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Da Romé a Camussoni: la nuova mission dello storico “Tuttosci” di Mortara

Da Romé a Camussoni: la nuova mission dello storico “Tuttosci” di Mortara. Nicola Camussoni è il nuovo titolare del noto punto vendita di articoli sportivi della Lomellina. Lo ha rilevato da Gianni Romè, vera istituzione della cittadina pavese.

33 anni, di Candia Lomellina, Nik ha trasformato quella che è la passione di tanti, nel suo lavoro principale, dopo essersi affacciato in questa attività da sole tre, quattro stagioni.

Gianni Romè e Nicola Camussoni dinnanzi alla porta d’ingresso del negozio Tuttosci e la scritta: “da 50 anni sulla neve con noi”

Questa notizia ci dà lo spunto per una riflessione che riguarda la vita dei negozi di articoli sportivi specializzati, impegnati in una mission molto impegnativa. Tra l’immensità della rete e del mercato “del prezzo” nelle mani della grande distribuzione, mandare avanti questo tipo di attività è sempre più difficile. Eppure c’è un giovane che ha voluto prendere di petto la sfida, sicuro del fatto suo, esattamente come capitò a Gianni Romè quasi 50 anni fa.

Tuttosci nasce nel 1969 col nome Tuttosport per iniziativa della signora Eugenia Tirone Facchini, di Mortara.

Era una piccola bottega e vendeva costumi da bagno, tute da ginnastica, qualche giacca a vento. Parliamo non più di 10 mq. Eugenia aveva tanta passione per la montagna al punto da fondare lo sci club Mortara. Uno dei ragazzi tesserati era Gianni Romè. Il destino lo porterà in negozio.

Nel 1972 suo papà subisce un gravissimo incidente rimanendo infermo e a soli 15 anni, Gianni deve caricarsi il peso della famiglia. Eugenia se la prende a cuore, gli allunga la mano e gli apre la porta del negozio. Quella bottega diventerà la sua seconda casa. Gianni dimostra una certa intraprendenza e pian piano il negozio cresce.

La zona d’ingresso, recentemente rinnovata, è dedicata agli accessori

Nel ’76 Eugenia decide di tirar giù la parete che divideva lo shop sportivo con quello di elettrodomestici e lo spazio raddoppia. È il momento giusto per mettere dentro anche sci e scarponi ma è soprattutto l’abbigliamento a far girare bene le cose!

In breve tempo il negozio rischia di esplodere: troppo piccolo lo spazio per soddisfare le richieste. Così nel ’79 Eugenia acquista il primo piano dando il via a una ristrutturazione che proseguirà per un paio d’anni. Ma i lavori non finiscono perché si sale ancora di un piano, oggi dedicato interamente al noleggio.

Nell’82 Gianni entra in società con Eugenia e nell’89 rileva il negozio. Sono gli anni d’oro almeno fino al 1997. Fuori dal negozio nei week end si forma una coda infinita! Appassionati provenienti da tutta Italia perché Gianni è anche titolare di una rubrica sugli scarponi sulla Rivista Sci e inizia a farsi un nome nello sconosciuto mondo del bootfitting.

Si va al primo piano, la zona vendita di sci e scarponi e dei laboratori

Poi iniziano a presentarsi anche atleti provenienti persino da Francia e Svizzera. Nel 2011 la decisione di acquistare dalla Signora Eugenia l’intero immobile.

Nicola, quei tempi non ci sono più, ma ti vedo lanciatissimo: com’è nata questa tua volontà?
Tutto ha inizio nel 2020. Gianni ed io siamo semplici vicini di casa e nel periodo covid, quando tutto è chiuso, il buongiorno e buonasera inizia a trasformarsi in chiacchiera. Divisi da una rete e col viso coperto dalle mascherine, racconta tu, racconta io, gli confido la mia grande passione per lo sci sbocciata fin da bambino. Devo essere evidentemente riuscito a trasmettergli tutto il mio amore per la neve e la montagna perché dopo pochi giorni arriva l’invito a vivere il negozio per apprendere gli aspetti più tecnici. Quelli che un normale turista non può conoscere. Con il ritorno alla vita pseudo normale mi presento in piazza Silvabella 43!

La sala noleggio sci

Cioè, ti ha assunto?
Ma no, io avevo già il mio lavoro (consulente) e appena avevo qualche ora libera andavo a dargli una mano, col puro gusto di apprendere. Prima solo al sabato, poi a metà settimana. Pian piano il tempo è aumentato così come i calci nel sedere! Gianni è un tipo vecchia maniera, non te ne fa passare una! Della serie, non ti spiego nulla, guardi, impari e se sbagli…

E in quattro anni hai imparato tutto!
Ho imparato molto ma credo che in questo lavoro non ci sia mai una fine. Gianni poi, è uno dei bootfitter più esperti d’Italia e prima di raggiungere la sua conoscenza hai voglia!

È questo l’aspetto più complicato?
A livello tecnico sì, ma c ‘è tanto altro. Il cliente di Tuttosci non è lo stesso che entra in un megastore a tre piani. L’acquisto di uno sci può durare anche mezzora. Quello di uno scarpone, diverse ore. Se non riesci a entrare nella testa dell’acquirente si rischia il flop.

