Tecnica

Senza Scarponi: il “Piano B” per allenarsi in estate senza rinunciare al mare

Senza Scarponi: il “Piano B” per allenarsi in estate senza rinunciare al mare
Voglio andare al mare – Quest’estate voglio proprio andare al mare – Devo riposare – Quest’estate devo anche riposare – Voglio anche vedere…» cantava Vado Rossi nel 1981…42 anni fa.

Il brano fu l’ennesima provocazione del ribelle Blasco in quanto, a sorpresa, divenne l’unico pezzo dall’album «Siamo solo noi» a essere pubblicato nel formato a 45 giri.

Infatti, originariamente, il singolo avrebbe dovuto essere l’omonimo del 33 giri e partecipare al concorso del Festivalbar in quanto scelto dall’organizzazione dell’importante kermesse musicale estiva.

Questa irriverente prova nei confronti dell’establishment discografico avrebbe potuto affossare il cantautore appenninico, ed invece consacrò Vasco Rossi come rock star assoluta che ancor oggi richiama folle di fans ai suoi concerti.

Tra le parole di «Voglio andare al mare», troviamo una volontà di recarsi sulle spiagge marittime con lo scopo di riposarsi e divertirsi, cosa che dignitosamente può essere trasferita anche al pubblico agonista dello sci alpino, specialmente quello più giovane, che dopo un intenso inverno passato tra valli e monti, vorrebbe dedicarsi alle vacanze estive.

«Non sia mai detto che si debba preferire il mare al ghiacciaio!»… e noi di Senza Scarponi che diritto abbiamo di sconvolgere tale establishment consolidato nel tempo?

Infatti non vogliamo sconvolgere nessuno, ma utilizziamo la canzone del Blasco per provocare delle opportune e utili riflessioni in merito.

È ormai -ahinoi- noto a tutti come il clima e il susseguirsi delle stagioni sia cambiato e come diventa sempre più difficile ed incerto poter effettuare dei massivi periodi di sci durante l’estate.

Detto fatto; già da oggi bisognerebbe programmare l’evenienza che non si possa più sciare sui ghiacciai come voluto e quindi deliberare un «piano B» che possa, per lo meno essere utile all’allenamento, se non esplicitamente tecnico, delle qualità motorie nelle macro-categorie Kids e Children (ma non solo).

Quello che ambiziosamente proponiamo non è solo una mera provocazione, ma una realtà dei fatti in quanto, sempre più spesso, vediamo atleti ed atlete del massimo circuito cimentarsi nel praticare discipline sportive marine, specialmente quelle che fanno uso di una tavola sotto i piedi…spesso e rigorosamente scalzi.

Non indossare le scarpe o indossare calzature dette «minimaliste» rientra in quella teoria comprovata scientificamente che vede il piede scalzo come ottimo elemento per la riconquista di sensazioni e ancestrali schemi psicomotori.

Il proporre esercitazioni con i piedi liberi o per lo meno che calzando scarpe «minimaliste» fa parte di quel concetto di barefoot promosso da più esperti medici di tutto il mondo.

Il mondo scientifico concorda sul fatto che camminare a piedi nudi non è solo la cosa migliore per lo sviluppo sano del piede, ma anche per la salute generale. Infatti, nei paesi in cui camminare a piedi nudi è normale, non ci sono quasi problemi con le articolazioni del ginocchio, dell’anca o della schiena o per lo meno, gli stessi, compaiono più tardi nella vita.

Sull’argomento esistono svariati studi scientifici che a partire dal nuovo millennio si stanno succedendo a ritmo costante comprovando sempre di più quanto affermiamo in Senza Scarponi.

Ora, oltre ad andare al mare a piedi scalzi: «quali potrebbero essere le attività che un giovane (e non solo) sciatore potrebbe fare e che possano dare un valore aggiunto anche alla pratica tecnica dello sci alpino?».

Seguendo quanto i grandi dello sci ci fanno vedere, con l’ausilio di due amici di Senza Scarponi e specialisti di questi sport «d’acqua», si cercherà di indicarne le caratteristiche, sempre ricordando che qualora si volesse praticare una delle discipline elencate è obbligatorio rivolgersi ad un centro di istruzione specializzato…perché l’acqua è come la neve, bella e favolosa ma ricca di insidie e pericoli se non affrontati con il giusto piede…scalzo.

