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Il bilancio di Max Blardone in vista delle gare dei “suoi” Giovani

In attesa delle gare, abbiamo chiesto a Max Blardone di fare il bilancio sullo stato dell’arte dei “suoi” Giovani. Diciamo “Suoi” perché da due stagioni fa parte dello staff tecnico della squadra Junior, capitanata da Max Carca.

Attività che lo sta appassionando con la stessa forza con cui si mangiava la Gran Risa. Da come ne parla è come se quei ragazzi appartenessero a una sua seconda famiglia. Questo in attesa che i suoi Alessandro e Ginevra, crescano ancora un po’.

Perché possiamo facilmente intuire quale potrebbe essere il loro destino.

Nel frattempo ecco com’è andata dalla ripresa a oggi e cosa possiamo aspettarci dalle giovani leve azzurre.

“Riprendere a sciare mi sembrava ormai un miraggio. Poi per fortuna si è ripartiti a giugno grazie all’accordo stipulato tra Roda e Capitani, tra Fisi e Stelvio. Cosa migliore non ci poteva capitare. Avere avuto la possibilità di sciare un mese intero in esclusiva ci ha permesso anche di costruire un protocollo nostro interno e sciare con una certa tranquillità.

Anche quando poi si sono unite tante squadre. Quindi, una situazione vantaggiosa sotto ogni aspetto, della sicurezza, della qualità della neve, dell’allenamento.

Così mi sono trovato in uno staff super motivato e felice di essere tornato al lavoro e così pure i ragazzi. Consapevoli dell’opportunità avuto, rispetto, invece a diverse altre nazioni che sono rimaste al palo per più tempo. Noi invece siamo riusciti a sfruttare questa grande occasione adoperandoci con doppie sessioni di allenamento, mattino e pomeriggio, il che ci ha permesso di recuperare in parte il tempo perso.

Franzoni, Franzoso e Pizio

Devo dire che i ragazzi non erano stati con le mani in mano durante il lockdown. Tutti sono riusciti ad allenarsi a casa. Si sono dotati di bilancieri, pesi e attrezzature atti alla preparazione fisica.

Questo mi è piaciuto molto, perché pur essendo ancora solo dei ragazzi, si sono resi totalmente responsabili in maniera autonoma. Alcuni di loro erano anche impegnati con la scuola, esami, maturità, recuperi…

Insomma, un comportamento da atleti di alto livello che ho apprezzato davvero tanto.

In questo, bisogna poi fare un monumento al preparatore Luca Rosi che è riuscito a costruire programmi, atleta per atleta, come se li avesse avuti davanti a sé in palestra.

Dopo la fusione che c’è stata tra squadra B e C, ragazzi e staff, abbiamo dato il via a un progetto importante, unificando la metodologia di lavoro nei due staff. Un’intuizione azzeccata.

Specie per i più giovani, che si sono trovati a un inevitabile confronto con i compagni più grandi. Di contro, quest’ultimi hanno dovuto tirare su le antenne per uscire da una situazione, diciamo, di comfort.

Quindi motivazioni sempre ai massimi livello per tutti. Perché puoi seguire alla lettera la metodologia di lavoro migliore, ma senza la voglia e le motivazioni giuste i risultati non arrivano. Invece ho notato in tutti un’incredibile voglia di emergere, arrivare e soprattutto di vincere!

Ho la sicurezza di questo, perché i miei sontuosi cicchetti, ormai tutti sanno che sono sempre molto diretto, li ho contati sulle dita di una mano. Bene perché, quest’anno gli obiettivi sono alti. Giovanni Franzoni e Matteo Franzoso sono saliti in squadra B raggiungendo Tobias Kastlunger, Pietro Canzio e Giulio Zuccarini e sono attesi in Coppa Europa per lasciare il segno.

Alessandro Pizio
L’obiettivo è sontuoso, perché sanno che se questo capiterà, analizzando i punteggi Fis, non è esclusa una presenza in Coppa del Mondo. Non è un’imposizione ma è questo che devono avere in testa, il giusto modo di pensare.

Poi ci sono tutti gli altri giovani, da Dellavite a Ploner, da Bendotti a Saccardi e poi Pizio, Talacci, Rizzi, Zazzaro, Allegrini che potranno mettersi in gioco e mettere in pratica il talento che hanno.