Una parte del laboratorio per la preparazione degli sci

E hai appreso tutto solo osservando?
Il primo anno sì, guai a fiatare, poi si è messo lì ed ha aperto la sua enciclopedia di un’esperienza inesauribile.

È questo che ti ha convinto di rimanere su questa strada?
Più in generale poter vivere questo ambiente. Fino al 2020 mi divertivo a sciare, poi, entrato in negozio è come se avessi messo le dita in una presa di corrente!

E cerchi di passare la scossa a chi entra?
La maggior parte vuole questo. Diciamo che l’80% di una vendita o anche di una mancata vendita si basa sul confronto?

Vuoi dire che uno sciatore può tenerti in ballo per mezzora e poi uscire a mani vuote?
È difficile che capiti ma Tuttosci non è soltanto un negozio. Lo definirei un luogo d’incontro dove tanti appassionati amano disquisire sullo sport più bello del mondo! È un ambiente molto stimolante. Alcuni entrano convinti di sapere tante cose, ma poi escono convinti che dopo tutto non è che avessero capito tutto così bene! Soprattutto quando parliamo di scarponi.

La “sala” del bootfitting

Il bootfitting è così difficile?
Difficilissimo. A volte non basta soltanto un appuntamento perché ci sono piedi molto complessi dal punto di vista morfologico e vascolare. Il bootfitting non è una scienza esatta. Non si va per tentativi, ma a volte sembra di aver trovato la quadra, poi una volta sulla neve lo sciatore scopre altri problemi. E allora ritorna e si cerca la soluzione per ovviare all’inconveniente. Tieni conto che se devi fresare la plastica dello scafo parliamo di pochi millimetri. Anche uno solo può fare la differenza.

Approfondiamo la questione con Gianni: qual è la cosa più difficile nel bootfitting?
Capire come il piede deve entrare nello scarpone e come si assetta al suo interno. Il bootfitter deve saper “leggere” il piede, individuare le eventuali problematiche: pronazione, supinazione, piede piatto, valgismo, calli ossei… Bisogna far entrare il piede nell’asse più vicino allo scarpone. Se hai una supinazione molto accentuata e non correggi l’appoggio plantare, una volta che il piede entra nello scarpone ogni correlazione è sbagliata. Comincia a farti male da tutte le parti, lo scafoide, i malleoli, la tibia e non senti nemmeno l’appoggio.

Gianni Romè e uno dei primi scarponi Lange in plastica

Bisogna dunque essere anche un po’ ortopedici!
Altroché. Se non conosci l’anatomia del piede, lascia perdere! C’è tanto da studiare, bisogna confrontarsi con gli ortopedici, i podologi, leggere libri specifici.

Gianni, perché cedi l’attività?
Il motivo è molto semplice. Attività come queste le devi vendere quando te lo chiedono: se non trovi un appassionato, un’entusiasta, che sia del mestiere e che ti abbia seguito per un po’ di anni, puoi fare soltanto una cosa: chiudere! Conosco soltanto un paio di colleghi che sono riusciti a vendere il negozio, gli altri hanno chiuso tutti!

Ma com’è andata, te l’ha chiesto Nicola o gliel’hai proposto tu?
Me l’ha chiesto lui. Insomma, io non ci stavo ancora pensando, ma non sono più un ragazzino e quando mi ha fatto la proposta non ci ho pensato nemmeno un secondo. Ha prevalso l’istinto, poi è arrivata la consapevolezza. Gli ho detto: facciamo così, vediamo se e quanto sai crescere in questo settore. Quando sono certo che sai correre con le tue gambe il negozio diventa tuo. Questo giorno è arrivato! C’è anche una particolare congiunzione. Io ho rilevato il negozio a 32 anni, Nicola ne ha 33, ma il progetto è nato l’anno scorso!

Nicola e Gianni nel laboratorio degli scarponi del negozio

E adesso Gianni cosà farà? Divano tutto il giorno?
Esattamente quello che faccio dal 1976. Sarò sempre in negozio per almeno i prossimi 30 anni. Poi penserò al da farsi!

 Che negozio gli lasci?
Un’oasi felice per chi davvero ama lo sci. Noi cerchiamo di raccontarlo in ogni sua sfaccettatura. Dietro alla vendita di ogni modello c’è un piccolo progetto che segue un percorso tecnico. E non importa se lo sciatore è esperto o principiante. Questa è la strada di Tuttosci. Se ci dedicassimo ad altri prodotti, scarpe, tute da ginnastica, t-shirt sportive, saremmo mangiati vivi dai grandi. Non puoi avere quell’assortimento e uscire con certi prezzi.

