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È morto Luciano Panatti, allenatore dei discesisti della Valanga Azzurra, che tutti adoravano!

È morto Luciano Panatti, allenatore dei discesisti della Valanga Azzurra, che tutti adoravano!
Luciano Panatti se n’è andato all’alba per una embolia polmonare dopo un andirivieni dall’ospedale che già frequentava per un problema ai reni. Uomo di grande intelligenza sciistica è stato il tecnico dei discesisti azzurri nel dopo-Nogler, cioè l’epoca di Vuarnet, Cotelli e Peccedi.

Sono questi gli hommes de ski che hanno rilanciato l’Italia verso i podi del mondo. Panatti ha vissuto il suo giorno più bello quando Herbert Plank ha conquistato la medaglia di bronzo alle Olimpiadi del 1976 a Innsbruck.

E’ stata una combinazione ideale tra la strategia dell’allenatore e l’esecuzione tecnica dell’atleta. La pista era tutt’altro che semplice e sui fianchi, dalla partenza all’arrivo, c’erano gli spettatori al posto delle reti: un rischio costante, soprattutto nei punti strategici.

Gli azzurri lo hanno adorato. Il loro allenatore viveva la gara come loro, il cuore a mille, ansia, emozioni. L’unica differenza era il pacchetto delle sigarette. Era nuovo all’inizio, vuoto alla fine. “ Non capisco come si possa fare l’allenatore di questi ragazzi senza fumare un po’”.

Da sinistra, Luciano Panatti, Mario Cotelli, Herbert Plank, Luciano Lazzaro e Sepp Messner

Panatti era un uomo di poche parole ma molto ferme e anche argute. Conosceva le piste come se ci abitasse in mezzo da anni. Gli davate una matita e lui le disegnava sul foglio di carta anche nei dettagli. Aveva 78 anni. Quando ha lasciato l’agonismo è divenuto un tecnico di Persenico e della Spalding.

Poi ha avuto l’idea di creare con l’amico Franco Moro gli sci Blossom. Questo è successo nella primavera del 1999. Il suo regno è sempre stato l’Aprica. Ancora adesso alle cinque del mattino era già in pista. “E alle cinque di sera vado a dormire ma prima vado sempre sulla tomba di mia figlia a portarle i fiori freschi, io e la mia bambina ci diciamo delle cose. Poi vado a letto”.

Guardava ora le gare alla televisione dalla poltrona. Le assaporava come può farlo un appassionato di lirica alla Scala di Milano. “ Lo sci è proprio un grande spettacolo, io adoro questo sport”. Lo sci è stato tutta la sua vita. Bella, felice.

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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