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Da Bergamo una nuova “antica” realtà: è nato lo Sci Club Zanetti Goggi

Da Bergamo una nuova “antica” realtà: è nato lo Sci Club Zanetti Goggi.
Ieri, presso la “Cittadella dello Sport” di Bergamo è nato lo Sci Club Zanetti Goggi. La nota società lombarda ha così inaugurato la stagione con il nuovo sponsor, l’altrettanto famosa azienda che produce ed esporta formaggi in tutto il mondo. Presenti per l’occasione, Lara Magoni, Cesare Pisoni, in partenza per le gare di Coppa del mondo di Snowboard a Cervinia, Carlo Vanzini, voce della Formula Uno di Sky, maestro di sci, nato nel Goggi, Paolo Franco, consigliere Regionale, lo staff tecnico, tanti bambini, la famiglia Noris, i vice presidenti Ivano Edalini e Davide Lenzi e Paolo, Matteo e Attilio Zanetti. Sulla nuova divisa prodotta da Vitalini, compare anche il logo di Sciare. È così da tanti anni. E così ci sentiamo di descrivere questa nuova avventura:

Nell’agosto 2022 è venuto a mancare Antonio Zanetti all’età di 97 anni. Non era uno sciatore, produceva formaggi, ma amava lo sport. Ha raggiunto un anno dopo Gherardo Noris, simbolo dello sci Club Goggi, che ci ha lasciati quando aveva 94 anni. Era un ingegnere e di formaggi non ne sapeva nulla, tuttavia adorava chi sapeva portare avanti una grande azienda non per goderne i benefici economici ma per crearne impresa. La Zanetti è una delle firme più importanti in Italia nel settore del Grana Padano e di tanti prodotti caseari. Il Goggi lo è nel mondo della neve sia per i campioni che ne hanno avuto la tessera, da Gustavo a Radici, da Lara Magoni a Sofia Goggia, sia per i valori che riesce a portare avanti senza avere per forza nel mirino la vittoria.

Paolo, Matteo e Attilio Zanetti

La Zanetti è anche una stirpe che si allarga con Emilio, fratello di Antonio. I rispettivi figli sono in gran parte impegnati nelle due aziende, quella di Bergamo e quella di Mantova. I più esposti sono Attilio, Matteo e Paolo. C’è una bella tradizione anche in casa Noris, che è anche una famiglia di ingegneri, con i figli di Gherardo – Umberto e Antonio – che è diventato da poco presidente, anche se non vuole farlo sapere perché desidera che i suoi Giulia, Andrea, Martina e Chiara non abbiano alcun privilegio. E poi perché il vero presidente è sempre Gherardo dal momento che per portare avanti i valori della società non è necessario essere fisicamente presenti.

Quella dei Zanetti e dei Noris assomiglia per molti versi a uno slalom di vite parallele, ma siccome questa specialità ha molti punti deboli, sia nella formula che nella sostanza, le due famiglie hanno fatto in modo che le loro tracce si unissero. Così il Goggi, per tanti anni divenuto Ubi Banca Goggi, dal 13 dicembre 2022 non esiste più. Oggi c’è lo Sci Club Zanetti Goggi.

Antonio Noris, Ivano Edalini e Davide Lenzi

Antonio Noris spiega perché modificare addirittura il nome della società anteponendo la firma dello sponsor, dal momento che lo sci è uno sport dilettantistico motivo per cui tale scelta non la prende mai nessuno. «Perché bisogna essere gentili con gli ospiti quando si apre la porta di casa».

Attilio Zanetti invece spiega per quale motivo un colosso dell’industria italiana (il fatturato supera i 500 milioni di euro) sceglie di investire nello sport non con la sponsorizzazione di un grande campione o di una squadra di calcio, basket o pallavolo impegnate nelle massime serie, ma in una società bergamasca che può far parlare di sé sul proprio territorio montano o al massimo nella regione, comunque nel «piccolo» settore dello sci agonistico giovanile. «È un investimento importante perché il contratto dura cinque anni, ma a noi la vittoria non interessa. Lo sci è il più bello degli sport e poi regala ai bambini tanti sogni, insegna l’educazione, ti dà degli schiaffoni quando perdi irrobustendo le ossa.

La prima uscita sulla neve con la nuova divisa

Non è uno sport di squadra, ma senza quella è difficilissimo andare avanti. Allo stesso modo nella famiglia Zanetti ci sono validi imprenditori che regalano tante soddisfazioni, ma senza gli oltre 500 dipendenti le nostre note forme di formaggio sarebbero aria. Anche il Goggi, anzi, lo sci club Zanetti Goggi, deve impegnarsi per guadagnare, ma i soldi non c’entrano nulla. Le giacchette blu che indossano tutti questi bambini portano in giro il nostro marchio non per vendere più prodotti. Diffondono però in maniera straordinaria quei valori che hanno accompagnato i nostri padri nell’avventura altrettanto emozionante oggi nelle nostre mani. Tutto questo non finisce in un conto in banca, ma si infila nei nostri cuori».

Carlo Vanzini e Lara Magoni

Il concetto si può sintetizzare con una celebre frase del filosofo tedesco Arthur Schopenhauser:

«La gloria la si deve acquistare, l’onore invece basta non perderlo».

C’è una seconda motivazione che ha la sua importanza e la spiega Paolo Zanetti: «Sono il più classico dei masteroni, scio da sempre ma dopo centinaia di gare, ogni volta che mi presento al cancelletto di partenza sono pervaso dai brividi. Il freddo non ha nulla a che fare, si tratta di emozione e adrenalina, perché ogni gara è una sfida. Mi metto in gioco per abbattere dei paletti di plastica ma al di là di come andrà a finire, l’importante è superare il traguardo col massimo impegno.

La firma di Sciare sulla divisa dello Sci Club Zanetti

Non è diverso quando infilo la giacca al mattino per entrare in azienda. Se i bambini si abituano fin da piccoli a mettersi in gioco, godendo delle vittorie e piangendo per le sconfitte, diventeranno uomini forti. Non è un fatto automatico, ci vogliono allenatori che li sappiano guidare con lo stesso spirito. Anche loro devono portare a casa la pagnotta, ma al Goggi, allo Zanetti Goggi, so che tale necessità è preceduta da questo semplice spirito». Identico a quello che ha finora accompagnato la felice storia della famiglia Zanetti e della famiglia Noris. Viva lo sci, viva il formaggio, viva lo Sci Club Zanetti Goggi.

Una “piccola parte” della famiglia Zanetti Goggi

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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