La giornata è iniziata con un odore acre nell’aria. Un odore che non si confonde: racconta di fumo, di fuliggine, di una notte che ha fatto il suo corso senza chiedere il permesso. A Mortara, il laboratorio di Tuttosci ha ceduto al fuoco: un corto circuito, una fiammata, il calore che piega il metallo e fonde la plastica.
Il cuore del negozio – quello dove si rimettono a nuovo gli sci, dove ogni attrezzo sembra parlare una lingua antica – è stato colpito.
Decine di sci distrutti, scarponi deformati, macchinari compromessi, utensili anneriti. Un pezzo di storia bruciato senza pietà.
E tuttavia, dentro quel disastro, il destino ha lasciato aperto uno spiraglio.
La fiamma si è fermata.
Non ha oltrepassato la porta che separa il laboratorio dal resto del negozio. Non ha toccato la zona nuova per la personalizzazione degli scarponi, né l’area sci, né i caschi, solo in parte il noleggio.
È come se quella porta avesse svolto il lavoro di un guardiano silenzioso.
Ci aspettavamo lacrime, silenzi, disperazione.
Invece, entrando, ci siamo trovati un bicchiere di prosecco tra le mani.
Non un brindisi, certo, ma un gesto semplice e profondissimo: “siamo ancora qui, e ci stiamo rialzando”.

Il negozio era già diverso. Il nero della fuliggine si stava ritirando.
Il caos aveva lasciato spazio al movimento.
Tutto era stato svuotato, pulito, riportato a una forma possibile.
Non da una squadra professionale, ma da una comunità.
C’erano le mogli, le fidanzate, le madri, le figlie.
C’erano gli amici di sempre.
C’erano i clienti: quelli che passano per un colpetto alle lamine, un rattoppo alla soletta nuova, un consiglio, uno scambio di idee, un sorriso.
Ognuno con un panno, un secchio, una spugna. Ognuno in silenzio, determinato, veloce.
Prima di capire quanto fosse grande il danno, hanno deciso che quel luogo doveva tornare respirabile.
Che il fumo non avrebbe avuto l’ultima parola..
Gianni Romé con Pierino, lo storico skiman di Tuttosci
E in mezzo a tutto questo, Gianni non ha smesso un secondo di ricevere telefonate.
Non di cordoglio, ma di presenza.
Non “mi dispiace”, ma “quanto ci metto ad arrivare?”.
Chiamate da Toscana, da Liguria, dal Friuli. Clienti diventati amici. Amici diventati famiglia.
Ogni squillo era un colpo al petto, e più di una volta gli occhi si sono arrossati.
Non per il danno. Per l’umanità.
Nicola, invece, camminava da una stanza all’altra con quel suo sorriso che taglia la tensione.
Lui che da un anno ha sulle spalle l’economia del negozio, eppure trovava il modo di dire che le cose brutte sono altre, che questa è solo una curva difficile, una di quelle che affronti con la giusta posizione, il peso avanti e il cuore fermo.
Quattro ore dopo, il laboratorio era irriconoscibile: non più un campo di battaglia, ma un luogo in fase di rinascita. Sporco, sì. Danneggiato, certo. Ma vivo.
Tuttosci, oggi, non ha subito un incendio.
Ha vissuto una dimostrazione di appartenenza.
Un negozio può vendere attrezzatura, ma non può inventarsi un’anima.
Quella o ce l’hai, o non la avrai mai.
E qui l’anima è uscita allo scoperto: arrivata in macchina da regioni lontane, oppure a piedi da due vie più in là.
Una comunità che protegge un luogo che va oltre il commercio, perché trasmette uno stile, una cultura, un modo di essere.
In pianura, poi, dove lo sci è un atto d’amore più che un’abitudine, un negozio così diventa un tempio.
Ora servirà chiudere qualche giorno. Pulire, riparare, sostituire, riorganizzare. L’odore acre rimarrà ancora un po’, testardo come tutti i fumi del mondo. Ma è già chiaro come andrà a finire.
Tuttosci non riaprirà uguale.
Riaprirà più forte, perché ogni parete avrà dentro la fatica di chi l’ha pulita.
Riaprirà più unito, perché il fuoco ha mostrato chi tiene davvero a questo posto.
Riaprirà più bello, perché una comunità intera ci sta mettendo le mani, il tempo e il cuore.
E alla fine, resterà una certezza semplice:
un incendio può bruciare il legno, la plastica, il ferro.
Ma non può bruciare ciò che è stato costruito insieme.
Non può bruciare la storia.
Non può bruciare l’amicizia.
Non può bruciare il senso di appartenenza.
Non può bruciare Tuttosci.







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