Francesco Cappuzzo classe 1997 sale per la prima volta su una tavola (windsurf) all’età di 3anni “E da lì non sono mai più sceso!”. In Windsurf ha collezionato importanti risultati: due volte viceCampione del Mondo Freestyle Juniores, 10 titoli di Campione Italiano Juniores e 2 di Campione Italiano Open. Dal 2010 ha iniziato a praticare il Kitesurf dove ha subito vinto il Campionato Italiano Wave. Negli ultimi quattro anni Ë stabilmente nei top10 al mondo e ha collezionato eclatanti risultati nei circuiti internazionali. Negli ultimi due anni ha iniziato a praticare il Wing-Foil dove: “Sono attualmente 2° sia al mondiale Racing che SurfSlalom oltre ad aver vinto il titolo di Campione Europeo ed Italiano


Mettere i piedi sopra una tavola

Un breve elenco delle discipline che utilizzano una tavola e come le stesse potrebbero essere utili nella preparazione fisico-atletica dello sci alpino

Mettere i piedi sulla tavola è un atto di maleducazione, di solito, a tavola, le gambe vanno sotto, ma in questo caso parliamo di quelle attività acquatiche che usano una tavola come mezzo di locomozione.

Azione di “pompaggio” con gli arti inferiori che “Fra” ci dimostra sulla speciale tavola con Foil, simile a quella che vede “Charlie” (sotto) mentre utilizza l’ala “Wing” dove oltre al “lavoro” di gambe c’è grande sinergia con gli arti superiori e “core”

Partiamo dal più antico, il Surf comunemente denominato da onda. Sempre più praticato anche in alcune località marine italiane, si basa sul principio di farsi trasportare su una opportuna tavola che scivola sopra le onde… detto così sembra semplice, ma non lo è affatto mentre è altresì vero che le componenti psicomotorie, che si necessitano per la conduzione del mezzo, sono molto sinergiche con le qualità motorie necessarie allo sci moderno; tanto che molti sciatori di alto livello utilizzano il surf da onda come mezzo di allenamento estivo.

Lo stesso concetto lo possiamo “vivere” anche in parchi acquatici dove l’onda è riprodotta artificialmente o anche quando l’onda è prodotta da un motoscafo che trascina l’atleta su una tavola, che poi, autonomamente “surfa” sull’onda prodotta dallo scafo del natante.

In tutti questi casi: equilibrio, core-stability,  forza e destrezza sono estremamente sollecitate dalla conduzione del mezzo.

L’utilizzo della tavola in condizioni di mare (o lago) calmo può essere identificato col moderno Sup (acronimo di Stand Up Paddle), spesso gonfiabile sul quale, in equilibrio, ci si sposta attraverso l’uso di una speciale pagaia. Molto più versatile del surf il Sup trova anch’esso molti punti a favore per l’allenamento dello sci alpino con l’aggiunta di un buon interessamento della parte alta del tronco, sia in termini di forza resistente che di gestione degli arti superiori… e poi non è detto che col Sup non si possano surfare le onde, anzi!

Un altro sistema per navigare con l’utilizzo di una tavola, è utilizzare il vento come “motore di spinta”. In questo caso il primo mezzo che abbinava il surf ad una vela è stato il Windsurf capostipite di quella generazione di mezzi che sdoganano la filosofia del surf dalle coste oceaniche per approdare in tutto il mondo acquatico.

Il Windsurf è sicuramente un’altra disciplina che può dare forti emozioni e grandi sinergie allenanti allo sci alpino, se non altro per il connubio e gestione del mezzo tra parte alta e bassa del corpo con il trait d’union della zona centrale o core.

In questa, nell’immagine sopra e in quelle due più sotto, possiamo notare l’alta sinergia con schemi motori riconducibili ad azioni sport-specifiche dello sci alpino, mettono anche in evidenza la particolare forma del Foil che permette velocità in acqua fino poco tempo fa improbabili per un mezzo sospinto dal vento

La grande coordinazione ed indipendenza tra tutte le parti del corpo è di grande utilità per un allenamento globale così come per la gestione corporea che di riflesso diventa fondamentale per ogni specialità alpina.

Stessa sinergia ma con alcuni punti a favore per quanto riguarda facilità e versatilità d’uso l’abbiamo con il Kite-Surf dove la vela non è più vincolata all’attrezzo che diventa una vera e propria ala gestita dal “kiter” con una serie di lunghe “corde” che portano l’ala in quota tanto che la stessa si comporti come un aquilone. Anche in questo caso è obbligo iniziare con il supporto di un istruttore qualificato così come l’ulteriore evoluzione dell’ala che troviamo con il Wing.

Tale speciale ala gonfiabile si comporta come un particolare sistema di gestione del vento che però è gestita direttamente dagli arti superiori del Surfer, senza alcun vincolo con la tavola, che in questo caso può essere di varie tipologie, partendo addirittura dallo stesso attrezzo utilizzato nel Sup.

