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Matteo Franzoso, uno degli attori di un’annata doc!

Matteo Franzoso, 21 anni, Fiamme Gialle, è uno degli “attori” protagonisti di un’annata doc dello sci giovanile Azzurro. La classe 1999-2001 sembra proprio nata geneticamente sotto una buona stella. Il programma Talent Team iniziato lo scorso anno e guidato da Max Carca, con altri super tecnici (vedi Max Blardone) ha dato il via a un progetto di lavoro di grande qualità.

Alcuni di quegli atleti sono quest’anno entrati nel gruppo Coppa Europa. Tra loro, appunto, c’è Matteo Franzoso, genovese, ma adottato fin da quando era piccolino, da Sestriere.

Da non confondere, come capita a molti, con Giovanni Franzoni. L’analogia fonetica del cognome crea qualche disguido. Ma anche le attitudini tecniche. Per entrambi non si è ancora capito bene se siano slalomisti o velocisti. Perché vanno forte in entrambe le situazioni!

E non lo abbiamo capito nemmeno noi. Forse i tecnici si sono fatti un’idea, ma per ora, almeno a me, non mi hanno ancora detto se sarò dirottato di più verso le discese o gli slalom. Ci sta dirigersi verso tutte le specialità. Vedremo. È comunque il gradevole scotto che deve pagare un combinatista”.

È un problema?
Mah, problema direi di no. Certi dubbi è meglio averli… Col tempo anche i coach capiranno meglio cosa farmi fare. Sempre che non lo abbiano già deciso. Intanto, testa bassa e giù con gli allenamenti!”

Quindi quest’estate avete lavorato su entrambe le specialità?
Abbiamo fatto tanto Stelvio e ci siamo dedicati a un po’ di superG. Poca roba però, perché le pendenze non consentivano di fare granché.

Ma a te piace di più la velocità o slalom e gigante?
Non ho attualmente una preferenza. Diciamo che a me è sempre piaciuta la velocità, però i risultati migliori li ho ottenuti in slalom. D’altra parte vengo da Sestriere e lì di discesa non è che se ne possa fare tanta. Sul Colle siamo più aggrappati agli spigoli. Devo comunque migliorare molto in gigante. Così, giusto per confondere ancora di più le acque…

Poi però vai a Narvik, ai Mondiali junior, e ti fermi a due centesimi dal bronzo in discesa…
C’ero quasi, ma poi è arrivato giù come una iena il nostro Simon Talacci col 25 e ci ha fregati. Eravamo in tre col terzo tempo. Ma bene per lui, quell’argento Azzurro è stato bellissimo.

Torniamo a quest’estate. Una fase di preparazione particolare…
Beh, un po’, ma solo fino a un certo punto. Direi che abbiamo passato un’estate molto produttiva. Lo Stelvio si è rivelato un’ottima base dove allenarsi ed è andata bene. Abbiamo sciato tantissimo. La prima settimana abbiamo beccato un po’ di cattivo tempo, ma dieci giorni da soli sul ghiacciaio hanno dato ottimi frutti.

Avete già imbastito un programma gare?
Ancora no, non sappiamo niente perché non c’è ancora nulla di ufficiale. Quello che abbiamo capito finora è che in teoria non ci saranno problemi per le gare Fis. Per la Coppa Europa invece, ancora nebbia…

Non sapete nemmeno quali misure di sicurezza dovrete adottare?
Non ancora. Si parla di auto certificazioni, ma è ancora tutto molto vago. Vedremo. Intanto continuiamo ad allenarci. Ora qui a Saas Fee, bello, anche perché cambiare aria ogni tanto aiuta.

C’è più ripido?
Qualcosina. Ma credo si debba attendere ancora un paio di settimane. Con le annunciate nevicate ci saranno possibilità migliori. Diciamo che lo Stelvio è il massimo per riattivare la macchina e fare addestramento. Qui riusciamo a fare un po’ più di velocità.

Che ora fai con ragazzi un po’ più grandicelli ed esperti di te…
A dire il vero ci siamo trovati spesso assieme anche l’anno scorso. Siamo proprio un bel gruppo, omogeneo, e senza gerarchie. Io poi sono un tipo abbastanza socievole e ho legato con tutti. Quindi nessun problema di tipo rapportuale.

