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Chi ha inventato la settimana bianca?

Lo sci non è, chiaramente, una pratica intellettuale, per cui scriverne o parlarne in termini culturali, storici, letterari è una cosa che non ha un senso evidente. A cosa serve sapere chi è Arnold Lunn per vincere una gara, per divertirsi sulla neve? Agonisti o semplici sciatori non sono tenuti a questo, lo capisco. Capisco meno, però, che chi vive di sci, insegnandolo o affittando alloggi o passando seggiolini per la risalita, non sappia che Sir Arnold Lunn ha inventato la settimana bianca e l’Arlberg-Kandahar da cui origina la Coppa del Mondo. Senza quell’uomo non ci sarebbero i maestri di sci, gli albergatori, gli impiantisti. Possiamo ignorare chi ha inventato il nostro lavoro? Può esistere un prete che non sappia che Cristo è nato in una capanna a Betlemme? Quanti sono i professionisti dello sci che sanno che Lunn è nato a Madras in India?

Sono molti, tuttavia, quelli che pensano che sapere da dove veniamo non serva a nulla. Sapere chi è Lunn ci è utile? Ci fa andare più forti, più sicuri, più composti? Ci fa sciare meglio? Ci fa guadagnare di più?

Pongo, a questo punto, una domanda più semplice che tutte le intelligenze sensibili al concetto di utile evidente dovrebbero farsi: perché in tutte le nostre case, la stanza più grande e in genere più curata e, presumibilmente, più bella, tanto che è la prima che mostriamo agli ospiti, è la sala, la sola stanza della casa che non assolve a nessuna esplicita funzione: non ci si dorme, non ci si fa da mangiare, non si compiono le necessarie funzioni fisiologiche, non ci si sciolinano nemmeno gli sci? Sto chiedendo ai cultori della funzione, ai sostenitori dell’utilitarismo più schietto, la ragione della loro contraddizione, dato che, c’è da scommetterci, una sala ce l’hanno anche loro. Perché avere una sala, se in essa non si fa nulla? Per guardare la tv, non è una risposta: le sale esistono da ben prima che inventassero il celebre elettrodomestico. La risposta è un’altra: la sala è lo spazio dell’anima. Il posto dove vive il nostro spirito. Una casa senza sala è una caverna. La funzione della sala allora, pur meno evidente di quella della cucina, del bagno, della camera da letto è quella più importante, quella che da animali che mangiano, dormano, defecano ci rende uomini.

L’esempio della sala è solo un modo per spiegare che le cose evidentemente utili non sono sempre quelle più importanti. Leggere la storia dello sci, pensare allo sci in termini culturali è davvero essenziale. Non ci migliora tecnicamente e nemmeno ci fa andare più forti, ma ci fa essere. La differenza tra la slitta e lo sciatore è tutta qui. (L.B.)

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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