Professione Montagna

Nevica! Nevica!

Finalmente la situazione complessiva soprattutto nelle Alpi, fiduciosi che ciò possa avvenire anche sugli Appennini, sembra rendere giustizia a coloro che hanno deciso di investire i propri sforzi, anche personali, nella montagna e nei suoi vari aspetti economici.

Dopo un mare di proclami sul fatto che ormai non nevica più e che quindi fosse necessario rivedere i piani di sviluppo nella montagna italiana ecco che arriva un novembre foriero di tanta neve come forse da anni non si vedeva; una condizione che sicuramente ha trovato impreparate tutte quelle strutture che non sono gestite dai montanari.

Strade chiuse, linee elettriche che saltano lasciando interi paesi e decine di migliaia di persone oltre naturalmente alle tante aziende presenti sul territorio  al buio, frane ecc.

Ma, stranamente per chi non ci conosce, tutto ciò che è gestito dagli abitanti della montagna abituati per cultura e tradizioni ad eventi del genere è perfettamente funzionante e immediatamente si mettono in moto energie e mezzi per garantire il proprio servizio e magicamente in pochi giorni vengono annunciate, in un susseguirsi di comunicati stampa le aperture delle stazioni sciistiche.

E’ un segnale forte di quanta sia la voglia degli operatori di iniziare la propria attività e quanta sia stata la passione e la competenza nel predisporre le proprie aziende anche ad una apertura anticipata.

Naturalmente, per motivi contingenti, rimangono ancora in stand by quelle strutture che si sono avviate nella estate ad effettuare nuovi impianti o revisioni consistenti, per i cantieri in corso, ma sempre più spesso a causa delle lungaggini burocratiche che giornalmente dobbiamo affrontare.

In vista delle Olimpiadi invernali anche da questo punto di vista le cose devono necessariamente cambiare, valga questo come monito alle istituzioni, non è più sopportabile per l’economia in generale e in particolare per quella montana dover investire maggior tempo ed energie nell’affrontare le tematiche burocratiche rispetto a quello necessario per effettuare da un punto di vista operativo i successivi interventi.

Gli impianti di risalita rischiano di morire, oltre che per motivi economici, per la troppa burocrazia.