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L’ira di Amsi e Collegio Nazionale: “I maestri di sci non hanno ricevuto ancora 1 euro!”

L’ira di Amsi e Collegio Nazionale: “I maestri di sci non hanno ricevuto ancora 1 euro!”. Le due istituzioni lanciano la loro giustificata protesta con un comunicato congiunto scritto dai presidente Maurizio Bonelli (Amsi) e Giuseppe Cuc (Colnaz).

Gli oltre 15.000 Professionisti della neve e relative famiglie non hanno ancora ricevuto 1 euro di ristoro dall’improvvisa chiusura il 10 marzo dello scorso anno degli impianti di risalita nelle località turistiche invernali. Questa la drammatica situazione in cui si trovano migliaia di Maestri di sci e centinaia di Scuole Italiane Sci, da Nord a Sud della Penisola.

15.000 Professionisti della neve si sono sentiti umiliati nella dignità di persone e di lavoratori con l’ennesimo rinvio della partenza della stagione comunicato lo scorso 14 febbraio, la sera prima della programmata ripartenza di una stagione che, seppure ridotta al minimo, poteva ancora dare una boccata d’ossigeno al comparto.

Tanto più che migliaia di Maestri di sci e le oltre 400 Scuole Sci si erano attrezzati e organizzati con massimo rigore pronti ad attenersi scrupolosamente ai Protocolli e Vademecum previsti con la professionalità che da sempre caratterizza la categoria.

Ora, archiviata la mai iniziata stagione turistica invernale 2020/2021, la più drammatica da quando lo sci moderno esiste, passano i giorni, scorrono le settimane si susseguono promesse e rassicurazioni ma di risposte concrete a sostegno dei Professionisti della neve ancora non ce ne sono.

I Maestri di Sci, va ricordato, operano in una condizione particolare per la ovvia stagionalità. Dal marzo 2020 hanno solamente sostenuto spese, per l’acquisto delle attrezzature personali. Per mantenere ed attrezzare le strutture con tutti i dispositivi per garantire la massima sicurezza al momento della ripartenza, mai avvenuta. Pagando gli affitti, le utenze. Sostenendo le spese dei dipendenti assunti a più riprese, e continuando a pagare le varie tasse e contributi.

Considerato che si potrà ricominciare a lavorare, se tutto va bene, a dicembre 2021 il tutto assume i contorni di una tragedia economica.

“In questa situazione drammatica, come Professionisti della neve riconosciuti tali dalla legge 81/1991, chiediamo di ricevere giusti e concreti sostegni.

Ed essere considerati, come lo siamo, primari attori del sistema Montagna al pari degli impianti di risalita e dei rifugi.

Infatti, i Maestri di sci sono un anello fondamentale dell’offerta turistica della montagna. E hanno un importante ruolo nell’organizzazione locale promuovendo la pratica turistica dello sci.

Inoltre, le Scuole di sci, costituite prevalentemente – ma non solo – come Associazioni tra Professionisti (A.T.P.), si impegnano a prestare la propria opera nelle operazioni straordinarie di soccorso. E a collaborare con le autorità scolastiche per favorire la più ampia diffusione della pratica dello sci nella Scuola.

Nonché a collaborare con gli altri enti ed operatori nelle azioni promozionali, pubblicitarie ed operative intese ad incrementare l’afflusso turistico nella stazione ove operano.

I Maestri di sci, tutti lavoratori autonomi professionisti intellettuali obbligati, per esercitare, all’iscrizione individuale nell’apposito Albo Professionale (ex art. 2229 c.c.), devono quindi essere considerati a pieno titolo come una componente fondamentale del comparto montagna.

E come tali devono essere sostenuti/risarciti in questo drammatico momento per tutto il comparto. Al pari degli impianti di risalita e dei rifugi con un provvedimento ad essi dedicato che tenga conto delle diverse forme organizzative in cui svolgono l’attività professionale e non come lavoratori stagionali.

In questo contesto non riconoscere il giusto ruolo ai Maestri di sci, significherebbe un ennesimo umiliante schiaffo a tutta la categoria dopo la presa in giro perpetrata la sera del 14 febbraio.

Che oltre a lasciare migliaia di famiglie in condizioni precarie scoraggerebbe centinaia di giovani che si sono avvicinati a questa professione. Vedendo in essa una concreta opportunità di sviluppo professionale.

La montagna, i MAESTRI DI SCI e TUTTI i suoi operatori meritano rispetto. Ed è bene ricordare che i padri costituenti della Nostra Repubblica sancirono all’art. 44 della Carta costituzionale questo ineludibile e sacrosanto principio!”. L’ira di Amsi e  L’ira di Amsi e 

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).