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Legamento crociato, come e quando intervenire

La lesione dei legamenti crociati è propria dello sportivo. Da un punto di vista epidemiologico, le lesioni di questo tipo durante la pratica dello sci si trovano al secondo posto, precedute solamente da quelle conseguenti ai traumi da calcio. Il legamento crociato anteriore, in particolare, è una struttura anatomica fortemente sollecitata durante gran parte delle attività sportive e la sua rottura è tipicamente conseguente alle distorsioni del ginocchio. Negli ultimi tempi si è assistito inoltre all’aumentata incidenza di questa patologia traumatica nel giovane sciatore, in relazione in particolare al maggior numero di sciatori praticanti agonisti in questa fascia di età.

L’articolazione del ginocchio, pertanto, deve garantire grande mobilità di flesso – estensione ma allo stesso tempo deve essere stabile. Il punto cardine è costituito dai due legamenti crociati anteriore e posteriore (pivot centrale), grazie ai quali viene impedita la traslazione della tibia anteriormente e lateralmente.
I legamenti crociati sono strutture robuste, dotate di una certa elasticità, ma con un limite meccanico di trazione oltre il quale si possono rompere. Il meccanismo traumatico, come già detto, è di tipo distorsivo: nell’atleta l’inforcata di un palo, la caduta con rotazione brusca della gamba, l’impatto contro una cunetta nello sciatore comune o anche una improvvisa spigolata dello sci.

La diagnosi clinica evidenziata dall’instabilità articolare deve essere confermata dall’esame TAC e RMN.
Fatte queste considerazioni, è necessario dire che in caso di rottura del legamento crociato anteriore e più raramente del posteriore, entrambi devono essere ricostruiti.
La tecnica ormai altamente standardizzata a livello mondiale è artroscopica con sostituzione del legamento rotto con tendine rotuleo o gracile e semitendine.

Ma mentre nell’adulto non esiste un limite massimo assoluto di età nella sua ricostruzione, esiste al contrario nel giovane sciatore per la presenza di importanti fattori anatomici. In particolare la presenza della cartilagine di accrescimento, sia a livello della parte distale del femore che in quella prossimale della tibia, rende sconsigliabile la tecnica standard di ricostruzione del legamento crociato anteriore. Infatti la tecnica standard prevede l’esecuzione di un tunnel a livello femorale e tibiale, dove verrà fatto passare il neolegamento, che non può essere praticato nel giovane. Questo per evitare danni (chiusura precoce della cartilagine di accrescimento, deviazioni assiali per la crescita asimmetrica del segmento scheletrico) a livello del ginocchio.

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Pertanto l’ortopedico, sino a qualche tempo fa, era costretto a procrastinare la ricostruzione chirurgica del legamento crociato anteriore, in attesa del termine della crescita ossea.
Attesa che comportava, oltre alla cessazione dell’attività sportiva – agonistica del giovane sciatore, sicuri e irreversibili danni a carico della cartilagine articolare, determinati dalla instabilità del ginocchio.
Questo tipo di indicazione è stata sovvertita dall’avvento di una nuova tecnica chirurgica: Acl Tecnich della Ortho Pediatrics, che grazie a un apposito strumentario, dà la possibilità al chirurgo ortopedico, di ovviare ai problemi anatomici sopra descritti. Questo perché permette di eseguire i tunnel ossei, in una zona di sicurezza, lontana dalla cartilagine di accrescimento.

Le tempistiche relative al recupero post-operatorio sono le medesime della tecnica tradizionale, con un periodo di fermo dall’attività sportiva di circa sei mesi. Scontata l’importanza della terapia riabilitativa.

 

CHI E’ FABIO VERDONI
Nasce a Trescore Balneario (BG) nel ‘57. Si laurea in Medicina e Chirurgia nell’85 presso l’Università Statale di Milano. Consegue nella stessa sede universitaria le specializzazioni in Ortopedia e Traumatologia, in Chirurgia della mano e il Master in Ortopedia pediatrica. È Dirigente medico presso l’Istituto G.Pini di Milano dove è responsabile della Struttura Divisionale di allungamento e fissazione esterna degli arti. È membro di Società ortopediche nazionali e internazionali. Diventa Maestro di sci nel 1976, con un trascorso agonistico a livello provinciale e zonale, attualmente scia a Ponte di Legno – Tonale. Frequenta l’ambiente agonistico dello sci seguendo i propri figli Davide e Benedetta.
È sempre aggiornato sull’evoluzione dello sci e dei materiali dal continuo confronto con i colleghi maestri, allenatori e istrutturi. Ha già collaborato con la Rivista Sciare occupandosi di una rubrica di tipo ortopedico e traumatologico.
Per porre domande a Fabio scrivere a: sciare@sciaremag.it

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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