E a livello di preparazione atletica come prosegue il lavoro?
Diversa rispetto all’estate scorsa, quando siamo andati un mese intero in Argentina. Stiamo caricando ancora oggi e io sto entrando in forma fisicamente proprio adesso. Sai cosa, è che quando ti alleni sempre sui ghiacciai, ad altezze notevoli, ti senti sempre un po’ più stanco. Però sta procedendo tutto molto bene anche d questo lato.

I tecnici hanno iniziato a parlarvi di obiettivi e responsabilità?
Sì certamente, ma senza stress. Sappiamo che dobbiamo fare una bella Coppa Europa e magari, con tantissimi se, provare a esordire in Coppa del Mondo.

È un sogno o una possibilità concreta?
Il sogno c’è sempre perché ci insegue e accompagna fin da bambini, ma giunti a questo punto la Coppa del Mondo non è un tabù. La questione è semplice, se vai forte sei convocato, altrimenti, ciccia!

Accidenti però, proprio nell’anno in cui la Fis ha preferito togliere le combinate…
In effetti è la specialità dove c’è un po’ meno concorrenza perché è la specialità meno frequentata. Comunque, ripeto, l’importante è sciare bene ed essere davanti con continuità. Il resto arriverà di conseguenza.

Quindi la Coppa Europa è un obiettivo o solo un ponte?
Tutte e due. Per me è importante. L’ultima non l’ho fatta proprio benissimo. Potevo combinare qualcosa di buono nella di scesa di Auxierre ma sono uscito. In quella successiva mi hanno fermato due numeri prima di partire e il superG successivo l’hanno cancellato. Nelle altre prove non ho combinato granché. Capisci che è anche un po’ inutile pensare alla Coppa del mondo se non riesci a farti vedere nel circuito continentale. Il mio campo di battaglia è questo qui!

Che affronterai con quali armi?
Con gli Atomic. Li uso da quando ho sei anni! Ora mi segue Werner Heel, troppo forte!

Hai avuto possibilità di provare modelli nuovi?
Siamo sempre lì, non è possibile avere troppe risposte sciando in estate allo Stelvio. Diciamo che considerazioni vere si faranno più avanti.

E quando non sei in giro con la squadra ti confronti e confidi con qualche allenatore amico?
A dire il vero io sono sempre in giro con la squadra. L’anno scorso ho fatto un giorno solo di allenamento a Sestriere, a Natale. Poi magari facevamo ritorno qualche week end ma non mi portavo dietro nemmeno gli sci perché al lunedì eravamo già in pista. Comunque il mio grillo parlante è Luca Alasonatti, del Sestriere, con cui ho sciato nelle ultime stagioni prima di entrare in squadra.

A proposito di casa, come vivono i Tuoi la situazione covid? Alla fin fine non sei altro che un ragazzotto e il cuore di mamma qualche preoccupazione in più la dovrà pur avere?
E hai perfettamente ragione. Ogni volta che ci sentiamo mi fa una testa così per ricordarmi di indossare sempre la mascherina! Figurati che già mi raccomandava quando eravamo ai Mondiali di Narvik, quando ancora non si sapeva tutto quello che poi è scoppiato.

Per te questa sarà una stagione decisiva?
Lo sono tutte, non puoi permetterti di rilassarti mai. Spero solo di andare forte in ogni specialità e di non tradire la fiducia degli allenatori.

Per concludere, quali regole anti covid dovete osservare?
Quelle che devono seguire tutti nella quotidianità, o comunque, nulla di diverso. Nella fattispecie, sempre la mascherina sugli impianti e se capita in coda. Anche se vedo che qui in Svizzera sono abbastanza… diciamo tranquilli. Per il resto non dobbiamo fare nulla di che. Solo se qualcuno avverte dei sintomi, avvisa. L’unico tampone che ho fatto è stato a luglio allo Stelvio quando si era manifestato un caso tra i tecnici.

Prima delle gare ti farai vedere un po’ sui social?
Poco, non sono un tipo che posta tanta roba.

Ma gli sponsor gradiscono…
E chi ce l’ha lo sponsor? Dai, è ancora un po’ presto, non credi? Posso capire un atleta che si trova in Coppa del Mondo, ma ora non ho tutta sta roba da offrire a uno sponsor. E lo sponsor a me. Quindi fammi crescere ancora un po’ e poi vediamo se arriverà qualche firma in testa!

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).