L’ulteriore evoluzione della tavola, invece, porta alla moderna tecnologia del Foil noto a tutti in quanto ha stravolto ogni modalità dell’utilizzo del vento come locomotore e che vediamo sulle fantascientifiche imbarcazioni di Coppa America.

Il Foil sfrutta l’azione idrodinamica sulle superfici immerse di uno scafo, che per la loro particolare conformazione (ben visibile dalle spettacolari foto) fanno si che i flussi liquidi percorrenti a forte velocità tali superfici, facciano decollare il mezzo fino a volare sulla superficie dell’acqua a velocità ben superiori di quelle del vento….tanto che l’utilizzo dei foil richiede la protezione di un casco da parte del “foiler”.

E qui entra in gioco un altro elemento a favore dell’allenamento funzionale dello sci alpino; per destreggiare proficuamente un Foil si richiede una enorme sensibilità di conduzione e quindi “un piede” da sciatore esperto, inoltre l’azione di “pompaggio” che si esercita sulla tavola per mantenere il Foil in azione “sostentatoria”, diventa un vero e proprio “pompaggio” anche da parte degli arti inferiori, molto simile a varie azioni tecniche che ritroviamo nello sci alpino moderno.

Quanto abbiamo scritto è frutto della collaborazione avuta con Charlotte Baruzzi e Francesco Cappuzzo due grandi esperti delle discipline elencate.

Quanto elencato non vuole assolutamente essere un trattato esaustivo, ma solo una indicazione di quelli che potrebbero essere le attività da proporre ai nostri giovani atleti sciatori, nel corso del periodo estivo e, quanto queste attività, possono realmente essere un plus della preparazione fisico-atletica per lo sci alpino agonistico…. e non dimentichiamo alcuni “nomi” del grande “Circo Bianco” che forse, in estate, si allenano (come ore di pratica) molto di più sulla tavola che sugli sci. Senza Scarponi Piano B Senza Scarponi Piano B Senza Scarponi Piano B Senza Scarponi Piano B

About the author

Walter Stacco

Walter Stacco nato a S.Pellegrino Terme, per passione del padre G.G.F.F. mette gli sci ai piedi all’età di due anni in quel di Foppolo. Compete nei circuiti giovanili. Inizia ad interessarsi di allenamento a 16 anni come aiuto allenatore di nuoto al termine di una precoce ma soddisfacente carriera agonistica.

Conclude con Lode l’Isef all’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Vince la borsa di studio del Coni - Università de L’Aquila e partecipa all’esclusivo corso biennale (postumo a quello per Maestro dello Sport) di Specializzazione in Tecnica e Pratica Sportiva presso la Scuola dello Sport Coni - Roma concludendo anch’esso con Lode e menzione dopo discussione di tesi sulla preparazione fisico-atletica.

Svolge il Servizio Militare di Leva come Allievo Agente di PS presso la Scuola Alpina di Moena, aggregato al G.S. F.F.O.O. come preparatore atletico dello Sci Alpino e Nordico.
Ottiene qualifiche come tecnico in diverse discipline sportive olimpiche, contemporaneamente si occupa di Fitness come formatore e di benessere psicofisico come Personal Trainer di personaggi famosi nelle più prestigiose Clinical Beauty Farms.

Titolare di cattedra di Scienze Motorie e Sportive ha iniziato ad insegnare e acquisire esperienza pedagogico-didattica, nelle scuole di ogni ordine e grado a partire dal 1981. Docente a.c. all’Università di Pavia, dipende dal Dipartimento di Sanità Pubblica, Medicina Sperimentale e Forense. Insegna Teoria, Tecnica e Didattica della Attività Motorie e Sportive e Allenamento Funzionale alla Facoltà di Scienze Motorie.

E’ Docente di Teoria e Metodologia dell’Allenamento e Metodi di Preparazione Fisico-Atletica al Corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecniche dello Sport. Docente al Master Universitario di Iº livello in Educazione Fisica Scolastica. Svolge inoltre attività di ricerca e pubblicazione scientifica. Esperto Nazionale Coni in Preparazione Fisico-Atletica.

Già Metodologo (Sport-Scientist in lingua anglosassone) della Scuola Regionale dello Sport è anche docente nel programma Next del Coni Lombardia. Titolare di rubriche dedicate all’allenamento su prestigiose riviste di settore, allena dal 1978 atleti di alto livello in diverse discipline sportive olimpiche con particolare riguardo alla preparazione fisico-atletica.

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