero disastro. Allora mi sono un po’ impegnato per cambiare, nel mio piccolo, questa tendenza e a dare una mano agli atleti che meritano di potersi esprimere in condizioni quantomeno normali. Così ho preso in mano le piste di Foppolo, per conto del tribunale di Bergamo. Ho imparato tanto quando poi Livio Magoni veniva sempre qui con Petra Vlhova e a volte anche Lara Gut.


Quindi, autodidatta?

Qualche esperimento personale, molta attenzione a osservare gli altri, vedi Olimpiadi di Torino e PyeongChang. Vai, apprendi, copi e provi. Alla fine trovi la quadra. Bagnare una pista materialmente non è così impegnativo, ma se non sai come farlo in base alle temperature e all’umidità, fai solo danni.

Così, da un giorno con l’altro ti sei fermato a Livigno
Esattamente dal 13 dicembre 2020 al 31 maggio 2021, sette giorni su sette, non sono più tornato a casa.

Ti sei integrato subito?
Come ben sai, in quasi tutti i paesi di montagna esistono rivalità che si tramandano da generazione in generazione, ma ho iniziato a parlare e a stringere buoni rapporti con tutti. Diciamo che mi son fatto volere bene. Qualcuno si è chiesto perché mai uno di Bergamo dovesse occuparsi di un aspetto così importante a casa loro. Ma li ho messi tutti assieme e coinvolti negli eventi più importanti, vedi Coppa Europa e Assoluti. Insomma, io a Livigno sto davvero bene. Poi hanno tutti compreso che era necessario strutturare meglio il settore Racing, anche a beneficio dei turisti.

Quindi a beneficio dell’intera ski area livignasca…
Con gli spazi che hai e con 4.000 sciatori al giorno, se non c’è un ordine organizzato nei tracciati, finisci per creare confusione e malumori. È forse un bene che ci sia un “foresta” a occuparsi di questo. Nessun disguido, massima neutralità, solo impegno per aumentare la qualità dei servizi. Livigno ha pochi eguali in Italia nel presentare la propria immagine compatta. Merito anche del gran lavoro che fa Luca Moretti direttore dell’APT Livigno.

Tutti molto collaborativi?
Tutto quello che chiedo mi danno, gatto, reti, attrezzi, acqua… Tra l’altro è in previsione l’allargamento del bacino idrico sfruttando le risorse del comitato olimpico.

Avrai un ruolo tecnico per il 2026?
Eh come corri. È vero, mancano 5 anni, ma sembra in effetti che i Giochi inizino domani mattina. Però, è cambiata l’amministrazione e incontrerò a breve il Sindaco  Remo Galli.  Se me lo chiedono non posso certo dire che non mi piacerebbe

Intanto tra poco arrivano le squadre…
Sulla pista Li Zeta (quella della coppa Europa e degli Assoluti) abbiamo iniziato a sparare l’altro ieri sera. La temperatura è andata a -9. Se il meteo ci aiuta continueremo, anche se la prossima settimana è previsto un innalzamento delle temperature. Le intenzioni sono quelle di aprire la prima settimana di novembre. Intanto abbiamo iniziato a innevare la parte bassa che arriva in paese. Se farà caldo ci sposteremo in vetta.

Ti ha già chiamato qualche squadra?
Una marea. Kristoffersen ha prenotato due mesi fa e dovrebbe arrivare il 5 fino al 10, poi Ledecka, Gut, gli svedesi, norvegesi, naturalmente anche gli Azzurri, Lorenzi, Carca…

Solo squadre dell’alto livello?
No, anche sci club e Comitati. Se riusciremo a coprire bene le piste faremo più linee. Il pubblico invece dovrà aspettare la prima settimana di dicembre quando aprirà tutta la ski area di Livigno. Ma chissà, forse anche l’ultima di novembre. Dipende dal buon Dio.

Con una linea sola le squadre dovranno dividere gli spazi…
Cercheremo di organizzare al meglio i turni. Io cerco sempre di accontentare tutti. Non dico no agli stranieri per dare un’esclusiva ai nostri. Al Diavolezza in questo momento si possono allenare solo gli Svizzeri. Capirai con Sölden in avvicinamento, non vogliono nessun altro. Personalmente la penso diversamente, cercando di dare una mano a tutti gli atleti, indipendentemente dalla bandiera. Sono un uomo di sport, non un ultrà!

Per questo vengono a Livigno?
Vengono perché sanno che se apriamo, troveranno condizioni di pista come in Coppa del Mondo. Terminato il primo innevamento inizierò subito a barrare.

Quanta neve serve?
Per la pista di gigante, 950 metri e quella di slalom, 450 metri, sarebbe l’ideale avere 35/40 centimetri di fondo di media, oltre ai canali di scolo. Se tutto va bene in una decina di giorni ce la facciamo.


Poi le prime gare…
Dal 18 al 21 novembre ci saranno quattro gare Fis, due delle quali Junior. Insomma, Livigno vuole aggiungere alla sua immagine di località puramente turistica, anche quella di culla agonistica. Una sede olimpica credo debba prendere questa strada.

Insomma, ti è ambiata la vita…
Brutto dirlo, ma probabilmente senza il lockdown non sarei mai venuto a Livigno ad allenare… C’è anche però il risvolto della medaglia. Carola, Guido e Bruno li vedo davvero poco. L’altr’anno hanno passato qui il lungo periodo di “clausura”. I bimbi sciavano per lo sci club livigno e la scuola era in dad. Poi ci rimane solo l’estate, ma chi lavora nell’ambito dello sci, sa benissimo che questo è uno dei destini più frequenti. I sacrifici sono davvero notevoli, ma non avrei mai affrontato un’avventura del genere se non avessi una famiglia così speciale.


Di speciale Giorgio ha tante altre cose. Nel 2012 fu colpito da una malattia rarissima che ha rischiato di spedirlo su una sedia a rotelle semi paralizzato. Il miracolo di essersi affidato a medici che non finirà mai di ringraziare lo hanno salvato. ma molte deve alla sua forza di volontà che ha affidato alla neve. Arrampicare e sciare da quel momento per lui sono una sfida quotidiana. Con la disponibilità di tempo che avrà a disposizione, cercherà di organizzare altri eventi come la marcia di solidarietà Bergamo-Rifugio Calvi,  che ha ideato per raccogliere fondi in favore della delegazione orobica di ARMR, la Fondazione Aiuto e Ricerca Malattie Rare.

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).