Se c’è qualche minuto di attesa, ecco il salottino

Negozi di questo tipo possono dunque rimanere in piedi?
Chi offre competenza, propone un servizio estremamente tecnico e sa catturare la fiducia degli appassionati è al sicuro. Un negozio di cui la gente non potrà farne a meno perché gli scarponi faranno sempre male ai piedi. Perché gli sci dovranno sempre essere preparati. Perché il buon servizio paga sempre. Mi affido a una mia vecchia filosofia: se tutti facciamo le stesse cose vince il prezzo più basso. Se invece, si propone qualcosa che gli altri non sanno fare, vince la professionalità. Chi si è inventato bootfitter senza saperne niente ha chiuso il giorno dopo. Per non parlare dei plantari. La strumentazione ti aiuta ma se non sai leggere il piede e se non ti affidi a prodotti di alta qualità al cliente tiri solo una grande fregatura e puoi anche creare danni fisici rilevanti.

Il terzo piano è interamente dedicato al noleggio: è redditizio?
Assolutamente sì, per mio grande dispiacere.

Da Tuttosci si trovano scarponi i Head, Atomic e Tecnica

Dispiacere?
Con il noleggio lo sciatore perde il gusto di avere il suo sci preparato in un certo modo e si toglie tanta tecnicità. Chi noleggia si disinteressa inevitabilmente del prodotto. Lo vediamo quando ci chiedono gli sci. Nella maggior parte accade questo: Che modello vuoi? Va bene uno medio, quello lì rosso è perfetto…”. Si dà davvero poca importanza a un elemento fondamentale del proprio divertimento. Posso capire il principiante, ma lo sciatore quantomeno di medio livello dovrebbe prestare maggiore attenzione. Anche in questo caso noi non ci limitiamo a dargli quello sci rosso. Cerchiamo di capire che tipo di esperienza e preparazione ha e lo portiamo su un modello che è in grado di supportare la sua sciata. Certamente spendiamo un po’ di tempo in più e forse perdiamo qualche noleggio, ma un tanto al chilo non fa per noi. Subentra anche un concetto di sicurezza e di conseguenza di responsabilità.

È facile capire le capacità di uno sciatore?
Per niente! Tendenzialmente vince la sopravalutazione. C’è chi si professa il nuovo Alberto Tomba, poi dopo qualche giorno torna in negozio con le orecchie basse ammettendo di non riuscire a girare lo sci! Altri non sono capaci di descriversi, allora la conoscenza diventa un vero interrogatorio!

È sempre stato così?
Chi viene per comprare è uno sciatore tendenzialmente evoluto. Studia, si informa e si costruisce delle idee. Sai quanti entrano con la vostra Guida all’Acquisto sottobraccio? Fino a 20 anni fa capivi anche solo dallo sguardo che pendevano dalle tue labbra. Tu pensa che fino ai primi anni 2000, tutti i sabati, dalle 15 alle 17 fermavo la vendita per spiegare l’attrezzatura. Immagina dei piccoli corsi, dei tutorial live durante i quali spiegavo le strutture degli sci, i vari sistemi di regolazione degli scarponi, la presentazione delle linee… Oggi questo lo trovi online. Ogni tanto si sentono delle bestialità, ma il menù è molto ricco. Tanto è vero che alcuni sci si vendono al telefono.

Al telefono?
Ti chiedono quella marca, quel modello e di quella misura, così a botta sicura. Questa dinamica non dà alcuna soddisfazione ma tale processo non si può più fermare. Una volta lo stesso montaggio degli attacchi e delle piastre era un bel momento. Per montare un Derbiflex ci voleva quasi un giorno! Oggi lo sci è confezionato in maniera perfetta e c’è davvero poco da fare. Poi, da noi, non uscirà mai uno sci nuovo senza che sia sciolinato e controllato nelle lamine, ma la grande distribuzione riesce a vendere l’attrezzo in maniera molto semplice. Cosa diversa, invece, per gli scarponi. Magari lo comprano in rete, mai poi bussano alla porta per farselo sistemare. Ma in generale, rispetto al passato, c’è meno poesia, meno fatica e meno vendita!

Parte del settore noleggio scarponi, al terzo piano

È sempre il periodo pre natalizio quello di maggior traffico in negozio?
L’acquisto di uno sci ha quasi sempre bisogno di una spinta emozionale. Per noi è la neve! Ultimamente vendiamo più attrezzatura da gennaio a marzo. I patiti dello sci, gli irriducibili diciamo, l’attrezzatura la rinnovano già adesso fino a novembre. La massa si rivolge a noi quando è sicuro di fare la settimana bianca, iniziano le gite degli sci club e c’è neve in pista.

Tuttosci è specializzato nella vendita sci sci Head. Da quest’inverno ci saranno anche gli Atomic

Insomma, continua a essere conveniente condurre un negozio specializzato?
Se uno pensa di diventare ricco è meglio se cambia attività. Se, invece, si accontenta di campare mediamente bene e di tornare a casa alla sera felice e gratificato, allora sì, è conveniente. Questo lavoro va vissuto col cuore altrimenti lo subisci. Se non ami lo sci e la montagna, se non vai sulla neve appena hai un po’ di tempo e se non segui ogni aspetto di questo mondo, non vai da nessuna parte. Se tutto questo lo giri in positivo non puoi che essere protagonista del lavoro più bello del mondo. Alla fine vince sempre il detto: se fai un lavoro che ti piace non lavori mai.

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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