Allenarli è proprio stimolante per me. Perché sono tutti diversi uno con l’altro, ognuno con caratteristiche, non solo tecniche, differenti. Prendi un Talacci, l’argento in discesa ai Mondiali Junior.

Un tipo che in gara sa rendere molto di più che in allenamento. Questo un tecnico lo scopre solo se riesci, come dire, a entrare dentro all’atleta. Simon è un ragazzo molto riservato, parla poco, sta sempre al suo posto, ma ha una voglia di emergere pazzesca.

Non rimane lì a pensare troppo. Si affida all’istinto e a me questa cosa piace un sacco. In alcuni di loro rivedo il fuoco che avevo dentro io alla loro età. Mi piacerebbe che lo dimostrassero sempre, tutti i giorni, invece ogni tanto vedo qualcuno che abbassa la guardia, cosa che a me non capitava mai! Ed è qui che il mio contributo può rendersi particolarmente utile. Flavio Roda mi ha voluto come tecnico motivatore.

Ed eccomi qua pronto a punzecchiare. A far notare che ci sono norvegesi anno 2000 già tra i top in Coppa del Mondo! Perché non dovremmo esserci anche noi? Il nostro obiettivo non è quello di vincere le Fis o la Coppa Europa, ma un pochino più in su.

Bruciare le tappe sarebbe sbagliato, ma non bisogna nemmeno dormire! Intendo dire che apprezzo molto chi si sveglia cinque minuti prima del dovuto. Chi inizia la giornata con un buon risveglio muscolare, cosa sempre difficile da fare.

O chi è il primo a mettere il piattello sotto e a recuperare la cima. E ancora, chi è l’ultimo a rientrare in albergo e poi ancora chi entra per primo in palestra e chiude la porta perché ormai sono usciti tutti. Senza contare l’importanza di vivere la skiroom, controllare ogni giorno il proprio materiale. Lo skiman è a disposizione della squadra, ma l’atleta deve badare ai proprio sci.  Chiedete agli atleti di Coppa del Mondo se non è così!

Simon Talacci

Questo mood oggi lo abbiamo ottenuto. D’altra parte con un team così, guidato da Max Carca, nessun atleta può permettersi di rimanere tanto a dormire! Il piano stabilito è tanta quantità in estate, altrettanta qualità in inverno.

Si lavora duro grazie anche a uno staff tecnico perfettamente coeso e in piena sintonia. Personaggi di grande esperienza come Riccardo Coriani, Ivan Imberti, un po’ skiman, un po’ allenatore.

Filippo Dellavite

O come Andrea Truddaiu che da anni sta facendo un lavoro incredibile con i ragazzi del centro-sud. Ora non faccio l’elenco di tutti, ma esiste un team davvero speciale e affiatato. Entrare in contatto anche con un personaggio come David Salvadori, non è poca cosa.

Insomma, i ragazzi percepiscono l’energia positiva che c’è in questo gruppo, elemento certamente non banale.
Dal punto di vista tecnico il lockdown non ha cambiato il programma di allenamento. Almeno, allo Stelvio.

Martino Rizzi

Ci è mancato il sud America, momento che reputo di estrema importanza, situazione che ti porta ad avere una concentrazione sul lavoro unica. Scii su neve naturale, ti adoperi in tutte le discipline. Per questo motivo nella seconda parte dell’estate abbiamo cambiato diversi ghiacciai, da Saas Fee, Hintertux, Pitztal. Alla ricerca di pendenze più simili a quelle che incontreremo in gara.

Allo Stelvio abbiamo costruito il lavoro tecnico di base, ma le piste non consentono di trovare situazioni difficili. Dunque a parte questo aspetto tutto è rimasto invariato.

Ora non rimane che dare il via alle competizioni. La Coppa Europa dovrebbe partire ai primi di dicembre a Reiteralm, in Austria. Tante tappe anche in Italia con Santa Caterina, Obereggen, Val di Fassa, Folgaria e Sella Nevea. Speriamo sarà tutto confermato. Il bilancio di Max Blardone Il bilancio di Max Blardone Il bilancio di Max Blardone

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).