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Morzenti: mi ricandido o ricorro al Consiglio di Stato

 Lorenzo Conci, Lamberto Gancia, Giampietro Nattino… In effetti mancava qualcuno nella già eccessiva lista dei candidati alla prossima presidenza Fisi. Così, Giovanni Morzenti ha rotto il suo silenzio iniziato dopo la sentenza del Tar del Lazio che bocciava il suo ricorso alla sentenza della Corte di Giustizia del Coni, per concludere il gioco delle ipotesi dei vari osservatori. Ha scelto infatti di scrivere una lettera, inviata a dirigenti, tecnici e atleti della Federazione, che pubblichiamo per intero. A ognuno le proprie considerazioni.

Cari Amici,
come certamente avrete saputo, subito dopo Natale, il TAR del Lazio si è pronunciato in merito al ricorso da me presentato relativamente al commissariamento della FISI, dichiarandolo inammissibile.

Secondo il parere dei legali la decisione prospetta soluzioni tutt’altro che convincenti su questioni fondamentali di principio. Al di là del parere tecnico, ci sono però altre ragioni, forse ancora più importanti, che mi spingono a valutare con attenzione la possibilità di presentare un ricorso al Consiglio di Stato. Prima di tutto il rispetto che ho nei vostri confronti: sono rimasto stupito dalle reazioni che ho ricevuto da molti di voi dopo aver letto il dispositivo della sentenza e, se alcuni hanno intravisto nelle decisioni assunte dai giudici il prolungarsi di quella strategia che ha portato la FISI al commissariamento, una larghissima maggioranza mi ha invece invitato a ricorrere anche davanti al Consiglio di Stato contro questa sentenza. 
       Questo invito nasce, e ho avuto modo di verificarlo anche attraverso una serie di incontri con alcuni di voi, non tanto da un mancato rispetto della sentenza, quanto piuttosto di tutelare l’operato della Federazione, degli sci club, dei dirigenti e dei delegati che hanno partecipato alle votazioni. Una tutela del resto necessaria per contrastare il sempre più massiccio condizionamento che una certa politica sta esercitando nei confronti del mondo del nostro sport. Un condizionamento divenuto in questi mesi eclatante e inquietante nel caso della FISI, condotta al commissariamento da una precisa strategia decisa a tavolino dall’esterno. E’ dunque per tutelare lo sport contro queste inaccettabili iniziative che mi si chiede di non gettare la spugna.

Questa richiesta non mi è arrivata solo dalle società, ma anche da atleti, tecnici e associati che si sentono in qualche modo defraudati da una decisione dell’Alta Corte del Coni che di fatto, puntando su una discutibile interpretazione del regolamento elettorale, ha di fatto sottratto la gestione della FISI a coloro che erano stati voluti in quel ruolo dalla maggioranza dei tesserati. Il tutto a seguito di un ricorso (di per sé legittimo) di un piccolo sci club il SAI di Roma, legato a chiari interessi politici riconducibili all’ex ministro Franco Frattini (maestro di sci!!), il vero regista occulto di questa operazione.

La situazione attuale della FISI, commissariato per la seconda volta in pochi anni, e preda di una paralisi che ne impedisce un’attività efficiente ed organica, è un fatto che è davanti agli occhi di tutti ed è esclusivamente il frutto dell’azione sconsiderata di quei pochi che hanno condotto la Federazione in questa incresciosa situazione. E per chi, come me, ha un’esperienza manageriale di un certo livello, balza immediatamente agli occhi come l’attuale commissariamento della FISI, che comprensibilmente non ha messo a punto alcuna strategia di medio e lungo periodo, si limiti alla gestione ordinaria, a navigare a vista e faccia correre alla Federazione il grave rischio di tornare a quella situazione drammatica che l’aveva ormai condotta sull’orlo del fallimento.

D’altro canto, l’esito di questa vicenda non è certo imputabile al Coni: quest’ultimo infatti, dopo la decisione dell’Alta Corte, non poteva far altro, come del resto ha fatto, che commissariare la Federazione. E’ ad altri dunque che va ascritta la responsabilità per la situazione che si è creata e per le conseguenza che ne deriveranno: le società che probabilmente avranno meno contributi in futuro, i dirigenti che vedranno il loro ruolo notevolmente indebolito, gli atleti e i tecnici che non potranno più contare su certezze che nel recente passato erano state loro garantite in modo puntuale (a partire dagli stipendi, dal rimborso delle spese…), sappiano dunque di dover ringraziare per tutto questo il SAI e i suoi ispiratori. Non sfugga a nessuno che il Coni ha ridotto i contributi e per gli sponsor sono tempi difficili!           

E’ su tutto questo che sto riflettendo in questi giorni, nello sforzo di capire per un verso se ricorrere al Consiglio di Stato contro il TAR e per l’altro se candidarmi nuovamente, come molti di voi mi richiedono, alla Presidenza della FISI, confortato anche dagli sviluppi positivi delle vicende giudiziarie che mi riguardano. Come tutti sapete sono accusato di concorso in concussione per una vicenda totalmente estranea alla Fisi, ma alla faccia di chi come Frattini ha già emesso una sentenza definitiva di condanna, l’onestà di chi mi accusa in Tribunale è diventata chiarissima quando, recentemente, costui ha patteggiato, unitamente ai suoi familiari, una condanna per bancarotta fraudolenta di una società che cercava in ogni modo di far acquistare ad una società dove ero azionista.

            Vorrei assicurare tutti voi, in ogni caso, che non nutro sentimenti di rivalsa o, tanto meno, di vendetta. Nel caso in cui dovessi candidarmi intendo farlo non contro qualcuno, ma per rimettere finalmente al centro della vita della FISI le società, gli sci club, gli atleti, i tecnici, gli associati, riprendendo quel percorso virtuoso che, portato avanti con tutti voi, aveva saputo avviare un credibile risanamento economico della Federazione, rilanciando contemporaneamente la sua organizzazione interna e la sua immagine esterna: merito questo, in particolare dell’impegno di tutto il Consiglio Federale, dei Presidenti Regionali e Provinciali e di quanti hanno partecipato alle commissioni e gruppi di lavoro.

 

Nel darvi la mia disponibilità a valutare insieme l’evolversi delle situazioni, rinnovo l’auspicio che il 2012 possa restituire alla FISI quel dinamismo che qualcuno, nel corso del 2011, ha creduto poter soffocare.

Giovanni Morzenti

 

 

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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