Turismo

Andrea Colla, Monterosa 2000 ieri, oggi e domani!

Abbiamo intervistato il direttore del comprensorio Monterosa 2000 a 360 sia per il programma estivo, ma anche per capire cosa dobbiamo aspettarci la prossima stagione.

La Valsesia, verde vallata piemontese, è entrata poche settimane fa nelle case di molti italiani. Il motivo è stato l’arrivo della terzultima tappa del Giro d’Italia, quella che è terminata sulla salita di Mera.

Da appassionati di due ruote, ma anche curiosi e nostalgici, ci siamo tornati per scoprire qualche angolo nascosto e scusa per una vacanza. Ebbene ci si è aperto un mondo. Non quello proiettato nel XXII secolo delle stazioni alpine più all’avanguardia, bensì quello del secolo scorso che ha mantenuto un fascino unico.

Siamo arrivati a Varallo Sesia, in poco più di un’ora di auto da Milano, seguendo la strada che segue il corso del fiume Sesia. Non ci si può sbagliare, c’è solo quella! Curva dopo curva si entra in un mondo composto da infinite sfumature di verde. Siamo proprio in una delle località più verdi d’Italia.

Varallo è un paesino affascinante. Le Ville del 400 si affacciano sulla via principale, dove è d’obbligo la colazione al Caffè Roma, prima di lasciare il posto ai cunicoli che costituiscono la parte delle contrade. C’è da rimanere a bocca aperta ad ogni angolo.

Da Varallo, con la seggiovia più ripida d’Italia, siamo saliti al Sacro Monte. La salita si può fare anche a piedi o pedalando. Il monte di Varallo è un borgo in grado di stupire anche i meno credenti. 44 cappelle narrano, con affreschi e scene ricreate da statue in terracotta, la narrazione della Bibbia dalla creazione alla risurrezione di Cristo.

La chiesa è spettacolare e tutto il contesto regala un senso di ospitalità, proprio come quella riservata ai pellegrini nel corso dei secoli.

Da Varallo si segue la statale e la ciclabile sino a Scopello, paese dal quale parte la salita all’Alpe di Mera. 10 chilometri tosti che, per i non allenati, solo l’aiuto del motore permette di completare.

In cima si apre uno scenario unico. Noi abbiamo avuto una giornata nuvolosa, fatto non inusuale in Valsesia (in fondo per essere verde deve piovere!), ma normalmente il Monte Rosa fa da sfondo all’intera altura.

Abbiamo pranzato al ristoro Casera Bianca con gli immancabili affettati, non perdetevi la mocetta, e la polenta. Abbiamo colto l’occasione per incontrare Andrea Colla, direttore di Monterosa 2000, dal quale ci siamo fatti raccontare l’inverno trascorso ma anche le aspettative per la prossima stagione (trovate l’intervista nel video).

L’Alpe di Mera, proprio grazie all’intervento di Monterosa 2000, sta tornando agli antichi fasti. I lavori fatti nel corso dei due inverni trascorsi l’hanno ammodernata negli impianti e infrastrutture.

Ora, grazie alle ampie aree giochi per bambini, si poche come luogo ideale per le famiglie ma anche area bike, grazie a un progetto agli arbori che però è spinto da gente dal grande entusiasmo.

Da Mera si prosegue costeggiando la cresta con svariate possibilità d’itinerario. È possibile scendere nel biellese verso Bielmonte, oppure dirigersi verso Alagna.

Siamo scesi a valle passando da Meggiana, una discesa con un asfalto perfetto in mezzo al bosco. Divertimento garantito ma attenzione alle velocità. Con la ciclabile, da Piode, siamo arrivati sino ad Alagna (una quindicina di chilometri). In alternativa si può utilizzare la statale.

Alagna è la perla della valle. Un paesino che strizza l’occhio a Campiglio e Cortina. La modernità si sposa con lo stile antico che si ritrova in qualsiasi costruzione.

Qui è forte l’influenza dei Walser, popolazione di origine germanica che nel XIII secolo valicò le Alpi stabilendosi in Valsesia e nell’Ossola ma anche nella valle del Lys e nell’alta val d’Ayas. La loro cultura vive forte nelle abitazioni, splendidamente manutenute. Merita sicuramente una visita il Museo Walser.

Da una casa del 1600 abbiamo visitato l’Alagna Mountain Resort & SPA, un moderno resort che però è stato costruito rispettando lo stile architettonico del tempo. Un aperitivo nel giardino e poi ripartenza dalla Valsesia per essere all’ora di cena a Milano.

About the author

Andrea Ronchi

Andrea Ronchi è milanese di nascita e di cuore, rigorosamente a strisce rossonere. Ama lo sport in generale e da ragazzo si è cimentato in diverse discipline. Discreto tennista e giocatore di pallone, è rimasto folgorato dalle palline con le fossette in tarda età, o meglio, troppo tardi per ambire a farne una carriera ma sufficientemente presto per poter provare il brivido e la tensione dell’handicap a una cifra. La passione lo ha portato a fare del golf un lavoro e oggi, oltre a essere nel corpo di redazione della rivista Golf & Turismo, è prima firma di Quotidiano Sportivo e ospite fisso nella trasmissione televisiva Buca 9. Quando la neve copre i fairway prende gli sci, sua altra grande passione, e gira per le Alpi “costretto” dal suo ruolo di responsabile del turismo per la Rivista Sciare. È un duro lavoro, ma qualcuno le deve pur fare...