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Quello che piace a un allenatore, piace anche a un genitore…

Quello che piace a un allenatore, piace anche a un genitore. Che sia madre o padre, non fa differenza, perché ciò che del proprio atleta piace a chi lo allena è esattamente ciò che piace del proprio figlio a chi lo cresce. Si tratta, detto in modo banale, della passione di fare o, detto in modo meno banale, della volontà di potenza. Che non è la barbara brama di vincere sugli sci o di dominare nella vita, ma l’umana passione di vivere con tenacia e determinazione e allegria la propria esistenza. Scii, spingi. Se lo fai, il tuo allenatore è felice; studi o fai altro nella vita, credici. Se lo fai, i tuoi genitori godono. 

Ripeto, non si tratta di impegnarsi per vincere o per affermarsi nella società, ma di farlo perché questo è l’uomo. Lo spiega bene Nietzsche, che ha individuato proprio nella volontà di potenza l’essenza di ogni “ente”, cioè di ogni essere vivente, uomo compreso. 

Quindi impegnarsi nello studio o nel lavoro o nello sci non è altro che esprimere ciò che nel profondo si è. La dimostrazione di voler essere vivi. Non importano, dicevo, i risultati, che vengono per altre ragioni. Importa stare sugli sci o sui libri o sul mercato per voler essere sciatori o per voler essere studenti o per voler essere lavoratori. Credo che la ragione per cui tanti genitori amino vedere i propri figli fare sport stia proprio nel piacere di vedere esprimere la volontà di potenza che essi sono. E quando un ragazzo trova nel suo allenatore colui che riesce a fargli esprimere ciò, quell’allenatore diventa un maestro di vita del ragazzo e per i suoi genitori un mito, al quale essere sempre riconoscenti. 

Lo sci è un modo straordinario per far scoprire a un giovane la sua volontà di potenza senza che questa sia confusa per l’aspirazione al primato che ben altra cosa. Perché lo sci è sport d’umiltà, anche i più grandi campioni hanno nel loro curriculum più gare che vittorie; perché lo sci è sport duro, lo si pratica nel contesto severo dell’alta montagna invernale; perché lo sci è difficile, la curva perfetta non l’ha ancora fatta nessuno. 

Per tutte queste ragioni, sciare ad alti livelli fa davvero bene ai nostri giovani. Credendo di sciare per vincere, sciano per diventare grandi. 

About the author

Luigi Borgo

Luigi Borgo, Presidente del Collegio Veneto dei maestri di Sci, è un maestro di sci strappato alla letteratura. È titolare, con la moglie Laura, della tipografia Danzo a Valdagno, storica cittadina nei pressi di Vicenza. Due figli, uno è laureato e già maestro, l’altro sta studiando allo Ski College Falcade. Strappato alla letteratura perché è di fatto un letterato. Uno studioso dei grandi scrittori della storia. Collabora per Sciare da oltre vent’anni. Ha una rubrica chiamata “Spigoli”, perché quando scrivo è tagliente!